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Se non si trattasse di Enrico Melozzi, questo sarebbe un articolo sulle bugie.
Sì, bugie, nel senso più letterale del termine, ovvero: “false affermazioni per trarre altri in errore, di solito a proprio vantaggio”.

Trattandosi, però, del non vincitore di Sanremo, nonché non vincitore del Nastro d’argento, coerenza mi obbliga a dedicare questo articolo alle non verità del non maestro Melozzi.

A proposito di “maestro”, siccome a commento degli ultimi capitoli della mia melozzeide ho visto i tentativi, lodevoli ma infruttuosi, di accreditare il Nostro del titolo. Ripeto, quindi - anche se non ce ne sarebbe bisogno - che il "Maestro" che non riconosco al Melozzi è il titolo che si deve ai direttori d’orchestra, quelli in possesso di un titolo accademico intendo, perché mi risulta che il capelluto musicista non l’abbia mai conseguito.
Che sia diplomato in violoncello, poco cambia… il “Maestro” che dirige l’orchestra, per me è altro. 
"Maestro" è un titolo onorifico, non ufficiale, e pretende che ne sia riconosciuto il valore... io non lo riconosco.
Torniamo alle non verità.

In una compiaciuta diretta web, nella quale ci racconta della grande fatica e dell’altrettanto grande soddisfazione per la riuscita della Notte dei Serpenti, il Melozzi trova tempo e modo per dedicare un passaggio alla sua città.

Alla nostra Teramo.

Adesso, però, prima di andare avanti, dovete ascoltarlo…

Riassumendo, Melozzi, veste i panni del figlio non amato, del “nemo propheta”, e sostiene che:
- l’ultima cosa che ho fatto a Teramo è stato un concerto gratuito, con i cento violoncelli, e non è costata niente al Comune…
- nel Duomo di Teramo c’erano ottomila persone…
- io a Teramo non ci suonerò mai più, anche perché i prezzi nel frattempo sono saliti di tanto e non credo che Teramo se lo possa permettere…
- quest’anno volevamo fare le prove della Notte dei Serpenti a Teramo, ma il Sindaco non ce l’ha fatte fare, non s’è capito per quale motivo…
Ecco, sono tutte bugie.

Pardon: non verità.

E vi dico perché, una per una.

- è una non verità che il concerto dei cento cellos non costò nulla, perché il Comune spese 5mila euro per quel concerto. Ora, immagino che 5mila euro per chi, come Melozzi, organizza eventi da mezzo milione (e non è neanche bastato), siano poca cosa, ma siccome quei cinquemila erano nostri, educazione vorrebbe che ringraziasse, invece che raccontare una non verità. (sotto, articolo de Il Centro con intervista all'allora assessore Ponziani)
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- è una non verità che Teramo non si possa permettere un concerto di Melozzi, visto che negli ultimi anni, così tanto per dire, il Comune ha portato in piazza (spendendo anche troppo secondo me) De Gregori e Venditti, Litfiba, Max Pezzali…. tutta gente che, ovviamente, nella storia della musica vale meno di Melozzi.
…a proposito di Max Pezzali, questa è la foto di piazza Martiri quella sera, c’erano settemila persone, se pensate che sia vero che in Duomo ce ne siano entrate ottomila per i cento cellos… siete Enrico Melozzi…
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- è una non verità che gli sia stato impedito di fare le prove della Notte dei Serpenti a Teramo, e che non si sia capito il motivo, perché il motivo lo sanno tutti, ma proprio tutti, ed è che non puoi fare le prove in un teatro… se non c’è un teatro. E che il Comunale sia già parzialmente sventrato, è cosa notissima, come gli uffici comunali hanno spiegato allo stesso Melozzi… Incuriosisce, però, nella sua ricostruzione della “cattiveria” teramana, come gli sia sfuggito il ricordo del fatto che l’anno scorso, proprio per le prove della Notte dei Serpenti, Melozzi abbia occupato il nostro teatro comunale dal 17 al 27 luglio 2023 dalle 9.30 alle 19.00 ogni giorno.
Quasi cento ore di prove.
Aggratis.
Nella città "che non mi vuole"..
Smermorello...
Mi fermo qui, non prima però di aver sottolineato un altro, splendido passaggio della diretta Melozzesca: «…siamo andati over budget di altri centomila euro…» e parla di danno erariale, quindi di soldi pubblici, che adesso andranno trovati per coprire il “buco”.

Quindi altri centomila euro, di soldi nostri.

Quanto vorrei che anche questa fosse una non verità…

ADAMO