• CANTORO
×

Avviso

Non ci sono cétégorie

antoniofilipponiAlla fine, tanto tuonò che piovve. Dopo le discussioni, gli scontri anche accesi tra l’assessora al Bilancio e quello agli Eventi, una soluzione è stata trovata, ma è una soluzione che non piace certo a Filipponi, che voleva 400 mila euro per la sua “indomita” estate teramana e invece dovrà “accontentarsi” di 330 mila.

No, non sono sarcastico, dico davvero: Filipponi dovrà accontentarsi dei 330 mila che la Di Padova gli ha concesso, nella ripartizione della prima variazione, costruita attingendo al tesoretto da 5 milioni di risparmi.

Perché dico che dovrà accontentarsi?

Ve lo spiego.

Nei 330 mila sono ricomprese le “Virtù estive”, ovvero la seconda edizione dell’inutile (secondo me) e mal riuscita (secondo tutti) manifestazione gastronomica vista l’anno scorso. Costó 70 mila euro, dubito che ci faranno sconti.

Quindi i 330 scendono a 260mila.

E in questi è compreso anche (a proposito di manifestazioni a mio avviso del tutto inutili) il Premio Gianni Di Venanzo, che un anno fa prese, mi sembra di ricordare, qualcosa come 40mila euro.

E scendiamo a 220.

Nei quali sono comprese le proiezioni del cinema nelle frazioni, ovvero un’altra dozzina di mille euro in meno.

E siamo a 208, mille più, mille meno.

Ma nel conto c’è anche la rassegna pittorica Extemporamnia, e anche qui sono 12 mila.

Siamo a meno di duecentomila euro.

E per Fortuna di Filipponi, 178.000 arrivano dalle economie effettuate su altri capitoli di spesa non utilizzati (mi piacerebbe sapere quali), altrimenti forse si sarebbe ritrovato con un pugno di spiccioli.

Invece, grazie agli “avanzi” potrà spendere circa duecentomila euro.

La metà precisa di quelli che voleva.

Come farà?

Come potrà adesso offrire qualche spettacolo “storico” alla città, strapagando qualche grosso nome…

Sono un po’ preoccupato, va a finire che quest’estate non ci scappa neanche un selfie sul palco… o se ci scappa, sarà qualche nome di secondo piano, visto che ormai i migliori hanno già i tour fissati.

Vedremo.

Nell’attesa, cercherò di trovare una risposta ad un dubbio che mi assilla in questi giorni: dopo aver concesso il Duomo a Melozzi per le prove di un concerto aquilano, adesso hanno concesso al “non vincitore” di Sanremo il Teatro Comunale per le prove di un concerto pescarese.

Chi lo paga il Comunale?

Buongiorno Teramo

ADAMO