Che si faccia o non si faccia a Villa Mosca, il nuovo ospedale di Teramo ha innescato una serie di movimenti sotterranei, politicamente parlando, che potrebbero scatenare conseguenze già prima, molto prima che si decida anche solo il nome del progettista.
Movimenti che agitano la maggioranza, incrinata (benché mai sia stata granitica) dalla fronda sannicolese, che avrebbe ovviamente preferito l’ospedale a Piano d’Accio, rimpinguata da altri consiglieri in disaccordo esplicito sulla scelta di Villa Mosca.
Sembra che, già dal giorno successivo al Consiglio Straordinario, quello nel quale il collettivo applauso dell’aula ha cristallizzato l’euforia, di quello che io credo sia uno dei più grandi errori fatti dalla politica cittadina, siano riemersi i mugugni.
Anzi: siano aumentati.
A mugugnare più di altri sarebbero, come detto, i sannicolesi (Lancione, Falini…) ma rinforzati da D’Ovidio e Cordone, che non avrebbero gradito l’idea di fare un ospedale nuovo abbattendo quello vecchio, mentre quello vecchio continua a lavorare.
Un mugugno, che contravviene la prima regola dell’amministrazione Gianguidica: “Raccontare sempre che siamo un team unito e coeso”, quindi va arginato subito.
Già, ma arginato come?
E qui, le raffinate intelligenze politiche dei consiglieri più stretti del Sindaco, avrebbero sfoderato la soluzione perfetta: assessoriamoli!
Quale miglior modo di battere un nemico, di quello di farselo amico?
Ed ecco che D’Alberto starebbe valutando di rimpastare la Giunta subito dopo le Regionali, anche alla luce di quelli che saranno i risultati elettorali degli assessori candidati (Cavallari e Di Bonaventura) offrendo alla Falini un posto in Giunta.
Non spenderò altre parole, in questo articolo, per ricordarvi quale sia il mio giudizio sulla qualità assessorile della Falini, l’ho già detto durante il Gianguido I.
Però, la matematica impone una scelta. A meno che non si liberi un posto, con l’elezione di uno dei due assessori, per far entrare la Falini… qualcuno deve alzarsi e liberare la poltrona.
E anche su questo, che vi credete?, il direttorio gianguidico ha trovato una soluzione: via Ilaria De Sanctis, che peraltro appartiene alla componente dalmata della Giunta, con l’assessore Ciapanna, e non sono pochi quelli - anche tra i vicinissimi a D’Alberto - che ritengono che i dalmati abbiano avuto troppo nella formazione della Giunta.
Sacrificare la De Sanctis, che gestisce - con sincera partecipazione emotiva - un assessorato rognosissimo come quello al sociale, sarebbe secondo me un errore madornale. Non che mi meraviglierebbe, perché dal comitato degli annunci che amministra questa città, ormai, mi aspetto ogni manifestazione di arte varia, ma ripeto: togliere la De Sanctis sarebbe un errore.
Anzi: un doppio errore.
Il primo per quello che fa la De Sanctis, il secondo perché, nel tentativo di placare il mugugno sannicolese, il Sindaco potrebbe crearne un altro e molto più grande. Togliere la De Sanctis significa mettere a rischio la tenuta della stessa maggioranza, visto che il già citato Ciapanna potrebbe chiedere conto della scelta, mentre la componente mariana (che si attende un deciso appoggio alle regionali per Sandro Mariani) potrebbe chiedere conto al Primo cittadino di quelli che saranno i suoi certissimi silenzi elettorali.
La scelta “popolana” di fare il nuovo ospedale a Villa Mosca, potrebbe costare molto cara al Sindaco.
Molto più di quanto immagini….
ADAMO