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“Via libera ai lavori di ricostruzione di Palazzo Pompetti, il palazzo degli storici “portici di Fumo” di Teramo centro”, annunciava trionfante, il 17 aprile, un comunicato stampa - il primo che avessi mai visto di un’assemblea condominiale. Lo firmava, a nome dell’assembla dei condomini dello storico palazzo di Piazza Martiri, la signora Franca Ruggieri, madre di Tonia, una delle più strette collaboratrici del Sindaco D’Alberto.
Ma era solo una coincidenza, ovviamente.
Così come solo una coincidenza era il fatto che, nel comunicato, si ringraziasse lo stesso Sindaco D’Alberto, perché «… Tutti i passaggi che hanno consentito all’Amministrazione di procedere in tempi rapidi alla conclusione dell’iter sono stati seguiti strettamente da vicino dal sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto…», laddove per “tempi rapidi” si deve leggere “sei anni”.
Ma un ringraziamento al Sindaco, specie se - altra coincidenza - siamo in campagna elettorale, ci sta sempre bene, no?
Anche perché, dettagliava il comunicato, il SIndaco «… è impegnato in prima persona per sollecitare e risolvere le numerose criticità sorte nel lungo percorso burocratico che, nonostante la complessità del progetto e la dimensione dell’edificio, hanno portato all’imminente rilascio del contributo per la riparazione dei danni del sisma 2016/17».
Capite? Il Sindaco “si è impegnato”, per “l’imminente rilascio”.

E’ cosa buona e giusta.
A commento di quel comunicato avevamo scritto - noi soli, su queste pagine - che il Sindaco D’Alberto, nell’annunciare l’ennesimo cantiere inesistente, credeva probabilmente che noi teramani avessimo l’anello al naso. Perché c’era un passaggio, proprio in quel comunicato, che non sembrava sottintendere l’avvio dei lavori, anzi: «… manca solo il rilascio del decreto da parte dell’USR Abruzzo guidato dal direttore Vincenzo Rivera, che pare sia imminente».

Quindi, l’annuncio del “via ai lavori” era già diventato un “manca…” e un “parte…”.

Ne era scoppiata una polemica, ripresa anche dalla lista del candidato Sindaco Antonetti e, il giorno successivo, cioè il 18 aprile, era sceso in campo a replicare proprio il Primo cittadino.
«Capisco la frustrazione di chi non vuole bene alla città - aveva detto, gongolante, il Sindaco uscente - ma ieri si è infatti concluso un iter che a breve porterà all’avvio dei lavori».

A breve.
Cioè quando?

Lo chiedo perché, 9 giorni dopo quel trionfo di annuncite, è finalmente arrivato il decreto da parte dell’USR Abruzzo guidato dal direttore Vincenzo Rivera, quello che “pareva fosse imminente” e che, nella condivisa euforia dei condomini e del Sindaco in autocelebrazione elettorale, era annunciato quale ultimo dettaglio dell’iter, prima dell’avvio dei lavori.

Solo che, sull’intestazione di quel decreto, non c’è scritto rilascio, ma “preavviso di rigetto”.

Come, come? 

Preavviso di rigetto?

Cioè significa che l’Usr ha avviato l’iter per respingere la pratica, mettendo a rischio non solo l’avvio dei lavori, ma i lavori stessi, con la possibilità che resti senza destino un progetto da dieci milioni di euro?
Già, proprio così.

“Preavviso di rigetto”.

E’ scritto, chiaramente, sul - peraltro efficientissimo (complimenti al commissario Rivera) - sito della Ricostruzione in Abruzzo.

“Preavviso di rigetto”.

E allora, tutto quel lavoro fatto “…in prima persona…” dal Sindaco, che aveva “…risolto le numerose criticità…” a cosa è servito?

Aveva ragione, la mamma della strettissima collaboratrice di D’Alberto, il decreto dell’Usr era davvero imminente, solo che “pare” che sia la conferma di quello che era il nostro sospetto: non c’è nessun cantiere in arrivo.

E adesso? Ci sarà la possibilità di "metterci una pezza" in extremis e salvare il finanziamento?
Oppure Teramo rischia davvero di ritrovarsi per anni con quel palazzo puntellato?
E come potrà riempire D'Alberto la pagina dedicata a palazzo Pompetti, sul suo album dei selfie?
L’annuncite, quando diventa patologia dell’apparire, diventa un boomerang.
E dai nasi dei teramani, dai nostri almeno, non pendono anelli.

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