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incsa.pngCredevo ci fosse un limite a tutto. Anche alla selfite patologica, che sembra aver preso possesso dei nostri amministratori comunali e che, posso affermare senza tema di smentita, è l’unica vera novità che questa amministrazione gianguidica ha introdotto.
E invece, no.
La selfite è ormai incontrollabile.
E’ un vero e proprio virus.
Una pandemica, continua rincorsa all’immagine da postare sui social, nel vano tentativo di barattare il sembiante con l’esistente, l’apparenza con la sostanza. Si inondano i social di fotografie, a ritmi da influencer adolescenti, nella speranza di poter diffondere la falsa verità di un attivismo produttivo. E non solo, perché nella compiaciuta certezza di poter fare cosa gradita, il Primo Cittadino Gianguido D’Alberto ha preso il vezzo di regalarci, ogni sera e ogni mattina, un "buongiorno Teramo” e un “buonanotte Teramo”, col fare un po’ piacione di chi sente di essere nel giusto e di avere una missione da compiere. 

Per il bene dell’umanità aprutina. 

Quello che le foto di regime non mostrano, né ci si può aspettare che lo faccia il codazzo caudatario dei velinari, è l’altra Teramo, quella degli annunci preelettorali svaniti all’alba della rielezione, quella dei lavori promessi e non mantenuti, quella dei milioni di euro di Pnrr che perderemo perché, tra un ritardo e l’altro, tra un “grande concerto” e un “evento storico” non abbiamo progettato le opere finanziate.
Ma oggi, credo si sia raggiunta la vetta della propaganda gianguidesca: la foto di spalle, in studiata posa, del Sindaco che guarda l’incendio (spento) del Mazzini, è un monumento alla pochezza, un trionfo della banalità, un manifesto della gianguidità.
Il post, poi, con il quale ci chiama “amici” e ci informa di aver «immediatamente effettuato un sopralluogo, nel corso del quale ho potuto accertare come la situazione fosse sotto controllo grazie all'intervento tempestivo dei Vigili del fuoco.…» è l’ammissione stessa dello scopo di quel post: solo ed unicamente quello di pubblicare quella foto. 

Perché gli incendi li spengono i pompieri, e quando è arrivato il Sindaco l’avevano già fatto (lo so perché io c’ero), e se è un incendio in ospedale, se ne occupa il direttore generale della Asl, che era presente nel momento vero dell’incendio e se ne era già andato quando è arrivato il Sindaco (lo so perché io c’ero).
Adesso, aspetto il solito raglio dei leccaculo pascolanti sui social, quelli che le foto del Sindaco le collezionano, felici di poter sapere che Gianguido veglia su di noi. 

Anzi: che la foto di Gianguido veglia su di noi…

ADAMO

 

 

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