La bella giunta del Mulino Bianco non c’è più. La gianguideria felice, che plaudeva festante agli annunci gloriosi di immensi progetti e di faraonici interventi si è ormai disgregata, tanto che adesso, come sempre in questi casi, i panni sporchi si lavano in pubblico. La litigata di questa mattina, tra sua Gianguidità il Primo Cittadino e il sempre più - giustamente - insoddisfatto assessore Valdo Di Bonaventura, è solo l’ultimo capitolo di una storia triste. Tema del contendere, la delibera sulla variante al progetto dell’Ipogeo (sì, quello che secondo il neoeletto consigliere regionale Cavallari sarebbe stato pronto a settembre… scorso), un aggiustamento di tiro sui tempi e sui modi dell’intervento, che il Sindaco voleva che passasse all’unanimità, perché - nella trita litania gianguidesca - conta soprattutto l’apparenza, e una delibera “unanime” fa più bella figura. Valdo, però, non voleva approvarla, anche perché proprio non riesce a digerire il fatto che il suo progetto, quello della rinascita della fontana, che era piaciuto a tutti quelli che l’avevano visto (quorum ego) era stato poi bocciato per far posto a quello attuale, “portato” da Cavallari. Quel rischio di voto mancante o, peggio, contrario di un assessore, magari verbalizzato in delibera, ha mandato su tutte le furie il Sindaco, le urla si sono sentite nei corridoi, così come nei corridoi s’è visto il Sindaco agitarsi al telefonino, criticando l’atteggiamento di Di Bonaventura, che intanto se ne era andato. Alla fine, dopo aver dato il suo segnale chiaro allo stesso Sindaco e alla maggioranza, Valdo ha votato la delibera, forse perché questa non voleva essere - ancora - una vera dichiarazione di guerra, ma un allerta meteo. Il temporale si avvicina.
ADAMO