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Ad inaugurare la nuova scuola di Isola del Gran Sasso, venne addirittura una principessa. Una principessa vera, Sua altezza Serenissima Charlene di Monaco, moglie di Albert Alexandre Louis Pierre Grimaldi, principe regnante monegasco.
E c’erano tutti all’inaugurazione, tutte le autorità civili, militari e religiose e anche un po’ di sangue blu.
Baci, applausi, foto di rito e sorrisi all’ombra del Gran Sasso, con le bandiere della Croce Rossa che garrivano festanti, visto che quella scuola era proprio un dono della Croce Rossa internazionale, per i bambini che avevano perso la loro scuola, colpita dal terremoto.
Due anni dopo, ieri, quella scuola è rimasta senz’acqua.
Totalmente senz’acqua.
Perché?

La risposta è un distillato di storia all’italiana, un bignami di pubblica amministrazione, la manifestazione plastica di come, nel nostro Paese, non siano i terremoti quelli che distruggono città e paesi, ma la gestione disordinata e confusa della cosa pubblica.

La scuola di Isola del Gran Sasso, anzi: i quattrocento studenti del complesso scolastico di Isola del Gran Sasso, ieri sono rimasti senz’acqua, perché il Ruzzo ha chiuso il contatore.
Frenate la vostra indignazione, già vi vedo pronti a ruggire sulle vostre tastiere contro la società acquedottistica, ma fareste un errore, perché qui il Ruzzo non c’entra nulla, anzi: ha fatto esattamente quello che una società deve fare, cercando di recuperare il denaro pubblico.
E qui, preparatevi, perché la storia si complica.

Su quel contatore chiuso, infatti, “pendono” 22 mila euro di bollette insolute che, e qui entriamo nell’italica burocrazia, non sono intestate al Comune di Isola del Gran Sasso, ma all’impresa che ha costruito la scuola.

In due anni, dal giorno della Principessa Charlene ad oggi, il Comune di Isola, infatti, non è riuscito a chiedere la voltura dell’utenza, che è rimasta intestata all’impresa edile. La quale impresa, ovviamente, ci ha messo del suo, sia non pagando le bollette che le arrivavano, sia guardandosi bene dal riferire al Ruzzo che quella era l’utenza della scuola, limitandosi ad una scarna comunicazione sul mancato uso dell'utenza.

Così, dopo innumerevoli solleciti, il Ruzzo ha chiuso il contatore. 

Che (guardate la foto), è affiancato ad un altro contatore, quello sì regolarmente intestato al Comune, e che serve la scuola. 

E non è tutto, perché al momento della chiusura del contatore, scoperti i rubinetti “a secco” e i bagni senz’acqua, la scuola ha informato il Sindaco, Andrea Ianni, che ha preso la più giusta decisione da adottare in un momento come questo: non ha scritto al Ruzzo per risolvere la questione, ma ha scritto al Prefetto per denunciare “un increscioso quanto irrispettoso avvenimento”.
Le parole sono importanti: “increscioso e irrispettoso”.
Quindi, per il Primo cittadino isolano, la colpa sarebbe tutta del Ruzzo, che - in maniera "irrispettosa" - ha chiuso il contatore di una ditta privata che ha accumulato 22mila euro di debiti.

Curiosa interpretazione, quella del Sindaco: invece che assumersi la colpa di una mancata voltura in due anni, la scarica su chi cerca di recuperare il denaro pubblico. E non solo, nella sua lettera al Prefetto (che, con una punta di misoginìa politica, non partecipa per conoscenza alla Presidente del Ruzzo Cognitti, ma al direttore Stirpe) il Sindaco rivela che la domanda di voltura è “in itinere”.
Peccato che, nella sua controrisposta al Prefetto, sia proprio la Presidente del Ruzzo a specificare che «Non risulta depositata alcuna richiesta di voltura da parte del Comune, per quell’utenza» né, ed è un particolare non trascurabile, negli ultimi due anni, cioè dal principesco taglio del nastro ad oggi, il Comune ha mai informato il Ruzzo che quel contatore serviva in realtà una scuola. 

Ricapitolando, nell’interpretazione dei fatti operata dal SIndaco Ianni: se un Comune in due anni non voltura l’utenza di una scuola e non informa il Ruzzo, e la ditta che ne è ancora intestataria non paga le bollette e non dice nulla a nessuno, la colpa è… del Ruzzo che pretende di recuperare 22 mila euro.

Per il bene dei bambini, appena avuta notizia del fatto che si trattava di un’utenza scolastica, il Ruzzo ha riattivato la fornitura, in attesa che si definisca chi (e in quanto tempo), dovrà pagare quei 22 mila euro.

Perché qualcuno li dovrà pagare.

Come facciamo tutti noi, con le nostre bollette.

Perché questa, caro Sindaco di Isola, è vita vera… solo nelle favole vivono tutti felici e contenti tra principi, principesse e... senza bollette. 



ADAMO

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