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PankixUn imperatore lo volle per il suo anfiteatro.
Un Papa lo volle per il suo colonnato.
Un genio lo volle per una piazza.
Un architetto ne fece la più iconica tra le fontane.
Un Sindaco teramano ne farà albergo per i nostri  culi.
Sì, avete letto bene: ho scritto culi.
Nel senso di plurale di culo.
Esattamente quale sinonimo di sedere, chiappe, deretano, didietro, fondoschiena, mappamondo, natiche.
Il culo, quello. 
È per consentirgli adeguato alloggio, che il Sindaco di Fano Adriano, Luigi Servi, ha deciso di spendere trentamila euro.
Sì, trentamila euro.
Serviranno ad acquistare otto, e sottolineo otto, panchine da destinare al miglioramento dell’arredo urbano comunale.
E adesso, lo so, vi starete chiedendo: trentamila euro per otto panchine? 
Le faranno d’oro?
No, niente oro, le faranno di “travertino romano noce chiaro”.
E adesso avrete capito perché, all’inizio di questo articolo, ho fatto quella tiritera di imperatori, papi, piazze e fontane.
Era per “lui”: il travertino romano noce chiaro.
La pietra più amata della storia.
È in travertino, che l’imperatore Tito Flavio Vespasiano volle il suo anfiteatro, quello che noi chiamiamo Colosseo.
È in travertino, che Papa Alessandro VII vide il Bernini costruire il colonnato di piazza San Pietro.
È in travertino che Michelangelo volle piazza del Campidoglio.
È in travertino che l’architetto romano Nicola Salvi, forse di origini abruzzesj, disegnó la Fontana di Trevi.
Davanti a tali illustri precedenti, avrebbe mai potuto il Sindaco di Fano Adriano, Luigi Servi, scegliere una pietra diversa per le sue panchine?
Certo che no, anche perché i culi dei 250 fanesi e dei turisti meritavano panchine speciali, e per la precisione “con schienale a 3 posti, comprensive della realizzazione di una incisione dello skyline di Fano Adriano e della Frazione Cerqueto, e senza schienale a 3 posti, a sola seduta…”,  come recita la delibera approvata il 17 aprile dal Sindaco e da metà della giunta, cioè Antonio Di Battista, perché tutto il resto del governo comunale, cioè Lino Nisii, era assente. 
E vi faccio anche vedere un'anticipazione dello "Skyline inciso", eccolo
Scultox
Trentamila euro, dunque, per otto panchine… a spanne, scorporando l’Iva, fanno più o meno tremila euro netti a panchina, con o senza schienale.
Soldi che il Comune di Fano ha chiesto e ottenuto dal Bim, ovvero l’ente che gestisce i soldi che l’Enel paga per essersi presa i nostri fiumi.
Un tempo si diceva che l’acqua scavasse la pietra, in questo caso la paga.
E la paga trentamila euro.
Per otto panchine.
Inutile chiedersi perché sia stato scelto il travertino romano, invece che una più locale pietra del Gran Sasso, idealmente e simbolicamente più adatta… la risposta è semplice: Papi e imperatori non usavano certo i pietroni nostrani, quindi…
Nel rispetto dell’eterno “bipolarismo” fanese, che vede la popolazione inconciliabilmente divisa tra chi vive a Fano e chi a Cerqueto, le otto panchine saranno “dis-equamente” ripartite: cinque andranno a Fano e tre a Cerqueto.
In realtà, sembra che il marmista che le realizzerà, voglia fare omaggio di una nona panchina, ma non si sa dove andrà. Nell’attesa, vista anche la scadenza elettorale ormai alle porte, c’è chi teme che il ricandidato Sindaco possa destinare le panchine con lo schienale a Fano e quelle senza a Cerqueto, ma forse è solo un cattivo pensiero pre-elettorale.
Forse. 

ADAMO