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ZongarSbagliava Bukowski: non è la gente, il più grande spettacolo del Mondo.

E’ la politica. 

Perché è molto di più di uno spettacolo: è lo Zigfield della democrazia, il Barnum della partecipazione, l’imprevedibile e multiforme spettacolo d’arte varia, messo in scena fin troppe volte dai freaks della comunità, che improvvisano slanci di civismo, mettendosi al servizio della collettività, benché la collettività non gliel’avesse chiesto e senza sincerarsi del fatto che quello slancio fosse gradito.

Tant’è… così è fatta la Democrazia: a tutti è concessa, purtroppo, la possibilità di partecipare.

Sono sempre più convinto - invecchiando si diventa più insofferenti - che si dovrebbe elaborare una sorta di esame pre-candidatorio, al quale sottoporre chiunque ambisca ad una carica pubblica.

A cominciare dalle cariche comunali, cioè Sindaco e assessori.

Sì, immagino che, a questo punto, starete aspettando di leggere chi sia il destinatario di questa mia lunga premessa, o meglio: quale tra gli assessori teramani abbia meritato il mio strale odierno.

E invece no.

Niente Teramo.

Vado a Giulianova oggi.

E non per il Sindaco o per un assessore, ma per un aspirante Sindaco, ovvero Romolo Lanciotti, che so essere valido imprenditore, ma che ha deciso di cominciare la sua corsa alla fascia tricolore con un passo falso, che ha del clamoroso.

Nella forma e nella sostanza.

Sapete, è da sempre una mia curiosità, quando si avvicina un’elezione, andare a curiosare tra le righe dei programmi dei candidati.
Per verificarne la forma.
E la sostanza.

E nel programma di Lanciotti, non ho trovato l’una né l’altra.

Cominciamo dalla FORMA.
Ma davvero il candidato Sindaco di un Comune con più di ventimila residenti, che si propone in alternativa ad un Sindaco uscente che sfodera un esercito di una decina di liste, pensa di cavarsela con tre paginette, anzi: due e mezza?
Non che mi aspettassi un trattato programmatico per il governo della città, ma certo non avrei mai immaginato di ritrovarmi davanti ad uno striminzito temino, una sorta di compitino di presenza, buttato giù perché si deve, non perché sia davvero importante.

Se così è, siamo di fronte ad una pericolosa sottovalutazione del valore stesso della campagna elettorale, con una punta di mancanza di rispetto degli elettori, amplificata da quello che leggerete adesso.

Perché adesso parliamo della SOSTANZA. 

Nelle due paginette e mezza del programma lanciottiano, infatti, c’è un po’ di tutto, ma declinato nel nulla, una sorta di schematica elencazione delle cose da fare, ma senza spiegare come farle. Nel leggerle, avverto lo stesso prurito fastidioso che sento quando, in un concorso di Miss, spunta l’inevitabile bellona coscialunga, in tacco 12 e perizoma, che elenca, tra i suoi desideri: «La pace nel Mondo e l’amore per tutti».
Lanciotti, fortunatamente (per noi e per lui), non si offre in tacco 12 e perizoma, ma in quanto a banalità scontate può ambire alla fascia da Miss Italia. Pardon: Miss Giulianova.

Qualche esempio?

Certo, eccoli, ve li offro per “punti”, così come li leggo nel programma.

Vi chiedete cosa sogni Lanciotti per il Turismo?

Punto 6: «Turismo. Da stagionale a permanente. Turismo esperienziale, religioso, congressuale e delle radici. Parola d'ordine, destagionalizzazione. Imposta di soggiorno equamente distribuita in base alla zona di raccolta del gettito. Totem turistici digitali. Attività di marketing territoriale e promozione del brand unico della costa teramana».

Facile, no? 

E che ce vo’?

Butti lì tre o quattro concetti ad effetto, e il programma è fatto. 
Penso alla costa romagnola, che per costruire la destagionalizzazione, puntando sulla convegnistica e gli eventi, ha investito miliardi di lire per dieci anni, quando sarebbe bastato scriverlo su una paginetta.

Sul concetto dell’imposta di soggiorno “equamente ripartita” su zone diseguali, quindi non eque, confesso che ho intuito un guizzo di surrealismo. 

Andiamo avanti.

Vi incuriosisce la politica economica di Lanciotti?
Punto 14: «L'iniziativa imprenditoriale dev'essere valorizzata e non ostacolata da vincoli burocratici».

Quale visione innovativa…

Che ardito progetto politico…

Un po’ come quando, al Liceo, la prof di Geografia astronomica ti chiedeva «…brevi cenni sull’universo…», ma lei scherzava. Lanciotti no.

Siete preoccupati della sicurezza vostra e delle vostre case?

Punto 9: «Sicurezza, legalità e decoro urbano. Sala operativa per vigilanza urbana h24. Sicurezza e tecnologia con droni e potenziamento del corpo di polizia municipale».

E anche il problema della sicurezza è risolto.

Vi piace il mare?

Punto 7: «Tutela dell'arenile. Porto green per una nuova convivenza tra mare e uomo con nuove ideologie ed una nuova visione plastic-free. Tutelare ed incentivare la marineria. Mercato ittico fondamentale per l'economia della città. Incrementare l'utilizzo turistico delle banchine del porto».

Sulle “nuove ideologie della nuova convivenza tra mare e uomo”, sono pronto a comprare i pop corn, perché sarà spettacolare vedere come l’ecodifensore Lanciotti potrà conciliare quelle “nuove ideologie”, con l’incentivo alla marineria e il rilancio del mercato ittico, visto che la base stessa delle “nuove ideologie della nuova convivenza tra mare e uomo” è la riduzione della pesca a livelli di sostenibilità, cioè nelle intenzioni “ideologiche” un taglio di oltre il 50% del pescato.

Non mi dilungo oltre, mi limito a citarvi altre “chicche” del programma lanciottesco:
«Abbattimento barriere architettoniche», nobile intento, ma è già obbligatorio per legge.
«Progetto mamme serene, scuola dell'infanzia aperta 12 ore…», nel senso che le mamme sono serene, se i figli restano a scuola per dodici, ripeto dodici ore? Posso conoscere il nome del pedagogista che ha teorizzato questa grandiosa idea?

Andiamo avanti.

«Messa in sicurezza del territorio». Di nuovo, brevi cenni sull’universo.
«…due nove biblioteche pubbliche». Giusto! Tanto ormai nessuno legge più i libri sui telefonini…
«Zone yoga» ooooooooommmmmmmm
«Fermata permanente del Freccia rossa». Nel senso che si ferma e non se ne va più?

L’ultima che vi cito, è la chicca immancabile sui pelosetti: «Creazione di un cimitero pubblico per animali».
Su quello degli umani, neanche una riga.

Mi fermo qui, e mi verrebbe voglia di chiudere augurandovi la pace nel Mondo e l’amore per tutti, ma ho cominciato citando Bukowski, chiuderò citando un altro dei miei autori preferiti, Flajano.
«Poche idee, ma confuse...»

ADAMO