Non succede… ma se succede, voglio vedere quanti teramani, tra quelli che l’hanno rivoluto alla guida della città, ammetteranno l’errore.
Non succede… ma se succede, voglio vedere tutti i paladini del “Gianguidobis”, chiedere scusa alla città.
Non succede… ma se succede, voglio vedere le facce di tutti quelli che si sono lasciati contagiare dalla pandemia dell’annuncite.
Non succede… ma se se succede, voglio che qualcuno mi spieghi cosa “ora Teramo può”.
Di cosa sto parlando?
Avete ragione: non ho ancora introdotto l’argomento principale di queste mie righe: l’abbandono di Gianguido. O meglio: il fatto che, solo per seguire la sua smodata ambizione personale, il rieletto Sindaco di Teramo si stia preparando ad offrire alla città una - l’ennesima - tristissima pagina politica legata al suo nome. Per essere precisi: Teramo sta rischiando di ritrovarsi di nuovo commissariata, perché il primo cittadino, quello dei migliaia di selfie, non riesce a placare la celebrazione di sé stesso.
Non vi è ancora chiaro?
La faccio più semplice: Gianguido D’Alberto vuole candidarsi alla presidenza della Regione Abruzzo, abbandonando Teramo cinque mesi dopo la sua rielezione.
Questa è la mia teoria, e come tutte le teorie pretende prove che la supportino.
Io ve ne darò cinque.
PRIMA PROVA
Il Centrosinistra, al momento, non ha un candidato presidente da opporre a Marsiliio. Si voterà a marzo del 2024, ma non c’è un candidato. Silvio Paolucci, che da tempo sembrava essere destinato alla sfida, in realtà rischia di essere sacrificato, perché il suo PD vorrebbe candidare l’ex rettore Luciano D’Amico a Sindaco di Pescara. E non solo, in cambio della rinuncia al proprio candidato, lo steso PD potrebbe anche chiedere la candidatura a Sindaca di Teramo per l’attuale vicesindaca, Stefania Di Padova.
SECONDA PROVA
D’Alberto è al suo secondo - e ultimo - mandato. Un mandato che finirà a giugno del 2028, quando mancheranno 9 mesi alle successive Regionali. Nove mesi, senza fascia e senza ruolo, sopratutto senza selfie, sarebbero per lui un periodo di totale oblío, tale da rendergli impossibile una futura carriera politica. Inoltre, D’Alberto sa benissimo che, tra cinque anni, la stragrande maggioranza delle sue tantissime promesse… saranno ancora solo promesse. E non potrà rioffrirle ai teramani. Quindi, ha due sole possibilità: candidarsi subito alla Regione, oppure correre per il Parlamento nel 2027. Se resta Sindaco fino al 2028, la sua carriera politica è finita.
TERZA PROVA
Non sono passati ancora due mesi dalla rielezione. Neanche due mesi. Siamo in piena estate… e in piena Coppa Interamnia, eppure, il rieletto Sindaco non vara un programma di interventi immediati per rimediare al pietoso stato delle strade cittadine, né si impegna per sistemare le scuole prima dell’avvio del nuovo anno scolastico, ma sopratutto non ha ancora portato all’approvazione il conto consuntivo, per il quale anche la Prefettura invió una diffida. Senza quell’approvazione, il Comune non può ricevere finanziamenti, non può assumere, non può utilizzare i fondi risparmiati. Quel rendiconto andava approvato, per legge, entro il 30 aprile, ma la vecchia maggioranza … non lo fece. E la nuova , che poi è la stessa, non l’ha ancora fatto. Eppure, siamo a metà luglio… quindi oltre settanta giorni di ritardo, ma sono altre le priorità gianguidiche. Infatti, prima ancora del Consiglio che dovrebbe approvare il rendiconto, si terrà il vero evento che occupa tutti i pensieri del Primo Cittadino. Un evento così urgente da farsi in estate, durante la Coppa, a meno di due mesi dalla rielezione. Un evento che è, in questa mia analisi, la prova regina. Eccola:
QUARTA PROVA
Giovedì prossimo, 13 luglio, a meno di due mesi dall’elezione del Gianguidobis, si terrà a Teramo “Abruzzo, Insieme, Ora, iniziativa regionale promossa dal Sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto”
E di cosa si parlerà di tanto urgente, in questo evento che - evidentemente - non poteva aspettare i mesi freschi, ma doveva essere per forza organizzato subito, sotto questo sole terribile, in una città impegnata con la Coppa?
La risposta ce la serve lo stesso Gianguidobis: “In vista del prossimo appuntamento per le elezioni regionali avvertiamo la necessità di tornare a confrontarci sui temi prioritari per lo sviluppo del nostro Abruzzo – spiega D’Alberto – per costruire insieme a tutti i partiti, alle realtà civiche, ai movimenti e alle associazioni che hanno a cuore il destino della nostra regione, un progetto alternativo alle destre”.
Capite? Il Sindaco della città della mancata ricostruzione, delle scuole mal sanate e delle strade devastate, “avverte la necessità” di pensare allo sviluppo del “nostro Abruzzo”. E lo vuole fare - udite udite - così: “La volontà è quella di proseguire, sviluppare ed ampliare un percorso comune che lo stesso D’Alberto, insieme ad altri amministratori locali, ha già avviato da tempo e che guarda a rafforzare quel modello che vede insieme forze politiche e civiche in un progetto condiviso e di ampio respiro”.
Toh, riecco il Modello Teramo.
Chissà, magari Gianguidobis ha pensato che, se all’epoca funzionó per portare Chiodi alla Presidenzq, hai visto mai che…
Del resto, già parla da candidato: “La nostra è una Regione dalle eccezionali potenzialità e dalle straordinarie specificità, che nel corso di questi anni non sono state adeguatamente valorizzate” - si legge nel comunicato stampa sull’evento di giovedì - “E’ ora di dire basta all’Abruzzo a diverse velocità, nella consapevolezza che un territorio, come ho avuto modo di dire più volte, cresce solo se cresce, in modo organico, tutto insieme”. Quando si arriva alla citazione di sé stessi, siamo ormai ben oltre l’ipertrofia dell’ego, ma siamo in pieno narcisismo autoreferenziale, con overdose da selfie.
QUINTA - E ULTIMA - PROVA
Ultimo dettaglio, credo decisivo: tutto quello che vi ho raccontato, succede adesso, anzi: DEVE succedere adesso, sotto questo sole, durante la Coppa e prima dell’approvazione del rendiconto, perché per correre per la Regione, D’Alberto dovrà dimettersi entro ottobre. Ovviamente, non potrà candidarsi da solo: il suo progetto è di porsi, con eventi come quello di giovedì, all’attenzione del Centrosinistra regionale che, non trovando altro candidato, scelga magari proprio lui.
Non succede… ma se succede…
ADAMO