L’appetito… vien mangiando. Specie quando le bocche da sfamare sono tante e gli equilibri da gestire sono troppi. E se c’è una cosa - tra le tante - che D’Alberto non sa fare, è quella di “pensare politicamente”. Del resto, la storia dei suoi primi cinque anni lo dimostra: tre rimpasti, assessori entrati al secondo e usciti al terzo, deleghe cangianti, vicesindaci divenuti oppositori e oppositori divenuti vicesindaci, qualche disoccupato di troppo in cerca di uno stipendio e per questo intoccabile (anche perché protetto dalle altrui preferenze) e, soprattutto, una lentezza amministrativa che, promesse a parte, ha condannato Teramo a cinque anni di quasi nulla.
Fatta eccezione per feste e sagre, sulle quali non mi ripeterò.
Adesso, quella “apoliticità” gianguidica si riflette sulla composizione della Giunta che, nell’apparente facciata di tranquillità, in realtà sta scatenando più di un malcontento. Al punto che, adesso, il Primo Cittadino sta giocando la carta del “rimpasto programmato” ovvero dopo le elezioni, quindi più o meno ad aprile 2024.
Questo significa che, in questo momento, c’è chi dovrebbe accettare l’assessorato (col relativo stipendio da 5000 euro lordi al mese) sapendo di doverlo lasciare tra meno di un anno. E significa anche che c’è chi, adesso, dovrebbe accettare di restare fuori con la promessa di un assessorato (col relativo stipendio da 5000 euro lordi al mese) tra meno di un anno. Coi tempi di D’Alberto, però… tutti sanno che queste sono promesse difficilissime da mantenere.
Dunque, a parte i “sicuri” e cioè Filipponi, Cavallari, Ciapanna e Sbraccia, tutto il resto sembra ancora un complicato tetris, che andrebbe ad incastrarsi alla perfezione, solo se Valdo Di Bonaventura accettasse la presidenza del Consiglio. Ma non la vuole. Il resto, è la fiera del mugugno, incrociato e “interno”. Mugugna il PD, perché la corrente di Mariani vuole l’assessorato per il primo degli eletti, Di Marcantonio, ma anche perché il partito vuole due posti, forte della presenza di quattro consiglieri, e non gradisce che li voglia anche Bella Teramo. Due posti li rivendica anche - sottolineando di essere stato il vero artefice della vittoria - Camillo D’Angelo per In Comune per Te, mentre la lista del Sindaco, Insieme Possiamo sembra impegnata in una sorta di silenziosa faida femminile, visto che mezza lista non vuole l’assessorato alla De Sanctis, ma preferirebbe il ritorno della Falini (sponsored by Lancione), mentre Verna annuncia ricorso al Tar con la speranza di prendersi il posto in Consiglio che, per un solo voto, è andato ai cinque stelle, che avranno peró comunque un’assessora, alla quale saranno rifilate solo le deleghe di terza fascia. Mentre concludo queste righe, riflettendo sulla "debolezza" politica (e caratteriale) del Primo Cittadino, il temporeggiatore seriale, mi dicono che, nelle sue consultazioni, il Sindaco avrebbe incontrato anche Vincenzo Cipolletti. Comincio la giornata ridendo…
Buongiorno Teramo…
ADAMO