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FasciaraiolaNavigavo, nel relax postprandiale, lasciando che questo uggioso venerdì scivolasse tra i commenti sanremesi e il dibattito pre-elettorale, quando, all’improvviso, ha preso forma il mio peggior incubo: l’immagine che mai avrei pensato di dover vedere, la sintesi plastica del momento più basso della storia democratica italiana: Michele Raiola con la fascia da Sindaco.
Ho avuto un trasalimento.
Freddo, poi caldo.
Poi ancora freddo, poi caldo.
Respiravo a fatica, avevo bisogno di un bicchiere d'acqua.
Freddo, poi caldo, ancora.
Poi stupore, sconcerto, terrore.
Ho cominciato a guardarmi intorno, sperando che comparisse il dottor Strange e mi spiegasse che no, non era successo nulla, ci trovavamo solo nel multiverso del paradosso impossibile.
Ma niente.
Ho sperato che il gorgoglìo della macchinetta del caffè, mi risvegliasse da quello che era un incubo angosciante.
Ancora niente.
Sono andato di corsa alla finestra, cercando nel cielo i segni delle nuvole nere del Nulla che stava ingoiando l’universo, perché solo nel regno del vuoto, quella immagine sarebbe stata accettabile.
Di nuovo niente.
E mentre cercavo di capire, ecco che arriva una nuova epifania del multiverso: Andrea Core con la fascia da Sindaco.

CorefasciaE con Raiola vicino.
Ho capito: è Disneyland!
Sono andati a fare una gita al parco giochi, e in allegria, hanno trovato uno stand nel quale si potevano fare foto con la fascia.
Una cosa tipo: “Sentiti Sindaco per un giorno”, e giù scatti a pagamento.
Poi, però, l’occhio attento del cronista è caduto sullo stemma che arricchisce quella fascia.
È lo stemma del Comune di Teramo.
Quella del Sindaco.
Quella vera.
Per la precisione: quella che può indossare solo il Sindaco.
Anzi: a volerla dire tutta, quella che deve indossare solo il Sindaco.
E non lo dico io, ma il Ministero dell’Interno, che spiega, senza lasciare spazio al dubbio:
«Sulla Gazzetta Ufficiale n. 270 del 18.11.1998 si sono fornite indicazioni in ordine al corretto utilizzo della fascia tricolore da parte del sindaco.
Nella circolare viene evidenziato che «distintivo del sindaco è la fascia tricolore con lo stemma della Repubblica e lo stemma del comune» e che “nell’uso corrente si è affermata la consuetudine che il sindaco indossi la fascia in tutte le occasioni ufficiali, in qualunque veste intervenga. La disciplina del suo uso è legata, dunque, alla natura delle funzioni sindacali che sono di capo dell’Amministrazione comunale e di ufficiale di Governo. Allorquando il sindaco sia assente o impedito temporaneamente spetta solo al vice sindaco fregiarsene».
Eppure, né Core, né Raiola possono vantare la nomina a vicesindaco.
E allora, che ci fanno “fasciati”?
Ma che domanda fate?
Fanno quello che è lo scopo primo di tutta l'attività politica della gianguideria: i selfie.
Perché rinunciare ad una bella foto con la fascia?
E che volete che conti se non si può, non si deve e non si fa… per un selfie questo e altro.
Immagino che, nel multiforme volgo belante dei pretoriani gianguidici, non mancherà chi proverà ad obiettare che la fascia tricolore  è indossabile, su delega del Sindaco, anche dall’ufficiale dello stato civile, nel celebrare un matrimonio.
Ma Core e Raiola non stavano celebrando matrimoni, visto che la foto è stata scattata a Montecatini, all’assemblea nazionale dell’Anci giovani.
E allora, perché si sono “fasciati”.?
«…l’uso della fascia tricolore, anche per delega dello stesso sindaco, da parte di altri soggetti, seppur incardinati nell’Amministrazione comunale o facenti parte di Organismi o Enti a cui partecipino gli Enti locali con propri rappresentanti, non appare in linea con il dettato normativo», dice il Ministero.
Insomma: ‘nze po’ fà.
Ma loro lo fanno lo stesso.
Perché un selfie è un selfie… e la gianguidità si nutre di selfie.
E allora teniamoci la foto e diamole un titolo: «Allegri consiglieri fasciati, rappresentanti di un Comune… sfasciato». 

ADAMO