In realtà, questo articolo avrei potuto scriverlo già da qualche giorno, perché la “notizia” circolava da un po’ ad Atri, tanto che lo stesso ex Sindaco Piergiorgio Ferretti, in un incontro elettorale, ne aveva pubblicamente parlato, senza che le sue parole fossero spente da qualche smentita ufficiale.
Ma io non mi fido.
No, non è che non mi fidi dell’ex Sindaco, è che proprio non mi fido di nulla di quello che non vedo e non verifico di persona.
Per esempio: il Pd atriano dice che nessuno dei suoi esponenti ha partecipato alla Conferenza stampa / comizio in piazza, quella con la claque e la pantomima?
Io non mi fido, verifico e trovo un Giuliani in foto.
Gli hacker russi cancellano il video di quella conferenza dal sito di Alleanza Civica?
Io non mi fido, verifico… e il video rispunta (non li fanno più gli hacker di una volta…).
E ancora: una dirigente della Caritas dice di non aver fatto campagna elettorale?
Io non mi fido, verifico e la Caritas resta senza dirigente.
Così, quando ho sentito dire che quella famosa scheda “ballerina” (la chiamo così anche se, secondo me, è una scheda che non ha mai preso lezioni di danza), cioè la scheda doppia dell’ormai famosissima elettrice del Seggio 7, c’era un voto per Alfonso Prosperi, non mi sono fidato.
Ho verificato.
Certo, non è stato facile.
Perché non volevo, e non potevo, chiedere all’ex Maggioranza, visto che c’è un procedimento in Procura su questo caso, e tutti ovviamente preferiscono mantenere sulla questione un riservato silenzio.
Non potevo neanche chiedere alla Minoranza, un po’ per lo stesso motivo dell’inchiesta, un po’ perché credo siano tutti incazzati con me, quindi non credo che avrebbero avuto piacere di incontrarmi.
Allora, ho cominciato a cercare.
E cerca… cerca, nelle pieghe di un faldone giudiziario ho trovato una copia dell’esposto che l’ex Maggioranza ha presentato dopo la sentenza del Consiglio di Stato, a margine della trasmissione della stessa sentenza alla Procura.
Non starò qui a tediarvi sull’incastro dei verbali, sulle rivelazioni a posteriori, su una scheda deteriorata (verbalizzata come tale), che a sette mesi di distanza comincia a ballare.
E non vi annoierò neanche con l’intreccio delle amicizie, personali e politiche, dei vari protagonisti di questa vicenda, a cominciare dalla segretaria di quel seggio numero 7, che non considerò quanto meno “fuori luogo” il partecipare alla “recita” del segretario di Rifondazione, mimando la danza della scheda durante l’ormai famosa conferenza / comizio.
No, non ne scriverò, perché questa è materia della Procura.
E’ materia della cronaca, invece, la testimonianza del presidente del seggio 4, Stefano Catarra il quale: «…dopo aver ricevuto tutti gli avvertimenti di rito, compresi quelli di potersi avvalere della facoltà di non rispondere e dell'obbligo di non rilasciare false dichiarazioni…», e siamo nell’ambito delle “indagini difensive" condotte dal legale dell’ex Sindaco «… se in un primo momento ha riferito di non poter dire nulla su quanto avvenuto nella sezione 7, successivamente ha confermato di essere stato chiamato dai membri del seggio 7… anche se - vedendo la fase convulsa - se ne sarebbe andato. Solo il giorno seguente gli sarebbe stato fatto presente del problema della doppia scheda, riconducendo la chiamata a tale problematica. Nel momento in cui gli è stato domandato se la sera prima, in Scerne di Pineto, avesse dichiarato di sapere sin dall'inizio che il voto espresso nella scheda deteriorata era a favore di Alfonso Prosperi, ha riferito che "probabilmente ho detto che quella scheda era di Prosperi", precisando che - allorché veniva chiamato - tra la chiusura del seggio e l'apertura dello spoglio - vedeva una scheda sul tavolo, aperta, il cui voto "suppongo era a favore di Prosperi”…».
E qui, necessariamente devo aprire una parentesi, per spiegarvi che le Sezioni Unite della Suprema Corte hanno stabilito che “le dichiarazioni assunte dal difensore dell’indagato nell’ambito dell’attività investigativa difensiva, hanno lo stesso valore probatorio delle dichiarazioni acquisite dal pubblico ministero”.
Quindi, si tratta di una “prova” importante.
Ma il presidente del seggio 4 dice «Suppongo» che il voto fosse per Prosperi
.
Basta un “suppongo", per definire una verità?
Se non basta, a pagina 12 dell’esposto, arrivano altri tre testimoni, i quali - sempre nell’ambito delle indagini difensive - riferiscono che «la sera del venerdì (cioè quattro giorni dopo lo scrutinio ndr) Stefano Catarra aveva dichiarato di sapere che quella scheda “ballerina” era a favore di Prosperi».
Se così è (e sarà un giudice a doverlo confermare) si apre un campo un campo sterminato, nel quale, a voler dare sfogo a tutta la vasta gamma delle ipotesi anche estreme, comprese le infinite sfumature della dietrologia e delle teorie del gomblotto, si potrà trovare di tutto: dalla scheda ballerina organizzata dai prosperiani per prendersi il Comune, alla scheda ballerina organizzata dai ferrettiani per accusare i prosperiani; ma ci starebbe anche che i prosperiani l’abbiano votata per Prosperi per accusare poi i ferrettiani di aver organizzato un tranello, così come che l’abbiano votata gli uni e gli altri per poter poi, a elezioni perse, cercare di farle annullare.
Di tutto, il possibile e l’impossibile.
Compreso il clamoroso autogol, che quel voto per Prosperi potrebbe rivelarsi per chi volle quella quella conferenza / comizio, perché tutto il castello costruito contro la maggioranza detronizzata, crollerebbe come un castello di carte… scoperte… ed in quel caso sarebbe una sfortuna - per i polemici organizzatori - che gli hacker russi siano stati così incapaci e che quel filmato sia poi ricomparso…
Vabbè, succede…
Io, però, continuo a pensare che quella scheda non abbia mai ballato.
E che questa sia solo una storia di errori - quelli sì - e di un po’ di diffuso pressappochismo (non solo alla 7 i verbali hanno offerto incertezze e incongruità), ma sulla quale si sono ramificate venature d’astio antico, fioriture di rancori tradizionali, faide familiari, antipatie manifeste e mai sopite rivalità.
Insomma, tutto lo spettacolo d’arte varia della vita di un borgo impreziosito dai muri che sudano storia.
E’ venuto il tempo di rivedere i proverbi, basta con l’ormai abusato “per un sol punto Martin perse la cappa”, perché ormai le cappe non si portano più e del povero frate Martino nessuno si ricorda più.
D’ora in poi si dirà: “Per un sol voto Atri perse la Giunta”.
Per un sol voto... per Prosperi.
ADAMO
Nb. Dopo la pubblicazione di questo articolo, il signor Stefano Catarra, presidente del seggio 4, ha contattato certastampa per aggiungere che, pur confermando quanto riferito in sede di indagini difensive, quella scheda da lui avvistata nel seggio 7 poteva anche essere una scheda già scrutinata, vista la confusione che, in quel momento,regnava in quel seggio per il caso della scheda doppia. Lo stesso Catarra, inoltre, si dice convinto che non ci siano stati brogli né schede ballerine, ma solo errori involontari: