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Che belle le bandiere della Coppa. Tutte colorate, esposte sui Corsi della città.
Da luglio.
Cioè da cinque mesi.
Eppure la Coppa è finita.
Da cinque mesi.
Ma le bandiere sono lì, dondolano lente al vento autunnale. Tra un po’, arriveranno le luminarie natalizie, chissà se per allora le toglieranno. 

Già, perché non le hanno tolte?

Le risposte a questa domanda sono tre.

La prima, è una risposta culturale: perché Teramo vuole ricordare a tutti di essere “Città aperta al Mondo”.

La seconda, è una risposta “tecnica”: perché la ditta Mastrilli, che dovrebbe rimuovere le bandiere, ha il cestello rotto.

La terza, è una risposta economica: perché il Comune di Teramo, che aveva preso l’impegno di dare un contributo da 100 mila euro, e di farsi carico di anticipare quello della Regione da 150mila, ancora non paga.

Da cinque mesi.

Quindi, non solo Mastrilli - cestello rotto o meno - non è stato pagato, ma nessuno di quelli che hanno lavorato per la Coppa ha ancora visto un euro.

E c’è addirittura chi avrebbe già messo meno alla carta da bollo, facendo scrivere dagli avvocati. 

Ma perché il Comune non paga?

Eppure, il Sindaco D’Alberto, nel chiudere l’edizione del cinquantennale, aveva detto «…oggi già ci prepariamo per la prossima edizione anzi, per i prossimi 50 anni di questo momento che parla di pace e di amicizia. Viva Teramo e viva la Coppa!».

Perché la Coppa viva, peró, servono soldi e non parole.

Serve un impegno vero, una scelta politica chiara, un’azione decisiva che metta la Coppa al sicuro da questo triste balletto annuale della ricerca di fondi. Dopo cinquant’anni, Teramo deve scegliere, una volta per tutte, se vuole la Coppa e se crede nella Coppa, oppure si deve porre fine alla lenta agonia che da anni affligge questa manifestazione unica e straordinaria.

E torniamo alla domanda iniziale: perché il Comune, dopo 5 mesi, ancora non paga? 

La prima “grana” sarebbe nata sulla questione dei danni alle scuole, che il Comune voleva scorporare dal contributo. Poi, però, ha scoperto che la Coppa ha una assicurazione ad hoc, quindi avrebbe potuto pagare.

E invece no, perché è scoppiata una seconda “grana”, quella di alcune fatture del rendiconto che, a detta degli uffici comunali, non avrebbero riportato una dicitura precisa. 

E ovviamente, per “agevolare” la Coppa, non è stata bloccata solo la quota parte relativa a quelle fatture, ma tutto il contributo, mettendo l’organizzazione dell’Interamnia in condizione di non poter pagare nessuno.
Neanche Mastrilli.

E le bandiere sono ancora lì.  

Sventolano lente, al vento delle chiacchiere.

ADAMO