Come da tradizione, dopo quelle degli assessori, pubblicate qualche giorno fa, ecco le pagelle dei consiglieri comunali. Anche in questo caso, giova ricordarlo, si tratta di una mia personalissima valutazione, va sottolineato perché in passato c'è stato chi ha minacciato ricorsi al TAR (sì, al Tar, come se io fossi un ente pubblico), pur di far cambiare il voto ricevuto. Anche in questo caso, sono le ultime della consiliatura. Per qualcuno saranno le ultime di sempre. Meritatamente.
Tende naturalmente a scomparire. E’ come se sui banchi del Consiglio avesse lasciato il mantello dell’invisibilità di Harry Potter… all’improvviso, non lo vedi più. Di tanto in tanto esterna e cambia partito, inutilmente sperando che qualcuno cerchi di trattenerlo in quello che lascia
Persona seria. Molto seria. Troppo per sopportare quello che vede e sente. Immagino che non abbandoni il Consiglio per rispetto ai voti ricevuti, ma se ne intuisce la distanza. Il voto non è una punizione, ma un invito a far sentire la sua voce (meglio se polemica) in questo scampolo di vita consiliare.
“L’arminuto”. Entra in Consiglio in zona Cesarini, al posto di Ciapanna che è diventato assessore. In realtà, anche se non presente, Guido c’è sempre stato. Ha della “partecipazione” al bene della città un’idea che va oltre le logiche dei partiti e della stessa politica, tanto che pur essendosi candidato per sostenere un aspirante Sindaco alternativo a D’Alberto, ovvero Di Dalmazio, non ha mai negato il suo apporto alle iniziative in città. Prende 7 perché lui c’è sempre, non prende 9 perché non è riuscito a far comprendere a Filipponi quale sia il confine tra gli eventi e il circo.
Un po’ più presente del passato, lavora sottotraccia e offre sempre la sua disponibilità quando c’è da impegnarsi. Merita la sufficienza anche perché, con coraggio, quando si è trovato invischiato in una indecorosa manovra liberticida della libertà di opinione, pensata da un consigliere comunale (Pilotti) con il placet del Sindaco, è riuscito ad opporsi prima e sventarla poi,
Pentastellata sulla carta, fedele amplificatrice di ogni azione della maggioranza in realtà. E’ l’immagine stessa della parabola dei grillini, nati per contrastare il potere e i poteri, finiti a governicchiare cercando alleanze ovunque, prima di assistere alla fuga di massa degli eletti verso partiti un tempo odiatissimi. La Ciammariconi non se ne va, resta a mostrarci la scia delle cinque stelle… cadenti.
Non avendo possibilità di assegnargli un voto “positivo”, sono stato costretto ad introdurre, per la prima volta nell’ormai ventennale storia delle mie pagelle, anche i voti negativi. Quello di Cipolletti è un negativo assoluto, mi sono fermato al meno nove solo per esigenze di grafica, ma credo che in realtà la quantificazione del suo valore politico tenda al meno 273 dello zero assoluto, quello nel quale tutto è fermo, anche la materia. Grigia. Cipolletti è un boomer puro, anzi: il paradigma stesso del boomer, ovvero dell’ormai sessantenne che, in piena overdose da social, confonde la vita reale con quella virtuale. Autoassegnandosi il ruolo - sgraditissimo a tutta la Giunta - di difensore della maggioranza sui social, dedica il suo tempo a commentare tutti quelli che esprimono un giudizio negativo. Il problema è che lo fa a testa bassa, senza argomentare, inanellando inutili litanìe di risultati raggiunti (che ovviamente solo lui considera tali) fino a sostenere l’insostenibile, come quando rispondendo ad un mio Adamo, aveva sostenuto che questa Amministrazione ha salvato la TeAm “che stava fallendo”. Portatore di un bagaglio elettorale di 169 preferenze, si illude di essere anche rappresentante di una frazione, Frondarola, nella quale viene regolarmente barcocchiato elettoralmente da Mario Cozzi. Nonostante più volte il SIndaco stesso abbia richiamato la sua maggioranza ad un uso consapevole dei social, Cipolletti continua a lanciarsi come un crociato in difesa della sua fede: Gianguido, senza sapere che ogni volta che commenta, Gianguido perde tre volti. E lui commenta tantissimo…Nulla da aggiungere rispetto alla pagella dell’anno scorso: è sempre più distante, sempre più disallineata, sempre più scoglionata rispetto alla maggioranza della quale fa parte e che, colpevolmente, non è riuscita a valorizzarla. Resta, perché ha un senso della “sinistra” che è molto, ma molto più forte di quello della platea democristiana della Giunta, ma la sua è una presenza di posizione.
Monotematico. Continua a considerare il mondo come una sorta di luogo fuori dal tempo, nel quale c’è una specie di terra promessa che va da Colleatterrato alto a Villa Pavone, e poi un resto di terre informi e pericolose da controllare con milioni di telecamere. Il voto premia anche la “sua” nomina alla Riccitelli della quale, al telefono, non è riuscito ad indicarci il curriculum.
Fa opposizione. Come si dovrebbe. Come si faceva una volta, cioè studiando e approfondendo. Non è mai banale… lo sono invece quasi sempre le risposte che la maggioranza offre alle sue interrogazioni, inciampando sulle delibere e rinviando sine die spiegazioni che, appare fin troppo chiaro, nessuno è in grado di dare.
E’ parte dell’arredamento della sala consiliare
In campagna elettorale sembrava destinato alla gloria, se ne parlava come di un sicuro assessore o almeno di un capogruppo con ruoli strategici. Si è spento strada facendo, limitandosi ad un’azione di presenza quasi sempre limitata alla partecipazione al voto.
Sia pure per interposta persona, ovvero Ciapanna, ha deciso di far passare il suo appoggio alla Maggioranza giaguidesca da un appoggio di posizione ad un appoggio di azione. Ed è un bene, per la stessa Maggioranza, sempre più avvitata su una naturale pulsione all’inconcludenza. La sufficienza, e non di più, perché questa è una discesa in campo che avrebbe dovuto fare prima, quando la corte dei miracoli dalbertiana cominciava a mostrare i segni di un immobilismo paralizzante.
E’ utile solo per il mantenimento del numero legale.
E’ uomo di cuore e di impegno. Fa molto di più di quello che si vede, specie nel non facile compito di gestire i rapporti tra una giunta sempre più perduta nell’autocelebrazione e nei selfie e la città che soffre, quella delle persone in difficoltà. Ha capito quanto il suo ruolo di rappresentante eletto gli neghi certe esagerazioni commentatorie sui social, e si limita.
Marginalizzato colpevolmente da un’amministrazione che ha puntato tutto sugli spettacoli… senza coinvolgere chi di quel mondo è vero protagonista. Il suo voto va letto al contrario, come il 9 che avrebbe premiato il suo ruolo, se avessero avuto il coraggio di concedergli il giusto spazio
Un po’ meglio dell’anno scorso, ma nei suoi comunicati continuo a leggere l’eccessiva presenza di una mano ispiratrice, specie in quegli eccessi di tecnicismo burocratico/legale che risulta poi incomprensibile per i cittadini e, di riflesso, produce mancato consenso. Se fosse più autonomo, avrebbe raggiunto un’ampia sufficienza
Coraggio. Indipendenza. Senso del ruolo e della politica, quella vera, fatta anche di no. E’ e resta una risorsa. Il fatto di non averla saputa sfruttare, è una colpa di maggioranza. Una colpa grave.
C’è stato un momento in cui, nel gioco curioso e a volte contorto della politica, s’era sparsa la voce in città che non l’avrebbero ricandidato. La sua risposta, senza polemica, è stata quella di alzare ancora di più l’intensità del lavoro di opposizione. E’ una persona che può (e deve) dare ancora molto
E’ suo il merito della rinascita della Carlo Febbo. Anche se il Comune ci ha poi messo il cappello, i realtà non sarebbe successo nulla, se non ci fosse stata l’azione costante di pungolo, sprone, interesse e controllo di Lancione. Pur di richiamare l’attenzione di tutti sull’importanza di quella “rinascita” ha rinunciato a tutti i suoi gettoni di presenza in Consiglio, per devolverli alla stessa Ca.Fè. Esempio, il suo, cristallino di totale identificazione tra un territorio e la politica “per” quel territorio messa in campo da un eletto. Della Carlo Febbo, Lancione aveva fatto il suo tema elettorale, è stato il suo impegno e dovrà essere ricordato come un suo successo. Aveva preso un imoegno e l’ha mantenuto. Se la politica è fatta di risultati, lui ha fatto politica… resta da capire cosa abbiano fatto tutti gli altri.
Più impegno, rispetto agli anni scorsi. Gigioneggia di meno, ma punge di più. Patirebbe anche lui quella presenza “esterna” che trasuda dai lunghissimi comunicati (vedi Di Teodoro) ma Luzii ha un difetto che diventa un pregio: non si sottrae al microfono e quando c’è da dire e da fare, dice e fa. Il voto premia la coerenza… una tantum
L’immagine fissa, e un po’ sbiadita, di una persona che di questa città è stata anche vicesindaco e ora sembra vivere in una sorta di rassegnato isolamento
Elegante, signorile, colto, raffinato nei modi. L’uomo giusto al posto giusto.
Un altro accessorio dell’arredamento della sala consiliare, però più gradevole alla vista del succitato De Carolis.
Confermo il voto dell’anno scorso. Lavora e non poco dietro le quinte. E’ affidabile e partecipe, non insegue ruoli o ribalte. E’ concreto, ed è quello che serve in un’amministrazione dalle concretezze latenti
Basterebbe una parola. Extramuros. Ha cercato di connotare la sua incolore esperienza consiliare, giustamente condita dalla rimozione da capogruppo e nella quale di lui abbiamo ascoltato pochissimo e quasi sempre privo di interesse, legando il suo nome ad un evento che ha infilato il Comune in un ginepraio di confusione di cattiva organizzazione. Non ripeterò qui quello che ho scritto di Extramuros, perché per quanto incredibile non è la peggiore delle imprese di Pilotti. La peggiore è e resta un accesso agli atti “contro” certastampa, che sia pure mosso dalla giustificabile necessità del Pilotti di dare un segno di esistenza politica, è apparso come un brutale tentativo di limitare la nostra libertà di espressione. Che fosse “ad personam”, anzi: “ad certastampam” lo dimostra il fatto che, dopo quello, non sono state più presentate dallo stesso Pilotti le - pur annunciate - analoghe iniziative nei confronti di altre testate. Nutro la speranza che extramuros sia, oltre ad una manifestazione da dimenticare, anche il manifesto del destino politico di Pilotti… extra, ma molto extra i “muros” del Municipio…
Compete con Bartolini nell’ostinata ricerca dell’invisibilità, ma lei ci riesce anche senza il mantello del maghetto di Hogwarts. Il suo, è talento puro
Arrivato da pochissimo, ereditando il seggio che era dell’indimenticabile Massimo Speca, si è fatto notare subito per garbo e attenzione. Non è uno sconosciuto, fa politica da tanto, questa pur breve esperienza consiliare gli consentirà di mettere in luce le sue doti.
Come per l’anno scorso, condivido su di lui e Sbraccia lo stesso giudizio. Interpretano il loro ruolo con la silenziosa partecipazione che questo pretende, nel rispetto delle istanze dei cittadini. Certo, potrebbero parlare di più, magari esternare più spesso, ma non cercano la polemica, cercano la mediazione che genera il risultato. E lo portano a casa
Anche se in Consiglio appare fin troppo silenziosa, anche frenando il suo carattere brioso, so quanto si sia data da fare dietro le quinte e quanti faccia, specie nel campo della scuola.
Come per l’anno scorso, condivido su di lui e Salvi lo stesso giudizio. Interpretano il loro ruolo con la silenziosa partecipazione che questo pretende, nel rispetto delle istanze dei cittadini. Certo, potrebbero parlare di più, magari esternare più spesso, ma non cercano la polemica, cercano la mediazione che genera il risultato. E lo portano a casa
Non so se davvero lo candideranno a Sindaco, come qualcuno (non lui) ha detto. Il fatto che se ne sia parlato e nessuno lo abbia considerato inadeguato, neanche quelli della Maggioranza, ne sottolinea il valore umano e la dignità politica. Il voto si limita alla sufficienza, perché proprio in virtù di quel valore e di quella dignità, dovrebbe e potrebbe dare di più, connotando la sua e l’altrui opposizione.
Emerge, di tanto in tanto. Esterna, di tanto in tanto. Polemizza, di tanto in tanto. Poi scompare, tanto tanto tanto