Dite la verità: vi stavate chiedendo perché non avessi ancora scritto nulla sul concertone evento - storico - unico - irripetibile - fantastico - straordinario di Venditti e De Gregori, insomma, la serata più mitica di tutte le serate mitiche del 2023…
La verità… è che volevo godermi tutto lo spettacolo di arte varia, selfie e post autocelebranti, prima di fare un paio di considerazioni.
Basandomi, come sempre, su fatti veri, accertati e verificabili.
Sarà interessante, vedrete, perché quella di quest’anno è stata davvero una serata memorabile.
E non immaginate quanto memorabile…
Ma andiamo per ordine, cominciando dal primo dato di fatto: Venditti e De Gregori, quest’estate, sono venuti tre volte in Abruzzo: il 19 luglio a Lanciano, il 21 agosto a Tagliacozzo e il 9 settembre a Teramo.
So’ curioso, lo sapete, m’è venuto il ghiribizzo di sapere quanto siano costati, quei concerti.
Perché quella che vi racconto oggi, è una storia di soldi.
E siccome sono soldi nostri, è una storia che va raccontata per bene.
Cominciamo da Lanciano.
Quanto ha speso il Comune frentano per Venditti e De Gregori?
«Il costo è stato a carico degli organizzatori, con ingressi a pagamento - mi dice il vicesindaco, nonché assessore alla Cultura, Danilo Ranieri - il Comune ha patrocinato, nel senso che ha favorito gli eventi in cartellone con la propria logistica, uffici ed addetti, a monte ed a valle degli eventi». Ma nessun contributo economico. Cinquemila posti a sedere, biglietti da 100 euro (primo settore) poi a scalare fino a 50. Tutto esaurito.
Andiamo a Tagliacozzo.
Qui la cosa si fa davvero interessante, perché il Comune non solo non ha speso un euro per quel concerto… ma ci ha guadagnato.
Ve la spiego, perché quella che mi ha raccontato l’assessora alla Cultura Chiara Nanni, è la storia bella di un altro modo di fare le cose, e di farle bene.
Quella storia bella, si chiama “Festival Internazionale di Mezza Estate”, ed è un mese di eventi di altissimo livello (QUI il programma) che il Comune organizza direttamente.
Ripeto: D I R E T T A M E N T E.
Significa che il Comune di Tagliacozzo non si appoggia ad associazioni culturali, alle quali concede patrocinio e corposi contributi, ma investe di suo… e incassa di suo.
E non solo: «Il fatto di essere organizzatori, ci consente di accedere ai contributi del Fus (il Fondo unico nazionale per lo spettacolo), del Furc (il Fondo Unico Regionale per la Cultura), della Legge 55 della Regione Abruzzo e di ricevere sponsorizzazioni per gli eventi che organizziamo».
Ve la faccio breve: quest’anno il Comune di Tagliacozzo ha speso per il Festival Internazionale, una somma che supera i 600 mila euro, investendone 120mila del bilancio 2023, recuperando i 200 mila di utili prodotti dal Festival dell’anno scorso e incassando sponsorizzazioni e biglietti.
Ecco, i biglietti, quelli venduti per il concerto di Venditti e De Gregori hanno prodotto un incasso superiore al costo del concerto stesso.
Già, ma quanto costa il concerto di Venditti e De Gregori?
La risposta ve la dico e ve la faccio leggere (QUI), costa 120mila euro più iva, che è al 10%, quindi 132 mila euro.
E adesso, veniamo al superevento teramano.
Talmente super e talmente evento che, prima di Teramo, in questa regione l’hanno ospitato un Comune di 33 mila abitanti senza spendere un euro e uno di 6 mila residenti guadagnandoci.
E noi?
Noi, quel concerto, l’abbiamo pagato tutti.
Anche quelli che non ci sono andati.
Per capire quanto l’abbiamo pagato, però, dobbiamo fare un po’ di conti, cominciando da un numero che, anche solo a scriverlo, spaventa (benché in questi anni io abbia visto, e raccontato su queste pagine, delle vagonate di soldi spesi in concerti e feste, sagre ed eventi) e cioè 190mila euro.
Sono i soldi che con la delibera approvata tre giorni dopo Ferragosto, nel pieno del solleone estivo, la Giunta all’unanimità concede all’ “ACS Abruzzo Circuito Spettacolo - Impresa Sociale”, per lo svolgimento degli eventi ricompresi nella manifestazione denominata “TERAMO NATURA INDOMITA 2023”.
Ma ve l’immaginate?
Nell’immenso calore ferragostano, i nostri poveri assessori costretti a rivedersi tutti insieme, per approvare il programma indomito.
Costretti a lavorare, mentre noi ce ne stavamo al mare, per deliberare centonovantamila euro di contributo.
Già. ma per contribuire a cosa?
Ma come a cosa?
Ma al ricchissimo programma di Teramo Natura indomita, che diamine!
Cioè: una dozzina di eventi di yoga, sì yoga; una decina di eventi di letture e presentazioni di libri; sei eventi di natura sociale e solidale, con donatori di sangue e Arcigay; due cene con Sherlok (scritto proprio così, ahimè), Sport sotto le stelle; la Strateramo e tre concerti, ovvero quello di “Aprés la classe” pagato dalla Regione e quelli di Carmen Consoli - Marina Rei e di Venditti - De Gregori.
Non so cosa ne pensiate voi, ma io, ad occhio, proverei a dire che, a meno che le sedute yoga non le abbia fatte qualche santone venuto in aereo privato da Bombay, e che le cene di “Sherlok” non le abbiano preparate a quattro mani Niko Romito e Massimo Bottura, con la pizza dogge fatta da Iginio Massari, gli eventi più costosi sono stati i due concerti.
Vado a spanne: secondo voi, per tutto lo yoga, le letture etc etc, saranno bastati 20mila euro? Anche se, in realtà, mi risulta difficile capire quali siano le spese, visto che si tratta di associazioni che si autopromuovono.
Vogliamo considerare un 30mila euro per Sport sotto le stelle e Strateramo?
E per il concerto di Consoli e Rei, saranno bastati 40mila euro?
Perché se così è, sempre a spanne, sul concertone evento - storico - unico - irripetibile - fantastico - straordinario di Venditti e De Gregori, saranno finiti un centinaio di migliaia di euro.
Migliaio più, migliaio meno.
Ai quali, è qui la cosa si fa interessante, si sommano - il dato è ufficiale dell’Acs - i 118.915,93 euro dello sbigliettamento.
Che è un gran risultato perché, visti i decimali, immagino sia al netto della Siae, e che darebbe quindi un lordo che sfiora i 150mila euro.
Farò finta di non accorgermi che, se questi sono i numeri, vuol dire che c’erano tra i 100 e i 150 biglietti aggratis, con l’inevitabile prima fila regalata - in ossequio al più vieto provincialismo - alle autorità civili, militari e religiose.
Così come non farò la domanda che tutti ci siamo fatti, specie dopo il tracollo della biglietteria on line dell’Acs: ma perché solo tremila posti?
Perché non settemila in piedi, come per l’altro concertone evento - storico - unico - irripetibile - fantastico - straordinario di Max Pezzali?
E nessuno provi a dire che l’organizzazione non voleva posti in piedi, perché tra una settimana esatta, il 19 settembre, Venditti e De Gregori canteranno a Villa Manin di Codroipo, coi posti in piedi a 46 euro.
Provo a tirare le somme.
Se il Comune avesse organizzato in proprio il concertone evento - storico - unico - irripetibile - fantastico - straordinario di Venditti e De Gregori e tutto il contorno indomito, anche spendendo 190 mila euro, avrebbe incassato i 118.915,93 dei soli biglietti, più i contributi di Bim, Fondazione e sponsor vari.
E se, al posto della faraonica arena, avesse scelto la “platea” alla Max Pezzali, oltre al risparmiare i costi delle tribune montate, avrebbe incassato, alle quote di Codroipo, oltre trecentomila euro.
Se... se... se.... il problema è che, tutti questi "se", sono la plastica rappresentazione dell'inutilità della Gianguideria.
Se le cose stanno come ce le raccontano, allora il Comune dovrebbe avere la dignità di non prendersi alcun merito nella riuscita dell'evento, perché l'unico "merito" è quello di aver dato ad un'associazione 190mila euro... che erano tutti soldi nostri.
Il merito, se c'è, è dell'associazione che ha avuto l'idea di organizzare un concerto... ma non è un merito, perché in realtà rischia pochissimo di suo, visti i biglietti e il contributo comunale.
La verità, è che anche questa ennesima estate gianguidesca, si chiude con la carrellata di selfie filipponico - dalbertiani, sullo sfondo di una piazza occupata dalle impalcature della mega arena, ma da un angolo della quale si intravede una sala consiliare chiusa da sette anni, mortificata da una ricostruzione pubblica che continua a restare una chimera.
Eppure, ci si illude che spendere centinaia di migliaia di euro in "concertoni" serva a rilanciare il centro storico.
Che si spegne sempre di più.
La musica è finita, il palco è stato smontato, tra un po' si comincerà a pensare al Natale Teramano.
Con altro mega contributo ad un'altra associaizone o magari alla stessa.
All'insegna dell'apparire senza fare.
Spendendo somme mostruose.
Con le quali, si potrebbe fare un Festival.
Come a Tagliacozzo., con un mese di città piena di eventi e di gente.
Ma qui non siamo a Tagliacozzo.
Qui siamo a Teramo.
E ora Teramo può.
ADAMO