Assessore: LAVORI PUBBLICI - EDILIZIA PUBBLICA- MOBILITA’ E TRASPORTI - EDILIZIA CIMITERIALE - EDILIZIA SCOLASTICA - BARRIERE ARCHITETTONICHE
VOTI DI PREFERENZA 942
STIPENDIO DA ASSESSORE 2.898 euro (lordo mensile - è dipendente non in aspettativa al 50%)
Ho mentito. Nella mia prima pagella, ho mentito.
Perché ho spiegato come mio padre amasse ripetere che «Non si può mai dare dieci come voto, né zero, perché sono valori estremi impossibili».
Mio padre, però, non conosceva Giovanni Cavallari detto Jhonny.
Altrimenti, concorderebbe con me: lo zero si può dare, eccome.
E non uno zero “semplice”, perché lo zero che segna il punto più basso della canonica valutazione scolastica non basta.
Non riesce a definire la portata negativa del ruolo politico espresso in Giunta da Giovanni Cavallari detto Jhonny.
Ci vuole di più.
Ci vuole uno zero totale, potente, pieno, universale.
Lo zero assoluto.
Meno 273.
L’attimo irripetibile della totale immobilità degli elementi, il momento in cui l’inattività raggiunge il cuore stesso della materia.
Il numero atomico della Gianguidità.
Meno 273
Valore espresso facendo riferimento alla fisica dei quanti, ma a quella dei quasi.
Del resto, la gianguidità è un corollario della quasità.
La quasità dei cantieri annunciati e mai partiti.
La quasità dei cantieri partiti e mai finiti.
La quasità dei lavori obbligatori per un’amministrazione comunale, ma sbandierati come “epocali”.
La quasità dei pali di via Rivacciolo, spenti dal taglio del nastro.
La quasità dell’Ipogeo, che «Finirà entro la riapertura delle scuole», ma… di quale anno non si sa.
La quasità del Vecchio Stadio, che «Adesso lo rifacciamo…»
La quasità delle Scuola jolly, del Teatro jolly…
La quasità del Municipio chiuso da sette anni… «Ma adesso lo rifacciamo».
Meno 273.
Zero assoluto.
Nelle mie pagelle non giudico il sapere o il non sapere, ma il fare e il non fare, i risultati del fare e le conseguenze del non fare.
E giudico i modi e i tempi di gestione del potere.
Per tutto questo, Cavallari merita lo zero assoluto.
Meno 273..
Rileggete insieme a me la sua storia.
Consigliere comunale del Pd dal 2004, s’è candidato Sindaco di Teramo nel 2018, contro Gianguido D’Alberto, anzi: contro è poco, la sua fu una candidatura di dichiarata opposizione, tanto che molti (quorum ego) sono ancora convinti del fatto che al ballottaggio abbia appoggiato Giandonato Morra.
Nel 2019, folgorato dall’illuminazione gianguidica, non solo non è più oppositore, ma entra in Giunta come vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici.
I lavori pubblici eseguiti, grazie a lui… sono sotto gli occhi di tutti.
L’elenco, fatelo voi.
Nel 2023 si ricandida, spiegando ai cittadini che «… a causa del Covid non abbiamo potuto fare molto…», però chiede di essere rivotato, rifilando agli elettori una vagonata di annunci e promesse: «Rifaremo il vecchio Stadio, Costruiremo il nuovo Teatro, sistemeremo il Teatro Romano, faremo rinascere il Mercato Coperto, riapriremo le Scuole…» e i teramani lo votano. Anzi: gli consentono di entrare in Comune quale primo degli eletti, con oltre 900 preferenze.
Un risultato che, vista la campagna elettorale, sostanzia le promesse, una sorta di incarico popolare a portare a termine tutte le opere annunciate.
Novecentoquarantadue teramani chiedono a Cavallari di continuare a fare l’assessore ai Lavori Pubblici.
E lui come risponde?
Candidandosi alla Regione!
Cioè andandosene (o meglio: sperando di andarsene) quando c’è da cominciare a realizzare quello che ha promesso.
E scegliendo uno slogan che è un manifesto del suo agire politico.
“Concretezza, Affidabilità, Lavoro, Passione”.
Ovvero:
Concretezza: prometto di impegnami per il Comune e concretamente me ne vado in Regione
Affidabilità: prometto di impegnami per il Comune e ve lo dimostro andandomene in Regione
Lavoro: prometto di impegnami per il Comune, lavorando in Regione
Passione: prometto di impegnami per il Comune e appassionatamente me ne vado in Regione.
Meno 273
Zero. Assoluto.
ADAMO