“Brandizzare” è un brutto verbo, figlio di quell’inevitabile passione nostrana per l’anglofonia, che ci porta ad aggiungere, al nostro già ricchissimo vocabolario, ogni possibile parola nuova, che sappia di moderno e magari faccia tendenza.
“Brandizzare”, secondo il vocabolario, significa “trasformare qualcosa in un marchio commerciale”, ma anche “caratterizzare tramite l'applicazione degli elementi distintivi di una marca aziendale”.
“Brandizzare”, secondo il vocabolario, significa “trasformare qualcosa in un marchio commerciale”, ma anche “caratterizzare tramite l'applicazione degli elementi distintivi di una marca aziendale”.
E l’Accademia della Crusca, arriva addirittura a spiegarci che «…se al posto di brand possiamo usare marchio, non esiste invece un marchizzare che sostituisca brandizzare nel senso di ‘dotare un prodotto di caratteristiche ed elementi di accompagnamento che lo rendano riconoscibile ecc.’; quindi paradossalmente brandizzare sembra essere un prestito di necessità; o almeno, più necessario della base da cui è derivato».
Tra tutte, però, la declinazione più curiosa del verbo, sembra essere quella adottata dal Comune di Teramo, per il quale “brandizzare” significa «Spendere 30 mila euro per attaccare un adesivo sulle biciclette».
Tra tutte, però, la declinazione più curiosa del verbo, sembra essere quella adottata dal Comune di Teramo, per il quale “brandizzare” significa «Spendere 30 mila euro per attaccare un adesivo sulle biciclette».
I soldi, venticinquemila euro più iva, sono figli dei Programmi Operativi Regionali finanziati con Fondo europeo di sviluppo regionale, ovvero del “Por Fesr 2014 - 2020”, quindi sono soldi dell’Europa, e arrivano a Teramo passando attraverso una mezza dozzina di incontri internazionali, una decina di incontri regionali e un numero indefinibile di documenti protocollati, tutti impostati sulla definizione della Sus che poi porta al Pums, che poi sarebbe lo “Sviluppo Urbano Sostenibile”, padre del “Piano Urbano della Mobilità Sostenibile”.
Questo rincorrersi di acronimi, che tanto piacciono all’Europa, a Teramo significa che il Comune comprerà biciclette elettriche per favorire una mobilità “green”.
E' già deciso e deliberato (LEGGI QUI)
E' già deciso e deliberato (LEGGI QUI)
In realtà una trentina di biciclette già ci sarebbero, solo che per evitare che facessero la fine di quelle del bike sharing tentato anni fa, che venivano vandalizzate di continuo, o dei monopattini ritrovati ovunque, anche nei fiumi, il Comune ha deciso di affidarle a due attività commerciali, ma siccome la cosa è pubblicizzata poco e male i teramani praticamente non lo sanno, così non le usa quasi nessuno. Il progetto del Comune, quindi, è quello di acquistarne altre, per metterle nei parcheggi pluripiano alle porte del Centro Storico, per spingere i teramani ad avventurarsi in città pedalando, dopo aver lasciato la macchina tra le strisce blu.
In attesa delle biciclette, però, c’è da pensare al brand.
Bisogna “brandizzare”.
Ed ecco che dal capitolo del “Por Fesr del Sus per il Pums”, spuntano quei venticinquemila euro più Iva, che andranno con affidamento diretto (cioè senza gara d’appalto) alla ditta che realizzerà la “brandizzazione del materiale rotabile”.
Cioè l’adesivo per le biciclette.
Perché sui selfie, la bici brandizzata fa molta più figura.
Buongiorno Teramo, l'hai voluta la bicicletta? E adesso... paga
ADAMO
In attesa delle biciclette, però, c’è da pensare al brand.
Bisogna “brandizzare”.
Ed ecco che dal capitolo del “Por Fesr del Sus per il Pums”, spuntano quei venticinquemila euro più Iva, che andranno con affidamento diretto (cioè senza gara d’appalto) alla ditta che realizzerà la “brandizzazione del materiale rotabile”.
Cioè l’adesivo per le biciclette.
Perché sui selfie, la bici brandizzata fa molta più figura.
Buongiorno Teramo, l'hai voluta la bicicletta? E adesso... paga
ADAMO