Ore contate per Sergio Saccomandi alla TeAm.
Non appena approvato il bilancio (evento che quest’anno sarà celebrato eccezionalmente a giugno) il Presidente dovrebbe avviarsi lungo il viale degli addii, lasciando la poltrona più importante della Teramo Ambiente.
La scadenza naturale del mandato sarebbe il 15 ottobre, ma tutto farebbe pensare ad un anticipo, perché la TeAm sta entrando in una fase storica che la vede impegnata anche nella non facile fusione col MoTe, e non può appoggiarsi su un cda in uscita.
Quindi dovrà essere rinnovato al più presto, con la nomina di un cda che nel prossimo triennio sia in grado di dare alla più importante partecipata teramana una struttura solida, e agile, e moderna, e soprattutto capace di tornare ad essere davvero competitiva sul mercato.
Competitiva nei fatti, non solo nelle veline della propaganda, amplificate da un sistema di comunicazione che ha visto i soldi delle nostre bollette investiti (a colpi da 15mila euro l’anno) per “supportare” la comunicazione aziendale.
Gli esiti della quale, sono sotto gli occhi di tutti.
Torniamo alla Presidenza.
Perché non è casuale che questa “rivoluzione” (Dio solo sa quanto attesa) arrivi proprio mentre sua Gianguidità è impegnato nella non facile ridefinizione della sua Giunta, cercando una quadra che a tratti appare quasi impossibile, viste le troppe richieste e i pochi posti.
Il mare nel quale naviga l’incerta nave della gianguideria è “tendenzialmente mosso”, con moto ondoso in aumento e con venti incrociati e fin troppo spesso contrari, e con la bussola distratta.
Benché sbarcato per salire sulla nave da crociera aquilana, l’ex assessore Cavallari continua a manifestare (ovunque e con chiunque) le sue pretese di secondo assessorato, minacciando ancora e sempre uscite dalla maggioranza di tutto il suo gruppo. Continua a stupirmi il fatto che Jhonny davvero non intuisca quanto la “sua” assessora Ferri sia ormai da lui lontanissima, così come il fatto che l’appoggio di tutta la gianguideria alle Regionali fosse anche, e per molti consiglieri soprattutto, un modo per allontanarlo da un’amministrazione alla quale, annunci a parte, aveva regalato la stagione del nulla. Per avere più chiaro il quadro di quello che sto dicendo, fatevi una passeggiata all’Ipogeo o in piazzale San Francesco, e andate a vedere i lavori al vecchio Stadio e al Teatro romano.
“Il limite della democrazia è che tutti chiacchierano e nessuno governa davvero” disse, mi pare, Gino Paoli.
Credo renda bene il concetto.
Sulla nave della gianguideria soffiano anche i venti dei Podemos, sia a prua, soffiati da quelli che “podemos ancora”, sia a poppa, dove stanno i due del “non podemos più”, ma il loro è il gioco delle parti, perché poi si incontrano a mezza tolda e concordano sulla rotta da imporre al comandante, che è sempre la stessa: via gli oriundi. L’unica novità, è che negli ultimi giorni, sulla tavola sospesa sul mare, tutti i “podemos” vorrebbero veder salire, prima ancora di Ilaria De Sanctis, quel Graziano Ciapanna che è nei fatti un loro assessore, ma che come tale non riconoscono… e neanche lui, in realtà, si riconosce in loro.
Il “caso Ciapanna” segnatevelo, vi dirò perché.
Sembrano in questa fase più morbide le folate del vento del PD, placate dall’ormai imminente nomina di Marco DI Marcantonio ai Lavori Pubblici, anche se la corrente mariana, rafforzata dalla diaspora dei “podemos”, cerca altre possibilità di azione, non per una mera spartizione di poltrone, ma perché la ripartenza di cui ha bisogno questa città, non è neanche immaginabile senza la possibilità di mettere persone capaci in ruoli chiave.
Anche questa segnatevela.
Solo una brezza leggera, invece, il vento che viene dalla lista del Presidente della Provincia Camillo D’Angelo. Una brezza che sembra appoggiarsi sulla certezza di quel secondo assessorato, che sua Gianguidità avrebbe promesso, e che, nel gioco degli incastri in quota rosa, dovrebbe vedere Graziella Cordone entrare in Giunta al posto di Ilaria De Sanctis. C’è anche chi sostiene che il cambio possa avvenire con Pina Ciammariconi, ma io non credo, perché D’Alberto è uno degli ultimi due o tre rimasti a discutere del campo largo, quindi dubito che rinuncerà ai grillini in Giunta.
E poi D'Angelo, che aveva sognato di replicare l'exploit elettorale teramano anche a Pescara, presnetando una lista a favore di Carlo Costantini... che si è fermata allo 0,63 per cento... vuole visibilità.
Sa di maestrale il vento di Teramo Vive, perché anche se Valdo per ora ha salvato il posto (grazie anche alla sollevazione popolare) il Gruppo rivendica un atteggiamento diverso da parte del Sindaco, una diversa partecipazione, una vera condivisione. Insomma, non vuole ritrovarsi a dover apprendere nomine e scelte leggendo la stampa locale.
Non è «... bello apprendere le notizie sulla Giunta dalla Stampa» per dirla alla Lancione sul gruppo della maggioranza.
Vabbè, ma la TeAm?
Lo so che state pensando che vi ho allettato con la nomina del nuovo Presidente, per poi regalarvi questi pistolotto sulla Giunta.
Avete ragione: ma mi serviva per definire lo scenario, perché se anche - come sembra - per ora di rimpasti non si parlerà (tranne la nomina di Di Marcantonio), il rinnovo del Cda della TeAm è alle porte, con l’addio sicuro al Presidente e a Christina Di Antonio, mentre per Gianni Falconi si dovrebbe (e per fortuna) prefigurare una riconferma.
Già, ma il Presidente?
La risposta a questa domanda, è un nome che - come per magia - trova la quadra, sia sull’efficacia dell’azione futura della TeAm, sia sulla “visione” che il ruolo pretende, sia sui rapporti con la varie correnti e in particolare con quella di Sandro Mariani che appoggia e sostiene la nomina (per questo vi dicevo di segnarvela), sia sugli equilibri di Giunta, rendendo inattaccabile Ciapanna (anche questa…)… e quel nome è Mauro Di Dalmazio.
Un nome che, proprio per i riflessi politici che scatenerà, preoccupa la mezza gianguideria in fibrillazione (quella dei "Podemos" e dei "non Podemos più"), e mortifica la possibilità setssa di espressione dell'insaziabile componente cavallariana.
Già candidato Sindaco, assessore comunale e regionale (con delega alla gestione dei rifiuti) Di Dalmazio sarebbe la persona giusta per dare alla TeAm quel “respiro ampio” che la partecipata pretende e senza il quale, il futuro rischierebbe di essere un fastidioso colpo di tosse.
ADAMO