Li faccio.
E li rifaccio.
E poi li faccio di nuovo.
Niente, non c’è niente da fare.
I conti… non contano.
No, non è che non tornino, perché in quanto a tornare… tornano, ma non contano.
La matematica gianguidica, ha regole sue, che sovvertono e stravolgono quelle della matematica tradizionale, fino a capovolgerla.
Faccio un esempio: immaginate quattro bambini, il primo con tre soldi mangia due caramelle; il secondo con tre soldi mangia due caramelle; il terzo con tre soldi… digiuna, il quarto senza soldi mangia gratis.
Chiaro?
Come dite?
È un po’ complesso?
Ve la faccio più semplice.
Immaginate quattro liste, la prima con duemila voti e rotti prende due assessori; la seconda con duemila voti e rotti prende due assessori; la terza con duemila voti e rotti non prende niente; la quarta con seicento voti prende un assessore.
Come dite?
È ancora un po’ astratto?
Ve la faccio semplicissima: Johnny Cavallari ha due assessori; Camillo D’Angelo ha due assessori; Valdo Di Bonaventura ha perso il posto e la Ciammariconi resta.
Si chiama “Teorema gianguidesco del merito politico”, ed è quello sul quale, è stato impostato il rimpasto della peggiore Giunta degli ultimi quarant’anni, creandone una che, a volerne cercare una metafora, sembra la Concordia in navigazione verso l’Isola del Giglio. Sempre che riesca a galleggiare, ovviamente, perché le premesse negative ci sono tutte. A cominciare dalla ridistribuzione delle deleghe, che crea vincitori e vinti.
E, come vedrete, nulla è in realtà come sembra, perché quelli che sembrano “vinti” per definizione, ovvero i due assessori defenestrati, Ilaria De Sanctis e Valdo Di Bonaventura, in realtà non sono gli unici ad averci rimesso.
Anzi.
Tra i vincitori non c’è, benché si illuda di esserlo, Johnny Cavallari, perché la sua è una vittoria di Pirro: mantiene sulla carta i due assessorati, ma la Ferri non si riconosce più in Bella Teramo (e fa bene), e la neo poltronizzata Tullii dovrà gestire il Personale (tanto lavoro e poca visibilità) e la Scuola (tanto lavoro e un po’ più di visibilità, ma sempre poca).
Tra i vincitori non c’è, benché creda di esserlo, Camillo D’Angelo, perché anche se raddoppia gli assessorati, lo fa con le assurde deleghe affidate alla Cordone, che per indole e sensibilità avrebbe potuto fare (molto e bene) nel Sociale, invece dovrà vedersela coi cassonetti e con gli autobus, ovvero con le deleghe più rognose e meno gratificanti, in una città nella quale tutti gli assessori al traffico si sono fatti male.
Tra i vincitori non c’è di certo - manco a dirlo - Teramo Vive, maltrattata in malo modo dal Sindaco, che gli ha fatto pagare la colpa della candidatura di Valdo alla Regione. Per rispetto degli elettori, sua gianguidità avrebbe dovuto comunque garantire l’assessorato alla lista, ma non l’ha fatto, gli servivano poltrone e l’ha tolta ai più indifesi… privando la città del suo migliore assessore.
Tra i vincitori non c’è Insieme Possiamo, che esce dal travaglio del rimpasto con due consiglieri e un assessore in meno, e anche se - come ho sempre pensato - la fuoriuscita di Core e Falini era solo una recita strategica, tutta studiata per liberarsi di Ciapanna o della De Sanctis (e quindi in parte riuscita), l’immagine della lista ne esce disastrata, tanto più che il golden boy Filipponi è stato riconfinato nel suo assessorato alle feste, sagre e fiere. Che porta selfie, ma non giova a chi si sogna Sindaco.
Dei Cinque Stelle non c'è bisogno di dire nulla, appartengono alla categoria dei miracolati, restano in giunta, immeritatamente, solo perché D'Alberto non ha capito che il campo largo è un camposanto.
Ma se hanno perso tutti, chi ha vinto?
L’unico vincitore è Sandro Mariani, e non solo perché ottiene con Di Marcantonio l’assessorato - fondamentale - ai Lavori Pubblici, ma anche e soprattutto perché imbriglia il Sindaco, di fatto commissariandolo. La “corrente Mariani”, che è trasversale in maggioranza, con il rientro in Consiglio dell’ex assessora Maranella, può contare su cinque consiglieri (Carginari, Fantozzi, Mistichelli, Papa e Maranella) ma che potrebbero facilmente diventare sette, visto che Raiola dovrà cercare casa e che rumors danno la Llouras in raffreddamento con Bella Teramo.
E il Sindaco ha vinto o ha perso?
D’Alberto è, in assoluto, quello che ne esce peggio. Incapace di imporre una sua linea (sempre che una linea ce l’abbia), si è fatto tirare per la giacchetta da tutti, cercando di accontentare tutti e, soprattutto, subendo tutti.
Anche umanamente, ne esce malconcio: ha cacciato - riammesso e ricacciato Valdo tre volte in due giorni, alla fine “licenziandolo” con una telefonata, mentre con Ilaria De Sanctis, che per lui aveva lasciato il Pd e con lui aveva iniziato l’avventura che l'ha portato alla fascia, ha davvero palesato i limiti di una certa latente aridità.
O forse, e sarebbe più grave, di una scarsa percezione della realtà.
“…Al termine di un’attenta e serena riflessione…” scrive nel comunicato che annuncia la nuova Giunta.
"Attenta", sì.
E "serena", soprattutto.
Guardate com'è bella l'Isola del Giglio all'orizzonte...
ADAMO