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Dite la verità: avete temuto che vi lasciassi senza una extramurata natalizia?

Non avrei mai potuto.

Eccoci dunque arrivati all’Extramuros Xmas edition, puntata speciale della nostra saga nella quale troverete una vagonata di coetanei di Babbo Natale, tre extramuros ritrovati, tante chiacchiere inutili e… una grandissima rivelazione.
Il vero… regalo di Natale.

Ma andiamo per ordine, cominciando dai fatti.

E i fatti sono che gli extramuros… sono arrivati. 

Sì, proprio loro, quelli annunciati e attesi, programmati nel programma che non programmava dell’evento pensato da un consigliere comunale, lanciato dal Comune che sapeva di non poterlo realizzare, ma poi realizzato da un’associazione culturale che aveva visto un manifesto sullo stradone, e che ha presentato un progetto poi co-finanziato dal Comune con 40 mila euro di soldi nostri, e da uno sponsor che non sponsorizzava. 

Quegli extramuros.
Sono arrivati.

No, non tutti i Sociologi /Antropologi / Umanisti Architetti / Artisti / Visionari / Ingegneri / Tecnici / Registi / Attori / Curatori… ma solo tre,
Un ex ambasciatore. 
Un informatico.
Un’architetta ingegnera.
Purtroppo, con mio grande dispiacere, ho potuto seguire solo il primo dei tre incontri, gli altri li ho dovuti saltare, negandomi l’infinita conoscenza della quale mi sarei potuto nutrire, perché ero impegnato altrove.
Purtroppo, avevo organizzato tutta la mia agenda sul programma depositato in Comune, lasciandomi libere tutte le sere degli annunciati eventi, vivendo poi nella solitaria delusione dei rinvii, quindi adesso non ho più tante serate libere. Certo, non sono “…mai uscito da Teramo” (cit) e non ho “cinque mostre da organizzare” (ri - cit), ma anche io ho i miei impegni. 

Quindi, ho visto solo la “prima”.

Quella con Stefano Canzio, moderata da una moderatrice non moderata, ovvero Pina Manente, che forse sentendosi extramuros in virtù del nuovo incarico pescarese, ha trasformato ogni domanda in un ammorbante pistolotto autoreferenziale, sottoponendo la gerontologica platea ad un immane sforzo di attenzione. 
Giova precisare che faccio riferimento alla veneranda età media del pubblico, non per schernirlo - giammai - ma solo a puro titolo di cronaca. Probabilmente coinvolti dall’invito del padre dell’extramuros ospite, ovvero il conosciutissimo Guido Canzio, molti degli astanti vantavano ricordi adolescenziali sospesi tra le due guerre.

Una platea così vetusta, che la stessa moderatrice, nel salutare il gradito ospite, ha sfoderato un eloquente lapsus freudiano, salutando non l’ambasciatore Stefano Canzio, ma Roberto Canzio, commissario della casa di riposo.

Agli altri due incontri, come detto, non ero presente. 

Scelta, la mia, che mi pare abbiano fatto in moltissimi, visto che - stando alle foto pubblicate sulla pagina facebook, all’incontro con l’informatico Emanuel Mazzilli c’erano una trentina di persone, mentre a quello con l’architetta ingegnera Francesca Vittorini ce n’erano una ventina. 

Lascio a voi i commenti sulla riuscita dell’iniziativa, perché io devo raccontarvi la cosa più importante.
Vi avevo annunciato una grandissima rivelazione.

Eccola: ho scoperto che fine ha fatto lo sponsor.
Sì, l’ho scoperto.
Certo ricorderete la benefattrice Antonella Di Pancrazio, che aveva annunciato di aver versato 40mila euro all’organizzazione, per pubblicizzare la ditta del figlio che non sapeva nulla. 

E ricorderete anche il logo della ditta del figlio, pubblicato su tutto il materiale di Extramuros e ringraziato pubblicamente dall’assessore Core, ma poi scomparso all’improvviso.

Ecco, ho scoperto perché.

Me l’ha detto una fonte inattaccabile: Luca Pilotti, proprio lui, il consigliere comunale che sognò la manifestazione poi organizzata da un’associazione privata.
«Lo sponsor non c’è più, perché sponsorizzava solo la prima parte di Extramuros».

Così m’ha detto.
Proprio lui in persona personalmente.
Ergo, visto che “la prima parte” è stata quella estiva, ovvero quattro film a piazza Sant’Anna, la benefattrice dei 40mila euro cash ha sponsorizzato quella.
Ma, secondo il piano finanziario, quella “prima parte” è costata 6100 euro di “service proiezione film con noleggio sedie”. Anche volendoci caricare un paio di mille euro di costi vari, arriviamo a sfiorare gli ottomila.
Quindi, lo sponsor della “prima parte” ha speso 40mila euro per finanziare un evento che ne costava ottomila, pur di far comparire il logo di una ditta che non ne sapeva nulla, sui manifesti di una manifestazione inventata da un consigliere comunale e pubblicizzata dal Comune con manifesti autostampatisi, ma poi organizzata da un’associazione privata che per caso ha visto uno di quei manifesti, e alla quale il Comune ha concesso 40 mila euro.


A Natale puoi…

ADAMO