Era appena ieri, il 22 agosto, eppure ancora mi restano negli occhi i momenti della splendida festa, che ieri ha visto Teramo fermarsi per celebrare degnamente quello che si avvia a diventare un momento tradizionale per la nostra città: la doppia festa della “figuraccia scolpita”.
Ieri, infatti, si è festeggiato il 101esimo compleanno di Paola Dal Din, storica staffetta partigiana, protagonista della lotta di liberazione e - grazie ad una lapide realizzata e affissa da Comune di Teramo e Anpi, prima martire vivente della storia dell’umanità.
Prima (e unica) persona al Mondo in grado di poter leggere la lapide "alla memoria del suo sacrificio".
E questa era la prima festa.
La seconda, quella che la rende doppia, è stato il primo compleanno della clamorosa figuraccia rimediata a livello nazionale, grazie alla balzana idea di dedicare una lapide “alla memoria” diuna persona in vita.
Idea, come si ricorderà, venuta al partigiano nato sette anni dopo la fine della guerra, Antonio Topitti, rappresentante teramano di un’associazione, l’Anpi, che proprio grazie all’ex libraio, in città offre una “traduzione” diversa di quella “p” dell’acronimo, non più memoria di quello che la Treccani suggerisce quale secondo significato “Chi fa parte di formazioni irregolari armate che agiscono sul territorio invaso dal nemico”, ma intepretazione attuale del primo significato: «Chi parteggia, chi si schiera da una determinata parte, chi aderisce a un partito, sostenendone le idee, seguendone le direttive, per lo più con spirito fazioso e settario».
Di parte.
Fazioso e settario.
Di parte gianguidica.
Con una partigianeria spinta fino al punto di non vedere la nota della Casa del Popolo, che, toccando temi veri della sinistra, definiva il Sindaco Batman.
Curioso come il partigiano nato sette anni dopo la guerra, che mi dicono (io, bannai) abbia una produzione di post quotidiana, e che rivendica valori comunisti, nulla abbia detto sul più ideologicamente comunista dei comunicati letti negli ultimi anni.
Nulla, neanche una parola.
Così come sui trentamila euro che il Comune paga ad un addetto social per il Sindaco… neanche una parola.
Partigiano, cioè di parte gianguidica, appunto.
Del resto, la stessa Paola Dal Din, che partigiana lo è stata davvero, ha dell’Anpi un’idea ben precisa: leggete come risponde all’intervista rilasciata qualche settimana fa a Milano Post (QUESTA), proprio in vista del suo compleanno:
Le si fa notare che Porzus (qui la storia) resta una grande macchia della resistenza. Perché, ancora oggi, si fa fatica a parlare di questo eccidio e l’Anpi ad ammettere le proprie responsabilità?
«Perché loro si sentono sempre perfetti e innocenti».
Dal che si deduce, anche con una certa evidenza, che la partigiana Paola Dal Din… non è dell’Anpi, altrimenti non parlerebbe di “loro”…
Auguri Paola, per i tuoi 101 anni… e per quello che hai dato all’Italia e alla nostra libertà.
Auguri Teramo, per il primo anno della figuraccia dell’unica lapide alla memoria… di un vivente, voluta da un’associazione nella quale quella “martire vivente” non si riconosce.
Cuoricino bianco, cuoricino rosso
ADAMO