Dicesi “convenzione” l’accordo con il quale una società prende in gestione un bene pubblico, tipo uno stadio o un teatro, e si impegna a manutenerlo oltre a pagare un canone annuo, ma in cambio potrà e dovrà ovviamente utilizzarlo per le proprie attività.
Anche redditizie.
Anzi: soprattutto redditizie, visto che se il gestore guadagna, avrà interesse a portare avanti la gestione.
Tutto chiaro?
Andiamo avanti.
In ogni convenzione, la “parte pubblica” riserva una “quota” a beneficio dei cittadini, perché quel bene pubblico non può diventare “privato” neanche in convenzione.
Quindi, per esempio, per lo stadio o per il teatro, il Comune si riserva una ventina di giorni, per poterlo concedere a eventi, manifestazioni etc etc
.
Tutto chiaro?
E adesso, vi racconto una storia.
Che è quella del Circolo Tennis Costante Bernardini, anche questo un bene pubblico, quindi di tutti i cittadini, che il Comune ha concesso ad un privato, l’Associazione Sportiva Dilettantistica Circolo Tennis Costante Bernardini.
Che ovviamente, deve manutenerlo e pagare un canone.
Già, il canone.
Voi quanto chiedereste per “sei campi da tennis, di cui quattro in terra rossa e due in resina: tutti i campi sono illuminati e quattro di essi (due in terra rossa e due in resina) sono dotati di copertura pressostatica e riscaldamento, permettendo di giocare al coperto da ottobre ad aprile. Il campo principale è il campo Centrale, dotato di una tribuna con circa 120 posti a sedere. Il Circolo, inoltre, ha anche tre nuovissimi campi da padel,di cui due dotati di copertura fissa”, come leggo sul sito
?
Su, fate un prezzo.
Dai, dai… provate a dargli un valore.
Vabbè, ve lo dico io: l’Associazione Sportiva Dilettantistica Circolo Tennis Costante Bernardini paga al Comune, ogni anno, 1500 euro. Più Iva. Cioè 1830 euro all’anno.
Cinque euro al giorno.
A me, così tanto per dire, sembrano pochi, pochissimi.
Specie per un Circolo che, per costruire i «tre nuovissimi campi da padel, di cui due dotati di copertura fissa» ha speso 353.198,67 euro.
Non voglio fare i calcoli in tasca a nessuno, anche perché, come scrivevo prima, se il gestore guadagna, la convenzione prosegue, ma con un privato che ha una tale capacità di spesa, forse quei cinque euro al giorno sono un po’ pochi.
Forse.
Ma quello che mi interessa, più ancora dei cinque euro al giorno, è l’articolo 16 della Convenzione, leggiamolo insieme: «Il Concessionario può utilizzare l’impianto sportivo per l’attività dei propri iscritti / tesserati fino ad un massimo del 80% del totale delle ore settimanali effettive. Qualora non vi fossero richieste di altre società, Associazioni Sportive ecc...»
Non sono bravo in matematica, ma provo a fare un conto: sei campi + tre da padel fanno nove campi… e l’80% di nove campi è 7,2 campi.
Che significa?
Semplice, che quasi due campi (1,8 per la precisione) tutti i giorni, e ripeto: tutti i giorni, dovrebbero essere messi a disposizione di altre società, Associazioni Sportive etc.
Tutti i giorni.
A meno che non arrivi alcuna richiesta.
Ma una richiesta c’è.
Dal 2021.
L’ha presentata l’ASD Tennis Club Teramo, presieduta da Edgardo Piantieri, che aveva in animo di realizzare tre progetti.
Questi:
"SOGNI A COLORI - Tennis gratuito in favore dei bambini con fragilità socio-economiche e a rischio disagio sociale al fine incentivare l'attività motoria e combattere il rischio isolamento in collaborazione con gli Istituti scolastici e con la scuola tennis;
"TENNIS, CULTURA e SOCIALE -per la promozione dello sport come veicolo di educazione alla salute, al benessere psico-fisico, al rispetto di sé, degli altri e delle regole, e come strumento di condivisione e di crescita morale e sociale dei giovani e dei meno giovani da porre a servizio della nostra comunità;
"i NOSTRI TALENTI -pensare di rendere accessibili e fruibili le attività sportive e gli impianti sportivi esistenti anche ai disabili che con il loro silenzio e il loro talento rendono migliore la nostra comunità.
Belli, vero?
L’idea c’era, i campi dovevano esserci per regolamento della convenzione, si poteva partire, no?
E invece no.
Passano due anni, di richieste e solleciti.
Poi, arriva la risposta.
Sgradevole.
Perché alla richiesta del Tennis Club, il Circolo Tennis risponde: «Il costo del campo per ogni ora di gioco è di Euro 18,00 (diciotto/00). Il costo complessivo giornaliero sarà quindi di Euro 144,00 (centoquarantaquattro/00) per un costo settimanale stabilito in euro 1.000,00 (mille/00)».
Mille euro a settimana?
Per far giocare i bambini che non se lo possono permettere, per evitare il disagio e per i diversamente abili?
Mille euro a settimana?
Cinquantamila euro l’anno?
Così vale il venti per cento di millecinquecento euro?
Se ripenso alle polemiche per il prezzo dello Stadio chiesto al Città di Teramo....
E non solo, perché il Circolo Tennis, va oltre: «L'Associazione Sportiva Dilettantistica Tennis Club Teramo dovrà, contestualmente alla sottoscrizione della presente, consegnare presso la segreteria del Circolo Tennis Teramo Costante Bernardini il libro soci e/o i nominativi dei propri associati che potranno usufruire delle ore di gioco messe a disposizione. L'organizzazione del Circolo Tennis Teramo si riserva la possibilità di controllare la corrispondenza dei giocatori che occupano le ore di gioco con i nominativi forniti, pena l'esclusione dal campo del soggetto non ricompreso nell'elenco...».
E come se non bastasse: «L'Associazione Sportiva Dilettantistica Tennis Club Teramo non potrà utilizzare le ore di gioco messe a disposizione per organizzare manifestazioni concorrenziali con il Circolo Tennis Teramo Costante Bernardini E fatto altresì divieto di organizzare corsi di tennis per bambini e adulti, tornei di tennis e manifestazioni non riconosciute dalla Federazione Italiana Tennis e Padel nonché giocare con cesti di palline se non espressamente autorizzato dall'organizzazione del Circolo Tennis Teramo».
Ricapitoliamo.
Un’associazione chiede di utilizzare il 20% previsto dalla convenzione, e il gestore chiede un canone 30 volte superiore a quello pagato per l’uso dell’intero circolo e impone controlli “polizeschi” e divieti anche per l’uso di cesti di palline…
E il Comune che dice?
La tradizionalmente sonnolenta macchina gianguidica, stavolta si muove e spiega al gestore che non può controllare alcun libro soci, né limitare in alcun modo l’attività.
Deve solo mettere a disposizione i campi.
Tutto risolto?
Certo che no.
Perché il Circolo Tennis, riferisce «…che la struttura viene utilizzata addirittura per il 38% da utenti non soci del Circolo e che quindi, sol questo dato, andrebbe a soddisfare quanto previsto dall'art. 16 della richiamata Convenzione».
Il problema. però, è la convenzione non parla di “non soci”, ma di «altre associazioni e società sportive che ne facciano richiesta»
E ancora.
Sembra che l’investimento da 350mila euro per i campi da padel, sia stato soistenuto da un privato, al quale andrà l’80% dell’incasso degli stessi campi.
E il Comune che dice?
Perché nella delibera sulla “straordinaria manutezione”, per la costruzione dei tre campi, non si parla di privati.
E poi, l’articolo 22 della convenzione recita: «E’ fatto divieto al Concessionario di far subentrare nella concessione di cui al presente contratto, persone o Enti, né in tutto né in parte, a nessun titolo e per nessuna ragione La concessione si intende risolta qualora il Concessionario ceda ad altri, a qualsiasi titolo, tutta o parte della gestione degli impianti sportivi».
E il Comune che dice?
Nell’attesa di un cenno gianguidico, il presidente del Tennis Club, Piantieri, ha presentato un esposto denuncia e partecipa ad ogni Consiglio Comunale, vestendo maglie di protesta.
Questo è il disegno di quella che indosserà nel prossimo Consiglio.
Benvenuti
nel Paese del numero 1 mondiale del Tennis…
ADAMO