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Ogni volta che rileggo gli atti di questa storia, sento il suono inconfondibile di una sinfonia di pifferi. Sono quelli dei pifferai di montagna, che partirono per suonare… e vennero suonati.

Ci penso, dicevo, ogni volta che leggo della paradossale guerra che il Comune di Teramo ha mosso contro il Ruzzo, contestando la nomina del Cda. Il Sindaco D’Alberto, infatti, riteneva che non si fossero seguite le giuste prassi e, per questo, chiese l’intervento di un giudice, che ristabilisse la regolarità.

Come è andata a finire?

È andata a finire che, tra un ricorso e l’altro, un arbitrato è una sentenza, il Comune di Teramo ci ha rimesso 25 mila euro. Anzi: per la precisione 25.732,74.

La sentite anche voi adesso la sinfonia dei pifferi?

La somma, che è diventata un debito fuori bilancio e che sarà saldato coi soldi pubblici, cioè nostri, servirá a pagare 10 mila euro di spese legali e 15 mila di risarcimento ai componenti del cda del Ruzzo.

Quella del Ruzzo, è una questione che il Sindaco D’Alberto ha sempre vissuto come una crociata, con il risultato di aver isolato sempre di più il Comune di Teramo nell’assemblea della società… e chiudendo unilateralmente ogni rapporto.

In una intervista televisiva, la presidente della Ruzzo reti Alessia Cognitti, raccontó che da quando si era insediata non aveva mai incontrato alcun amministratore della Giunta D’Alberto. Né il Sindaco, né gli assessori. 

Niente.

Come se il Comune di Teramo non avesse problemi o richieste su acqua, serbatoi, fognature…

Niente.

Nessun contatto, ma adesso sappiamo perché: stavano scrivendo la partitura per la sinfonia dei pifferi. 

ADAMO