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Non ci sono cétégorie

elodieegypt.jpgAlla fine, Elodie non viene più.
S’è raffreddata, a Palermo, nel suo concerto da 2500 euro al minuto, e s’è beccata “influenza, tosse e una forte tracheite”.
L’ha detto lei.
Anzi: l’ha scritto su Instagram.
Capita.
Rischi del mestiere.
Niente di grave.
Niente che non passi con un po’ di riposo al caldo.
Fosse successo a noi: doppia felpa, Tachipirina e borsa dell’acqua calda.
Lei è andata in Egitto.
Perché anche l’acqua del Mar Rosso è calda.
Ci sta.
So’ star.
So’ vip.
Fanno cose da vip.
E se ci mettiamo a criticarli, facciamo solo la figura dei provinciali invidiosi.
Perché a noi nessuno offre 150mila euro per un’ora di spettacolo.
Quindi non la criticherò.
Mi terrò le mie considerazioni e quel vago senso di amarezza che, nel mio essere provinciale, è figlio della certezza di aver subito un torto.
Un’offesa.
Non metto in dubbio la malattia, per carità, anche perché c’è un certificato che l’attesta, né voglio far illazioni sui tempi del viaggio all’ombra delle piramidi, perché mi dicono che sia per un servizio fotografico già in programma da tempo, ma questo concerto annullato, non rinviato: annullato, un po’, da teramano, mi fa masticare amaro.
Perché nell’atteggiamento della star, leggo anche un pizzico di quella distanza che troppo spesso si ostenta verso l’Italia minima della provincia minore.
La stessa ostentata distanza che vide Gabry Ponte rifiutarsi di salire sul palco di Civitella, perché 800 persone erano poche per esibirsi, ma abbastanza per incassare il cachet. La stessa ostentata distanza di Scamarcio, che a Teramo venne a girare un film, facendo di tutto per evitare i teramani, che gli avevano persino offerto l’hotel.
Ecco, questo atteggiamento spocchioso, da “vip”, mi fa un po’ girare le scatole.
Ma solo un po’, perché mi offre anche l’occasione per fare a voce alta una riflessione, sul senso di questi concertoni.
Sul bisogno di strapagare qualche grosso nome, solo per poi ritrovarsi alla fine con una serata di musica che niente lascia a Teramo, se non le casse comunali un po’ più povere e l’album dei selfie della gianguideria un po’ più ricco.
A proposito di soldi: il concerto di Elodie a a Palermo è costato 150mila euro, ma era gratis. A Teramo, c’era un biglietto da 25 euro, che con lo sbandierato sold out da 5mila persone fa 125mila euro. E allora perché il Comune spende più di 220 mila euro per il Natale teramano, compartecipando al 50% ad un budget da oltre 450mila?
Si può fare molto di più, spendendo molto di meno.
La serata del 31, voluta e organizzata con silenziosa modestia dalla consigliera Debora Fantozzi (che conosceva Asco tanto da strappare un cachet ridotto) ha dimostrato che questa città “partecipa”.
Teramo partecipa all’aperistreet come al capodanno di Asco, anche senza bisogno di un vip strapagato sul palco.
Anche senza fingere che questi “concertoni” servano a rivitalizzare il centro storico, perché a parte i bar, questi eventi non lasciano un euro al commercio del centro. Nessuno comprerebbe una borsa, un vestito firmato, un paio di scarpe, prima di andare ad un concerto.
E allora, cogliamo la balla al balzo, anno nuovo … vita nuova: basta con le “Teramo meravigliose” e le “Nature indomite” da centinaia di migliaia di euro, peraltro nostri, e si investa su eventi meno “vip”, ma di sicuro successo. Puntando magari su artisti locali, che "in loco" si esibiscono di rado, o mai.
Una serata disco? Se sul palco del 1 gennaio, avessimo fatto salire “Marini e Ferrara”, oggi ricorderemmo una festa, con la piazza piena di ragazzi.
Una concerto coinvolgente? Se su quel palco fossero salite le meravigliose Green Clouds, oggi avremmo nella memoria il ricordo musicale di una serata diversa e splendida.
Una serata di musica classica? Ecco l’apprezzatissimo maestro Maurizio Cocciolito.
Una serata lirica? Sandra Buongrazio canta in tutto il Mondo.
Musica elettronica? Il monumentale Luca D’Alberto sta mietendo successi ovunque.
E non cito i vari Matteucci, Di Sabatino, Caporale, Fidanza…
Basta con i mercenari del palco e basta anche coi "teramani per cognome" come Filippo Graziani, che suona qui più che a casa sua e dimentica di citarci nelle interviste.
Che i soldi (nostri) delle Teramo meravigliose e Indomite, vadano a chi si emoziona prima di salire sul palco in piazza.
Non a chi ci preferisce la sabbia del Mar Rosso.
Certo, il selfie con Elodie fa molta più scena...

ADAMO