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Dopo essere salito agli onori delle cronache, quale ideatore della - a nostro avviso - meno utile e riuscita manifestazione della storia di Teramo, cioé eXtramuros, il consigliere Luca Pilotti ha dedicato la sua attenzione creativa, nel post prandiale domenicale, ai cronisti del Giro d’Italia.
Non ha gradito, l’attento consigliere, l’eccesso di riferimenti agli arrosticini ascoltato nella telecronaca del Giro.
Scrive, il Pilotti: «Ma sti telecronisti del Giro d’Italia, lo sanno che la nostra tradizione culinaria è molto più che gli arrosticini? Sono quattro ore che non fa altro che parlarne….»
Non mi soffermo su quel “fa” che singolarizza un soggetto plurale, perché so che (a differenza di quello che accade nello staff dei comunicatori del Sindaco uscente, dove la grammatica è una variabile impazzita) nel caso di Pilotti si tratta di un refuso, ma richiamo l’attenzione sulla meravigliosa verità di questo post che, in un attimo, disintegra cinque anni di filipponerie.

Ma come è possibile che i cronisti del Giro non sappiano nulla?

Ma se abbiamo speso 15mila euro per andare al Cibus dove... cito dal comunicato ufficiale filipponiano: «Sipario aperto sulla 21esima edizione del Salone Internazionale dell’alimentazione Cibus di Parma e Teramo subito protagonista della rassegna enogastronomica internazionale, con tantissimi visitatori che hanno visitato lo stand allestito dal Comune di Teramo, rappresentato dall’assessore alle attività produttive Antonio Filipponi. Produttori, chef, ristoratori, protagonisti del settore e vanto della tradizione culinaria teramana hanno raccolto l’invito dell’amministrazione che ha organizzato una 4-giorni di cooking show per celebrare le ‘scrippelle m’busse’, il tacchino alla canzanese, la ‘pizza dogge’, i maccheroni alla chitarra teramana con le pallottine, le mazzarelle e piazza di Pasqua, il timballo con le scrippelle, il formaggio fritto e i bocconotti, porchetta di Campli e ‘caggionetti’…».

Neanche un arrosticino.

E invece, i cronisti del Giro cercavano quelli.

E le Virtù estive? Quei 73mila euro spesi per la manifestazione che, diceva Filipponi: «…rappresenta il frutto di un lavoro di circa tre anni sull’enogastronomia teramana e sulla sua promozione …».

Chissà dov’erano i telecronisti del Giro, in questi tre anni, per non accorgersi del Cibus, delle Virtù e di tutto il lavoro di promozione di Filipponi. 

Forse l’unica soluzione è quella che propone Pilotti: «Fatemi una cortesia: ditegli che vogliono saranno nostri ospiti, così capiranno in quale errore siano incorsi».

Buona idea.
Invitiamoli.

Ma chi paga?

Ah già, ma che domande faccio…. ?

ADAMO