Se c’è una cosa che non si fa in campagna elettorale, è quella di “sovrapporsi”, di far coincidere cioè un evento elettorale con quello di un altro candidato.
Non si organizza un comizio nello stesso giorno e nella stessa piazza di un altro comizio.
Non si fa, è una questione di stile.
E non si va nemmeno a presidiare una piazza, un’ora prima dell’incontro di un altro candidato. Purtroppo, lo stile non è per tutti e nella Teramo della gianguideria abbiamo imparato a riconoscere lo stile della …mancanza di stile. Quindi, non ci dovremmo meravigliare, e invece ci meraviglia il fatto che oggi pomeriggio, a Frondarola, sulle stesse sedie dello stesso bar che alle 18,30 doveva ospitare un incontro elettorale di Rinaldo Seca, si sia seduto un altro candidato: Giovanni Cavallari.
E non solo, perché ad accompagnare Cavallari in questa “scampagnata elettorale”, c’era addirittura il massimo sponsor di Johnny, ovvero nientepopodimenoche sua gianguidità il Primo Cittadino.
La foto che pubblichiamo in esclusiva, li ritrae seduti alle sedie del bar (peraltro esattamente in stile con l’arredo della piazza appena rifatta, ma si sa la plastica sta bene con tutto).
Si notano chiaramente l’assessore candidato Cavallari, il Sindaco D’Alberto, e un collaboratore di Cavallari, che se ne stanno in piazza… benché sappiano benissimo che sta per arrivare Seca. Lo sanno, perché il Sindaco di Castelli ha pubblicato ieri, sulla sua pagina elettorale, il manifesto di questo incontro a Frondarola. E lo sanno perché quello stesso manifesto è esposto sulle vetrine in piazza.
E allora che ci fanno in quella piazza? Che i rapporti tra il Sindaco e il Pd (dal caso Di Padova in poi) non siano cordialissimi, lo sanno tutti, ma di qui ad anticipare l’incontro di un altro candidato ce ne corre.
Vi racconto un episodio di qualche anno fa: sulla spiaggia. Passó un ambulante, abusivo, napoletano, che vendeva finte Lacoste a 30 euro. Una giovane bagnante, nell’ombrellone vicino al mio, contrattó per acquistarne una, fino ad arrivare a 14 euro. Ma lei offriva 9 e l’ambulante disse “O 14 o niente”. La ragazza non comprò. Un’ora dopo, passó un altro ambulante, abusivo, senegalese, con le stesse finte Lacoste. Anche lui chiedeva 30 euro, e anche con lui la mia vicina trattò, fino ad arrivare a 16 euro. A quel punto, la ragazza disse; “Non posso dartene 16, prima è passato un napoletano che ne voleva 14…”, la risposta del senegalese fu imprevedibile: “Io le pago 14 dal napoletano”…
Avevano lo stesso scopo, ma gli rubava la piazza.
VI ricorda qualcosa?
ADAMO