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StadiusPer evitare di pagare 4,5 milioni in dieci anni (senza tirare fuori un euro cash), ne pagheremo 8, tutti insieme e in contanti.
È questa la “straordinaria” impresa politico - economica riuscita al Comune di Teramo, che è stato capace di incartarsi sulla vicenda dello Stadio Bonolis, fino a rimediare un clamoroso autogol.
A causa dell’ormai accertata patologia, che nega ai nostri amministratori la possibilità di fare, limitandone l’azione a quella dell’annuncio, infatti, l’unica cosa che la gianguideria è riuscita a fare, è stata il nulla… riempito di annunci. 
Solo che anche la stagione degli annunci ha una sua fine, e nel nostro caso quella fine era il 31 marzo, termine ultimo fissato nella sospensione dell’arbitrato.
Ovviamente, il termine è scaduto, il Comune non ha risolto e l’arbitrato è ripartito.
Che significa?
Significa che invece di un accordo bonario, in virtù del quale, per cancellare la convenzione e riprendersi la gestione della parte sportiva, il Comune avrebbe dovuto dare a Iachini 4,5 milioni di euro, ma in dieci anni, senza versare denaro allo stesso Iachini, ma pagando con: «… Gli introiti derivanti degli affitti della sola parte commerciale; gli introiti derivanti dall’affitto dell’impianto sportivo per attività extra sportive (concerti, manifestazioni ecc.) nel periodo maggio –settembre di ogni anno; e gli introiti derivanti dai contratti già in essere…», adesso a stabilire la somma sarà un collegio arbitrale, che deciderà sulla base del regolamento del Dipe (Dipartimento per la programmazione economica della Presidenza del Consiglio) a supporto degli enti pubblici per la gestione degli impianti sportivi realizzati con i privati , redatto a Luglio 2023, che regola le operazioni di partenariato pubblico-privato nella realizzazione e la gestione di impianti sportivi.

Un codice che, a pagina 37, scrive:

«…Se l'ente concedente recede dal contratto di concessione per motivi di pubblico interesse spettano al concessionario: 

  • il valore delle opere realizzate più gli oneri accessori, al netto degli ammortamenti;
  • i costi sostenuti o da sostenere in conseguenza del recesso, ivi inclusi gli oneri derivanti dallo scioglimento anticipato dei contratti di copertura del rischio di fluttuazione del tasso d'interesse;
  • un indennizzo a titolo di mancato guadagno compreso tra il minimo del 2 per cento e il massimo del 5 per cento degli utili previsti dal piano economico-finanziario, in base a una valutazione che tenga conto delle circostanze, della tipologia d'investimenti programmati e delle esigenze di protezione dei crediti dei soggetti finanziatori...».

Che significa?
Significa, stando ai calcoli che si stanno facendo negli uffici comunali, e che spaventano non poco i dirigenti, che il Comune rischia di pagare una somma che va dagli otto ai dieci milioni di euro…
Ve la faccio ancora più facile: non essendo riuscito a chiudere un accordo da 4,5 milioni, da pagare in dieci anni e senza tirare fuori un euro cash, il Comune rischia di doverne pagare 8 in contanti.
Una somma che metterebbe a rischio la tenuta stessa delle casse comunali. 
Eppure, si sarebbe potuto risolvere tutto con facilità.
Com’è che diceva il Sindaco al Centro il 23 novembre? «Il Comune e l'attuale gestore dello stadio Bonolis, hanno avviato, nei giorni scorsi, di comune accordo, una trattativa volta ad arrivare, sempre nel prevalente rispetto dell'interesse pubblico e nel suo bilanciamento con l'interesse della parte privata, a risolvere l'attuale convenzione del 2006, che presenta tutta una serie di criticità, e consentire all'amministrazione di avviare quanto prima un nuovo percorso per la gestione della struttura sportiva. La trattativa, che si inserisce nell'ambito di un'interlocuzione tra pubblico e privato volta a superare la vicenda del Pet (Piano economico finanziario) e a chiudere definitivamente la questione, si basa essenzialmente sulla separazione della gestione della parte commerciale da quella sportiva..».
E il 4 gennaio, addirittura, la Giunta deliberava «… di esprimere l’indirizzo, dando mandato agli uffici competenti, di valutare le condizioni, a garanzia dell’interesse pubblico, per la ottimale gestione dello Stadio, per la risoluzione della convenzione -…- con la definizione di un accordo transattivo con l’attuale concessionario, da estinguersi nel periodo massimo di dieci anni…. ». 
E poi?
E poi… arriva la gianguidità.
E i selfie coi cuoricini bianchi e rossi diventano la prima priorità.
Perché ora Teramo può…

ADAMO