Gli affettuosi lettori dei miei corsivi sanno, e sanno bene, quanto siano rari in queste righe i complimenti. Più che rari, rarissimi.
Un po’ perché non trovo mai, nella valutazione della gestione della cosa pubblica, spunti che mi provochino un senso di piacere, anzi. E un po’ perché ritengo che il “fatto bene” debba essere la regola, non l’eccezione. Non voglio e non devo meravigliarmi di un pubblico amministratore, che abbia fatto il lavoro per il quale è stato eletto e pagato.
No.
Devo incazzarmi per il contrario.
E così faccio.
Ma non oggi.
Oggi devo fare i complimenti.
A Pietro Quaresimale
All’assessore regionale che, per la prima volta in tanti anni, ha permesso a Teramo di riaffermare la propria unicità su Pescara e Chieti.
E l’ha fatto in un campo, quello dell’Università, nel quale da sempre Pescara e Chieti ci considerano marginali e anche un po’ fastidiosi.
Adesso, però, vi racconto i fatti.
L’Università di Teramo ha attivato a Lanciano un corso di laurea in “Diritto dell'Ambiente ed Energia”.
E’ il primo nel suo genere in Italia.
Un corso che nasce grazie alle qualità di un docente come Enzo Di Salvatore e all’impegno profuso da tutto l’ateneo guidato dal Rettore Dino Mastrocola, che fra l’altro è originario di quelle contrade, essendo di Guardiagrele.
Adesso mi chiederete: perché ringrazi Quaresimale?
Perché ha fatto il lavoro più importante di tutta l’operazione: ha trovato i finanziamenti.
La Regione, infatti, si farà carico di garantire l’attivazione del corso per due cicli di tre anni ciascuno, con un contributo economico complessivo di 1,5 mln di euro, dei quali 900mila euro per il primo ciclo di studi. Una certezza finanziaria garantita dal Bilancio di previsione 2023-2025 del Consiglio Regionale e dalla Legge di Stabilità regionale, che prevede che le somme saranno trasferite all’Università degli studi di Teramo sotto forma di contributo annuo.
Una bella idea.
Diversa da quelle che coltivò, qualche anno fa, l’allora Rettore Luciano Russi che de-teramanizzava l’Ateneo portando ovunque “pezzi” delle Facoltà teramane e, per questo, indebolendo la sede principale dell’Ateneo.
No, stavolta è diverso.
Stavolta è un’espansione, che arriva in un momento delicatissimo, proprio quando si stanno facendo sempre più insistenti le voci relative all’attivazioni di nuovi corsi “giuridici” nel Pescarese, destinati a crera non pochi problemi alla nostra Giurisprudenza.
Abbiamo giocato d’anticipo.
Con una di quelle sinergie delle quali si favoleggia da tempo, ma che quasi mai diventano realtà.
Stavolta sì, stavolta abbiamo giocato d’anticipo.
E infatti, le reazioni non sono mancate.
Si sono incazzati i Sindaci di Chieti e Pescara.
«In una nota congiunta il sindaco di Pescara, Carlo Masci, e quello di Chieti, Diego Ferrara, esprimono preoccupazione per l’istituzione del corso di studio in “Diritto dell’ambiente e dell’energia” da parte dell’Università di Teramo a Lanciano - recita una nota d’agenzia - Si tratta di una iniziativa avallata dalla Regione Abruzzo, che ha allo scopo già disposto un protocollo con l’Ateneo attraverso una delibera di Giunta regionale e stanziato risorse per finanziarlo, il tutto fatto forse senza valutare appieno le conseguenze che la scelta di istituire tale indirizzo di studi, a soli 30 km di distanza dal nostro Ateneo e nel medesimo contesto territoriale, avrebbe potuto arrecare al comprensorio di Chieti e Pescara, su cui insiste già il corso Segi, Scienze dei Servizi Giuridici dell’Università d’Annunzio, attivo ormai da vent’anni».
Nun ce vonno stà.
Esprimono preoccupazione.
Perché Teramo c’è.
Ed è riuscita a portare a casa il risultato, anche quando il Rettore della D’Annunzio, che sulle prime aveva addirittura accettato un’ipotesi di collaborazione, ha fatto un passo indietro e si è messo di traverso.
L’Università di Teramo apre un corso di laurea a Lanciano.
Sarà il primo in Italia.
Perché l’idea di Di Salvatore era eccellente… e Quaresimale l’ha fatta finanziare dalla Regione.
Per questo lo ringrazio.
Abbiamo vinto noi.
Stavolta.
ADAMO