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PaperoxNel suo tentativo di dare segni della propria esistenza, il consigliere comunale Luca Malavolta affida alla storia, senza che la storia ne sentisse minimamente il bisogno, una pagina indimenticabile.
Un misto di filosofia sdrucciola, economia da barberia, sociologia da sala d’attesa e visione paraocchizzata, che ci regala l’ennesima, tristissima dimostrazione di quanto siano deboli le basi culturali e forti le afasie politiche della gianguideria regnante. 
La base del ragionamento malavoltiano, segnatevela perché è da antologia del nulla, è che la “crescita economica e sociale” di una città sia direttamente proporzionale all’aumento del reddito medio dei suoi abitanti. 
Più il reddito medio cresce, più la città diventa ricca e felice. 
È vero.
È proprio così.
Ha ragione Malavolta.
È l'avere che conta, non l'essere.
La sento da qui, infatti, la festante quotidianità degli abitanti del Qatar, quarti al Mondo per reddito medio, che godono del piacere di vivere in un Paese che è su tutte le petizioni mondiali contro le violazioni dei diritti umani. 
Confondendo l’essere con l’avere, in un percorso di subordinazione del primo al secondo che la dice lunga sulla visione dei gianguidici regnanti, Luca Malavolta ci regala un sillogismo sconcertante:
“I redditi dei teramani aumentano 
Teramo è amministrata da Gianguido
I redditi aumentano grazie a Gianguido”.
Semplice, no?
Avvilente, nella sua pochezza, ma semplice.
E dire che, nel suo scarno manifestarsi consiliare, il Malavolta si atteggia spesso a conoscitore delle cose economiche.
Evidentemente, l’approssimarsi del rimpasto, con la ridistribuzione delle deleghe, l’ha spinto a tentare questa sviolinata al Sindaco, che va letta nei suoi passaggi decisivi.
Perché non siano dimenticati.
Malavolta scrive testualmente: “…nel 2022 la ricchezza Irpef pro-capite prodotta a Teramo è cresciuta del 7,4%, dato migliore in Abruzzo…”.
E a cosa si deve questo risultato, secondo Malavolta?
“…alla vivace dinamica dell’economia teramana degli ultimi cinque anni…”.
Sì, ha scritto proprio così:
“…la vivace dinamica…”.
Se non mi intristissero tutte le vetrine chiuse, mi ci verrebbe da ridere.
E a chi va, secondo Malavolta, il merito di questa vivacità?
“…. a questa Amministrazione che ha contribuito e contribuisce attivamente anche alla crescita economica del territorio…”.
Conclusione?
“…Tutto ciò contrasta con la costante e facile narrazione del declino economico e sociale di Teramo. Declino economico e sociale inesistente e smentito nettamente ancora una volta non da opinioni ma da fatti inconfutabili certificati dal MeF”.
Come dire: smettiamola di lamentarci, finiamola di criticare la gianguideria, perché a Teramo si vive benissimo, diventiamo ogni anno più ricchi e  non c’è alcun declino economico o sociale.
Praticamente, tra un paio di altri anni di Gianguideria, saremo come Dubai…
Se ne avessi voglia e tempo, spiegherei al consigliere Malavolta quanto, nel “quinquennio d’oro” appena vissuto, abbia pesato sulla "ricchezza" dei teramani, la pioggia di redditi di cittadinanza e contributi di autonoma sistemazione, cioè esattamente gli strumenti che servono a compensare il drammatico declino economico e sociale di questa città, mortificata dall’acclarata inadeguatezza della gianguideria.
Nella sua eccitazione irpef, nel suo orgasmo gianguidesco, Malavolta guarda i numeri ma non li legge, scivolando nell’eterno errore delle medie statistiche, quelle che fanno dei 1275 residenti del piccolo Comune di Lajatico, in Toscana, i più ricchi d’Italia per reddito medio.
Se vivesse in quel borgo, Malavolta direbbe che il merito è della “…vivace dinamica dell’economia lajatichese…” non certo del fatto che uno dei residenti sia Andrea Bocelli.
Eppure, al consigliere teramano non dovrebbe sfuggire l’impatto dei ricchi sulle medie, visto che proprio lui è il più ricco del Consiglio Comunale, coi suoi 217mila euro di reddito.
Per essere più chiari: il reddito di Malavolta compensa quello di 13 teramani nullatenenti, che ovviamente saranno felicissimi di scoprire che la loro non è povertà, ma “…vivace dinamica dell’economia teramana…”.
E se volessimo restare al solo Consiglio: se tutta la maggioranza non avesse reddito, la presenza del solo Malavolta farebbe media per 11mila euro a testa.
Quanta... vivacità.
Però, in effetti, c’è una categoria teramana che, negli ultimi anni, ha visto crescere esponenzialmente i propri redditi, con aumenti superiori al 30%. 
È la giunta comunale.
Negli ultimi anni, gli stipendi di Sindaco e assessori sono lievitati, anzi: raddoppiati, passando dai 300mila euro annui del 2018 agli oltre 600mila attuali, tanto che oggi un assessore prende circa 5 mila euro al mese, rispetto ai 1500 di qualche anno fa.
Malavo', anche questo è merito della “…vivace dinamica dell’economia teramana…”?

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