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WhatsApp_Image_2023-07-14_at_11.12.49.jpegNella sala, pardon: sauna consiliare del Parco della Scienza, si è celebrato oggi il rito tristo dell’approvazione del Conto Consuntivo.
Che poi è la somma delle spese sostenute da un’Amministrazione Comunale.
Tra tutti, è spesso il più “pesante” dei Consigli, perché si discute di somme già spese (e quindi non più modificabili) e poi perché stavolta se ne parla addirittura due mesi dopo le elezioni, quindi anche senza alcuna potenziale “vivacità” elettorale. E poi andava approvato… entro il 30 aprile, quindi siamo anche in grande ritardo, ma l’hanno fatto oggi.
E tanto basta.
Fa caldo. Troppo.

L’aria condizionata è… condizionata dal fatto che funziona poco e male.
Un po’ sì, un po no.
«Lo fate per impedirci di fare opposizione?» - dirà con una battuta Tiberii, ma a tratti il caldo è insopportabile.
Sui bachi compaiono ventagli veri e improvvisati, c’è chi cerca impossibili frescure in una bozza di delibera, chi in un paio di fogli piegati, chi in un volantino, chi come Carginari cerca di intercettare la “corrente” tra le porte aperte, mentre l’ex assessore Core sfoggia un ventaglio nero con arabeschi floreali rossi, da tanguero.

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Fa caldo. Troppo.

Mi affido ad un volantino di giochi senza barriere, un po’ fa, mentre la vicesindaca Di Padova sciorina numeri e conti (ASCOLTALA) sul rendiconto di gestione, e mi appunto i quasi sessanta milioni di fondi ddisponibili.

Poi tocca al dibattito.

Pur nella logica scontata del confronto tra le parti, e sui soldi, non sono mancati interventi puntuali ed interessanti, come quello delle opposizioni, a cominciare dalla diffida di Antonetti al Presidente Melarangelo, perché il Consiglio Comunale, convocato per le 9… comincia alle 9,40. Antonetti chiede il rispetto degli orari.
E non sbaglia, quello della mancata puntualità è vizio antico in Consiglio, lo si combatte - senza fortuna - da sempre.
Antonetti, poi, ricorda le infinite spese e i contributi elargiti anche in campagna elettorale, un ritardo figlio della necessità di apparire più che di fare, e critica l’avanzo di amministrazione «Perché è la dimostrazione dell’ immobilismo della vecchia/nuova amministrazione… non sono soldi risparmiati, ma soldi non investiti»
Puntuali anche le contestazioni di Cozzi, che attacca a testa bassa sui contributi e chiede alla maggioranza se non provi vergogna, per l’aver speso tanto… senza pensare ai veri problemi come l’asfalto e il commercio.

Apprezzo, e tanto, l’intervento del consigliere Fracassa, che QUI VI OFFRO,, perché ha dettagliato con attenzione tutta una serie di problemi. Un cahier de doléance, il suo, attento e argomentato, che si spinge anche alla contestazione del dettaglio, toccando finanche gli investimenti in comunicazione della TeAm e le assunzioni dei giornalisti da parte del Sindaco.

Corona segue, ma punta sulla videosorveglianza lacunosa, e sugli atti attesi da anni, mentre Rabbuffo pennella un intervento di garbo e di contenuti. 
Il caldo aumenta, me ne vorrei andare, tanto l’esito è scontato, ma so che parlerà Raiola, fresco presidente della Commissione Bilancio, che su di me esercita lo stesso effetto rilassante di una puntata di Zelig.
Generando le stesse risate - ovviamente.
Il caldo aumenta, anche quel piccolo refolo d’aria che sembrava uscire dalle bocchette, si spegne, sventolano ventagli e fogli, mentre dai banchi della Maggioranza replicano Malavolta e Core, l’uno suo numeri l’altro sul senso politico del dibattito.

Mi piace la pacatezza di Malavolta, pur se non condivido tutta la lettura che fa dei dati (il risparmio, per me, nel pubblico resta una spesa mancata), e di Core apprezzo i passaggi “politici” di difesa del ruolo dell’azione politica gianguidica, ma molto meno quelli sul richiamo al governo di “quelli che adesso stanno in minoranza”, perché è inutile viaggio nel passato.
E poi, Teramo non sta “andando insieme verso il futuro”? 

Interviene anche D’Egidio, il caldo è ai limiti dello svenimento, ma tocca a Raiola, non posso andar via.

E faccio bene.

Il giovane consigliere di maggioranza, non mi delude: in un quarto d’ora di nulla condito di niente, mischia - in un intervento aperto da un “quello che è successo nella mia commissione non mi ha fatto impazzire” - citazioni di Esopo e dati sull’inflazione, la pandemia e il commissariamento post Brucchi, la guerra in Ucraina e gli orari dei dipendenti del Comune, fino ad avventurarsi in un richiamo finale, col tono da professorino di prima nomina o da supplente supponente saccente, in una triplice pretesa di rispetto, rivolta ai banchi della Minoranza, che viene accolta con la stessa attenzione che avrebbe riscosso in sauna consiliare un venditore di termocoperte.

Vado via.

Ormai, siamo ben oltre le 13,30, il caldo aumenta, l’approvazione del rendiconto non è in discussione e ho avuto la mia dose di Zelig.


Posso andare al mare. 


ADAMO