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Alleluja alleluja allellujà

Allelluja Alleluuuuuuuuja

E venne il giorno del miracolo.

Nella città chiamata Interamnia, TErra delle promesse, Gianguido pantocrator, dopo aver partecipato a tutte le cene, a tutte le riunioni, a tutti gli incontri, a tutte le manifestazioni, benedicendo nonnini centenari e primi nati, fece il miracolo.
“Tutto quello che non succede in una vita, può succedere in un giorno”, si usa dire.

E così è stato.
E quel giorno è stato il 5 gennaio del 2023, anno quinto del Gianguido Sindaco.

Anno ultimo di questa amministrazione.
Tenetelo a mente.
Perché, vedrete, sarà un dettaglio fondamentale.

E adesso, andiamo alla foto, che cristallizza il momento del miracolo.
Alla Sinistra del Gianguido messia, la schermata del sito https://www.teramocittacapoluogo.it/, che immagino tutti conosciate e frequentiate costantemente, visto che fa parte di un progetto filipponico che “per la promozione del brand” (dice proprio così) ci sta costando 120 mila euro, affidati ad una ditta piemontese.

La schermata, dicevo.
Quella di sinistra è uno screen shot fatto alle 9 del 5 gennaio e palesa, con la logica dei numeri, i “risultati” di 4 anni di amministrazione D’Alberto nel campo degli investimenti e dei lavori pubblici.

Vediamo: in quattro anni 42 milioni da spendere, 3 lavori in corso, 1 terminato.
In quattro anni, 3 lavori avviati e 1 finito.

Con 42 milioni in cassa.

Come dire? Un trionfo.
La manifestazione algebrica dell’efficienza, il ritratto stesso della grande operatività della Giunta delle promesse.
Poco più del nulla.

Poi, il miracolo.
Alle 10,30 del 5 gennaio, tutto cambia.

E Gianguido pantocrator annuncia la moltiplicazione dei cantieri.

In un attimo, i milioni diventano 44, i lavori in corso 13, quelli terminati sempre e solo 1.

Dieci progetti avviati in un giorno.

Guarda caso, ma è solo una coincidenza ovviamente, nel quinto giorno dell’anno delle elezioni.

Ma non è colpa di Gianguido, non pensatelo neanche.

Non provate neanche a sospettare che abbiano atteso gli ultimi quattro mesi della loro amministrazione, per farci dimenticare quattro anni di vuoto.

Che non vi venga il sospetto, che si tratti della solita pantomima politica dell’avviare tanti cantieri sotto elezioni, nella speranza che gli elettori si convincano dell’impegno profuso dai generosi signori del Palazzo.
No, nessun sospetto.
E’ che non potevano annunciarli prima.
Perché i cantieri li hanno portati i re magi e quelli, si sa, arrivano con la stella cometa, che ha i suoi tempi.
Come dite? Che avendo a disposizione 42 milioni di euro, quei cantieri si sarebbero potuti avviare prima? 

Come dite? Che è impossibile che tutto il lavoro dei nuovi dieci progetti sia stato fatto in contemporanea e che, quindi, hanno aspettato fino all’entrata nell’anno delle elezioni, solo per fare campagna elettorale?

Cioè, state dicendo che qualcuno pensa che siamo ancora così fessi, dal farci abbindolare da una palata d’asfalto e da una gru?
Una volta si diceva che “le elezioni si vincono coi marciapiedi”. No, non “sui” marciapiedi, cioè battendo il territorio e incontrando le persone, ma “coi” marciapiedi, cioè facendone di nuovi.

Una volta.
Non posso credere che sia così.
Non voglio credere che qualcuno possa pensare che l’annunciare nuovi lavori (perché di annuncio si tratta… poi vedremo a maggio quanti di quei 13 progetti saranno arrivati alla fine) possa davvero illudere gli elettori e fargli dimenticare tutto il non fatto in quattro anni.
Ma in fondo, non conta.
Il miracolo non ha bisogno di sostanza.

Bastano un annuncio e un selfie.

Ite, missa est.


Alleluja alleluja allellujà

Allelluja Alleluuuuuuuuja

ADAMO