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Non ci sono cétégorie

JWANBELLA.pngE adesso, Jwan si …sLega.
No, non è un refuso, l’ho scritto proprio così: si sLega, con la L maiuscola.

Perché è la L di Salvini.

E’ la L di Vannacci.

E’ la L del 2 giugno del 2013, quando il Capitano scriveva: «Notte serena Amici, oggi non c’è un cazzo da festeggiare». 

E’ la L del celodurismo annacquato, del governo giallo - verde.

Delle ampolle di Pontida.

Una L lontanissima da Giulianova.
Soprattutto da un Sindaco che, pur essendo il coordinatore provinciale del partito, trionfa al primo turno con una coalizione che, all’ultimo posto, vede proprio il partito del Carroccio, con un 1,62% per cento, che tradotto in voti fa 201 schede con la “decima” vergata su Alberto da Giussano.
Pochi, per essere quelli di un partito di governo.

Pochi, per essere quelli di un partito della coalizione vincente.

Pochi, per essere quelli del partito che il Sindaco coordina a livello provinciale.

Pochi, troppo pochi per essere una coincidenza.

Infatti, credo che siano un avviso, un trailer, un annuncio neanche troppo sussurrato.

Il messaggio di addio di Jwan Costantini.

Che tra il Sindaco e la Lega, anzi, tra Jwan e Luigi D’Eramo l’amore (vabbè, mo’ amore è esagerato lo so, diciamo la simpatia… meglio: la mutua sopportazione) fosse ormai storia passata, lo si sapeva, del resto l’unica cosa nella quale D’Eramo, il più potente leghista abruzzese, è riuscito a dare un’identità politica al partito, è stata il non riuscire a dare un’identità politica al partito. 

La storia della Lega “deramiana” in Abruzzo è storia di rancori, di distanze, di mancate condivisioni, di abbandoni, di silenzi e di insoddisfazioni.

E di sconfitte.

E mi diventa doveroso esternare il mio stupore, quando leggo che oggi, all’indomani cioè del risultato delle Europee, lo stesso D’Eramo gongola, affidando alla stampa una nota che recita: «Il risultato ottenuto dalla Lega in Abruzzo premia il lavoro del partito e dei nostri amministratori sul territorio, con una percentuale di consensi in aumento rispetto al dato delle elezioni regionali dello scorso marzo.…», perché a me (e anche al sito del Ministero dell’Interno) risulta che alle ultime Regionali la Lega abbia preso 43.816 voti, mentre alle Europee le schede sono state 40.177, e anche se in termini percentuali si traduce in uno 0,4% in più, non considererei un “risultato che premia” l’aver perduto la fiducia di 3.639 abruzzesi, cioè più o meno tutti i residenti di Morro d’Oro, anche alla luce del fatto che il risultato nazionale della Lega alle Europee è stato dell’8,9%. 

E non cito, per non infierire, il confronto con le precedenti Europee, quelle del 2019, nelle quali l’Abruzzo affidò alla Lega il 35,3% dei consensi, perché altrimenti gli abruzzesi che hanno perso fiducia nella Lega, in cinque anni, diventano 165.193, cioè più o meno tutti i residenti di Pescara e L’Aquila messi insieme.

Non c’è da festeggiare. 

Ma sto divagando, torniamo a Giulianova, ad Jwan Costantini, che credo abbia voluto rimandare la decisione inevitabile, quella cioè di salutare (quasi) tutti e andarsene, perché prima delle elezioni sarebbe stato malinterpretato.
Ma non può restare.
Ha troppa voglia di fare, per un partito immobile.
Se avesse lasciato la Lega, che è partito in crisi, prima del voto, Costantini sarebbe sembrato un comandante che abbandona la barca che affonda, ma se la lascia oggi, a rielezione avvenuta, con un risultato elettorale nettissimo, al quale i 201 voti della Lega nulla aggiungono e nulla tolgono… perché senza avrebbe vinto “solo” con il 60,3%, Costantini diventa il comandate che avvia allo smantellamento un relitto che ormai non galleggia più, per assumere la guida di un’altra nave.

Già, ma quale?
Scelta non facile, perché significa alzare le insegne di un partito sul pennone del terzo Comune della provincia di Teramo, e per ogni partito sarebbe una conquista importante.

La scelta, a mio avviso, è tra Fratelli d’Italia, che ha di fatto appena “perso” la coordinatrice provinciale Marilena Rossi, entrata in Regione come consigliera, e Forza Italia, partito in grande crescita che, con l’apporto di Noi Moderati, si avvia a ricreare quel grande centro, a metà strada tra la Meloni e la Schlein, che è poi la radice storica dell’elettorato abruzzese. 

Forza Italia una segretaria provinciale ce l’ha, è Rita Ettorre, ma è anche responsabile regionale di Azzurro donna, credo non avrebbe difficoltà nel lasciare - eventualmente - quel ruolo di coordinamento al Sindaco giuliese.

Oppure, magari, non succede nulla: resta tutto com’è.

Costantini non si sLega e D’Eramo continua ad inanellare successi, perché si sa: «…il risultato ottenuto dalla Lega in Abruzzo premia il lavoro del partito…».

Appunto.

ADAMO