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Voglio dare i numeri: 529.007,24 euro.
Lo voglio scrivere anche per esteso: cinquecentoventinovemilasette euro. E ventiquattro centesimi.
Questo abbiamo speso noi teramani, l’anno scorso, per le indennità degli organi istituzionali del Comune di Teramo.
Cioè per gli stipendi del Sindaco, degli assessori e per i gettoni di presenza dei consiglieri comunali.
Cinquecentoventinovemilasette euro. E ventiquattro centesimi
Cioè millequattrocentoquarantanove euro al giorno.
Nonostante abbiano annunciato di volersele tagliare, le indennità.
Spendiamo 1449 euro al giorno.
Tutti i giorni.

Compresi Natale, Capodanno, Pasqua, la Befana e Ferragosto.
Comprese tutte le domeniche.

Ogni mattina, nel 2022, quando ci siamo svegliati avevamo già speso 1449 euro, per gli stipendi del Sindaco, degli assessori e per i gettoni di presenza dei consiglieri comunali.
E pensare che, solo quattro anni prima, cioè nel primo anno pieno dell’era D’Alberto Sindaco, ogni mattina, al risveglio, ne spendevamo 1019.
Cioè, 430 euro di meno.
Che non sono pochi.
Anzi: di questi tempi… sono tanti.
Gli “stipendi politici”, infatti, nell’era D’Alberto sono costantemente aumentati, passando dai 371.968,68 euro del 2019 ai 396.340,96 euro del 2020, ai 403.284,89 del 2021, fino a sfondare il tetto del mezzo milione nel 2022, toccando quota 529.007,24.
Cioè 1449 euro al giorno.
Con un aumento in quattro anni di centocinquantasettemilatrentotto euro. E cinquantesei centesimi.
Del resto, è successo così anche con tutti i nostri stipendi e con le pensioni, no?

Come dite? Non è successo anche a noi?

Già, non è successo.
Quelli che cito in queste righe - lo dico a beneficio dei miei affezionati haters idioti, dei fake prezzolati, dei leccaculo in delirio social e dell’immancabile “commentatutto” Cipolletti - non sono dati elaborati da me, né desunti con qualche arcana alchimia algebrica, ma la trascrizione fedele dei dati del Siope, ovvero del Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici, alimentato dalle comunicazioni telematiche degli incassi e dei pagamenti codificati delle Pubbliche Amministrazioni, trasmesse dai tesorieri e dai cassieri a seguito dell’esecuzione delle operazioni di cassa per conto degli enti, effettuate attraverso la Rete Nazionale Interbancaria.
Sono dati ufficiali, gestiti dalla Banca d’Italia e certificati dalla Ragioneria generale dello Stato.
Dati veri, figli delle operazioni realmente effettuate.
Detto questo, torniamo ai numeri. 

Perché l’attività di un “politico comunale” non è fatta solo di consigli e commissioni.
Il Comune ha altri obblighi, come quello di partecipare a manifestazione e convegni.

Sempre a spese nostre, ovviamente.

Una partecipazione che ci è costata 23 mila euro nel 2019, 24mila nel 2020, “solo” 14 mila nel 2021, ma poi nel 2022 non abbiamo badato a spese: 81.675,96 euro.

E non si dica che ci si interessa solo dei convegni, perché i nostri politici, in gran parte persone dalla raffinata vivacità culturale, hanno anche partecipato e mostre, spendendo 30mila euro nel 2019, 18mila nel 2020 (c’era il lockdown…), di nuovo 30 mila nel 2021 e poi, nel 2022, cultura a piene mani con 145.518 euro di spese.

Il sapere costa, si sa.

Attenzione, però, non siate maligni.

Perché di una cosa possiamo star certi: i controlli ci sono.

Eccome, se ci sono.

Visto quello che ci costano.

In “Compensi agli organi istituzionali di revisione e di controllo” infatti, abbiamo speso 10 mila euro nel 2019, 18 mila nel 2020, 32 mila nel 2021 e poi, l’anno scorso, immagino che ci siano stati controlli a raffica su tutto, visto che abbiamo speso 79 mila euro.
Se rinasco, voglio fare l’assessore.

Anzi, l’assessore a Teramo e quando qualcuno proporrà il taglio del 20% delle indennità, voglio fare come l’assessore Filipponi, che ha rinunciato solo al 10%.

Perché la politica, si sa, costa fatica.

Una fatica che costa 1449 euro al giorno.
Tutti i giorni.
Anche oggi.
Ben alzati!

ADAMO