Niente. Proprio non ce la fa. Non riesce a stare senza insultare i giornalisti. Anzi: i “giornalai”, come ci definisce lui, mostrando anche una squisita sensibilità, da vero uomo di sinistra, nei confronti di una categoria di lavoratori costretta, in questa fase storica, a vivere un momento difficile, con la chiusura delle edicole e la crisi del giornalismo su carta. Niente, SuoerTony Villani, Sindaco di Pietracamela, si rimette la sua divisa e riparte alla crociata contro i giornalisti.
Estinto SuperCipo, ormai condannato ad una supereroica marginalità web, dalla quale riemerge di tanto in tanto per consegnare alla storia qualche lampo di inutilità, il pretarolo SuperTony resta l’ultimo dei supereroi in attività.
Ed è sempre pronto a togliere il suo costume dalla naftalina dell’armadio buono, lo stesso nel quale conserva la tuta da sci, quella che usa per le sue settimane bianche sulle Dolomiti, come fanno tutti i sindaci delle località sciistiche abruzzesi, no?
Ma perché SuperTony se la prende coi giornalisti?
Ve lo dico io: perché s’è offeso.
Lui è fatto così: se noi scriviamo che è in assoluto, a nostro giudizio, il peggior sindaco della storia di Pietracamela, allora lui va su facebook e ci chiama “prezzolati”.
Se invece scriviamo che, anche e soprattutto a causa delle sue transenne, il concerto di Ron è stato un flop, allora siamo giornalai.
E nell’insultare la nostra categoria, ghiotto com’è di figuracce (al pari di SuperCipo) non si accontenta di quella rimediata con il selfie di rito con l’artista, nella quale Ron l’ha lasciato oltre la transenna mentre la sera dopo all’Aquila col Sindaco Biondi…
ma si avventura anche nelle oscure selve della lingua madre.
E ci offre, da novello accademico della Crusca, una perla di cultura indimenticabile.
Eccola:
Dunque, SuperTony ci chiama “giornalai” perché qualcuno, tra noi, avrebbe scritto “piccozza” e non “picozza” come il Sindaco vorrebbe.
Verrebbe voglia di sprecare qualche riga sull’ etimologia, che trovando in “picco” la sua genesi di riferimento verbale, non può che declinare in “piccozza”, ma siccome Giancarlo Falconi ha già offerto al Nostro il riferimento della voce "piccozza" dal vocabolario Treccani, mi limiterò, ad usum delphini, a donare a SuperTony un accenno della stessa voce dal Grande dizionario della Lingua Italiana, meritoria opera Utet supervisionata dai "cruscaioli".
Credo valga anche per la lingua parlata a Pietracamela.
Chiuso il capitolo “piccozza”, c’è un altro lemma che, in queste righe, merita una citazione: “preta”.
Questo non lo cerco sul vocabolario, perché l’ho già trovato. È “parcheggiato” in mezzo a Pietracamela, sotto forma di monumento. Ve lo offro in doppia versione, solare e notturna.
A parte la forma vagamente fallica e l’oggettiva bruttezza del tutto (sulla “fantasia” di una pietra quale monumento a Pietracamela , vi risparmio il commento), quello che mi incuriosisce è come questa opera d’arte sia potuta costare 24mila euro.
Già, 24 mila euro per una pietrona in mezzo ad una piazza.
Ma di questo scriveremo presto…
Siamo “giornalai”...
ADAMO