Ivan, non sarebbe contento.
Anzi: credo che lassù nel paradiso degli artisti, da ieri sera si aggiri incazzatissimo.
Lui, che con questa città aveva vissuto un rapporto conflittuale, tanto da scegliere di andarsene, e che in vita non era mai tornato volentieri, non avrebbe certo amato il ritrovarsi adesso trasformato in un gadget da campagna elettorale, usato dalla peggiore amministrazione degli ultimi 40 anni per una passerella acchiappavoti, peraltro pagata dai cittadini.
Apro una parentesi.
(Anche beneficio dei cervelli testicolari che popolano i social, ivi compresi alcuni esponenti della politica locale, e che immancabilmente commenteranno le mie parole su qualche vomitatorio leccaculegno, sottolineo che il “disamore” di Ivan per Teramo mi venne chiaramente testimoniato dallo stesso Ivan, in una intervista della quale conservo un ricordo vivissimo e una foto che allego a fine articolo, all’Hotel Gran Sasso, dove aveva dormito… mi disse «Sto bene solo quando sono lontano». A Teramo non c’è tornato neanche dopo la morte, visto che riposa, con le sue chitarre, a Novafeltria).
Chiudo la parentesi.
E torno alla passerella elettorale.
Che mortifica, peraltro, l’opera di Lodola che mi piace, rendendola strumento di propaganda.
L’inaugurazione di opere di questo genere, da sempre, si lega ad un preciso momento storico, tipo la nascita o la morte di un personaggio, ma Ivan Graziani è nato il 6 ottobre e morto il 1 gennaio. O magari si raccorda ad una manifestazione, e visto che Teramo ospita “Pigro”, quale occasione migliore per inaugurare una statua?
No, la Teramo gianguidica, in debito di consensi e con cinque anni di annuncite alle spalle, ha bisogno di “concretezza” per dimostrare la propria esistenza.
Una statua luminosa, è tanta roba.
E allora bisogna fare in fretta, azzerando i tempi della burocrazia, per arrivare in tempo alla passerella elettorale.
Basti pensare che, dalla proposta dell’associazione Big Match all’inaugurazione della statua sono passati solo 12 giorni.
DODICI GIORNI, in un Comune nel quale anche il solo prenotare l’appuntamento per la carta d’identità richiede settimane.
Ve la dettaglio:
17 aprile - Big Match propone l’istallazione permanente dell’opera a Teramo
18 aprile - l’assessore Core recepisce e indirizza alla Giunta
26 aprile - la Giunta recepisce e delibera: 39.900 euro più iva, per statua e musica di contorno
29 aprile - inaugurazione della statua
Dodici giorni.
Una velocità burocratica che brucia i tempi, al punto che nella delibera si legge: «… l’installazione è subordinata al parere favorevole della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di L’Aquila e Teramo» che però non vedo citato in delibera.
Quindi, non c’è?
Assessore Core, mi aiuti a capire: la scultura è stata installata anche se per l’istallazione era necessario il parere della Soprintendenza?
E non è tutto.
Perché il dettaglio che più mi colpisce di tutta l’operazione è l’origine dei soldi (nostri) spesi per l’evento.
39.900 euro più iva fa un totale di 48.678 che il Comune ha così distribuito: 13.298,00, per gli eventi musicali, sul cap. “SPESE MANIFESTAZIONI VARIE DI PROMOZIONE TURISTICA” e 35.380,00, per acquisto opera e installazione, sul cap. “MANUTENZIONE DEL PATRIMONIO COMUNALE”.
Manutenzione ovvero: palazzi malmessi, asfalti malridotti, scuole rovinate… tutti problemi che Teramo non ha, giusto?
Ma gli asfalti passano.
Il selfie con Red Ronnie davanti alla statua resta…
ADAMO