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Core de mamma. 
Leggo su Facebook una sorta di ex voto digitale, un “per grazia ricevuta” due punto zero. 
Lo scrive una madre, perché il figlio, graziaddio, é scampato al crollo della mezza quercia di via Flajani. 
E mammà racconta: “Parte della quercia è crollata intorno alle 19.30, orario in cui mio figlio passa proprio di lì per andare in palestra. Stavolta ha fatto un'altra strada e si è salvato. Voglio mettere in evidenza quanto siamo stati tutti miracolati. Se l'albero fosse caduto di mattina, con il passaggio dei bambini e dei ragazzi che vanno a scuola, ora saremmo qui tutti a piangere per una tragedia annunciata”. 
Ha ragione. 
Totalmente.
Io dissacro ironizzando, ma il problema é vero, come é vero lo scampato pericolo di tutti i bambini della Risorgimento, ma anche di tutte le persone che salgono a Villa Mosca o che entrano in città.
Quello é uno dei punti più trafficati della città, solo per un caso quella mezza quercia, schiantandosi, non ha colpito nessuno.
Ma non é questo che mi interessa.
Non è la narrazione a posteriori, di una madre preoccupata.
Quello che mi interessa, è chi é quella madre e quello che scrive, dopo le considerazione sulla mancata tragedia.
Leggiamolo insieme.
“Il Comune è l'ente preposto alla manutenzione e noi cittadini ci fidiamo e non potremmo fare altrimenti. Ma oltre ai concerti e alle feste, esistono altre cose in una città che sono imprescindibili perché ne va di mezzo la vita di una comunità”.
Come, come, come?
Non credo ai miei occhi.
C’é un passaggio clamoroso.
Rileggiamolo: “…oltre ai concerti e alle feste, esistono altre cose in una città…”.
Sí, sì: avevo letto bene.
É un attacco diretto alla gianguideria, alle feste, ai concerti, alle nature indomite, alle sbirrazzate fronte Duomo, alle sagre e sagrette.. 
Una critica netta, chiara, un j’accuse argomentato: troppe feste e concerti e poca manutenzione, tanto che alla fine ci ritroviamo con qualche selfie in più… e mezza quercia di meno.
Tutto giusto… se non fosse che a firmare quelle accuse, non é stata una mamma qualsiasi, ma Roberta Melasecca… la donna che ha inventato Extramuros.
Sí, proprio Extramuros: la manifestazione pubblicizzata prima di essere proposta, pensata da un personaggio pubblico ma organizzata da un privato, che ottenne un finanziamento dal Comune di quarantamila euro di soldi nostri, giustificati da altri quarantamila offerti da uno sponsor che sponsor non era, poi divenuti la donazione di una benefattrice, che risultava anche titolare di un ristorante che non esisteva e di un centro di ascolto e assistenza che non ascoltava e non assisteva più. 
Proprio lei, Roberta Melasecca. 
La titolare dell’associazione Blow art che, per caso, camminando per Teramo, avendo notato i manifesti di una manifestazione che non esisteva, aveva deciso di organizzarla.
Proprio lei, Roberta Melasecca.
Lei, si lamenta della Gianguideria.
Dei concerti e delle feste.
Proprio lei.
Lei, che aveva trasformato in realtà la visione del consigliere gianguidesco Luca Pilotti, che in una magica serata in Canadà, con vasche, pesciolini e tanti fiori di lillà, aveva avuto la folgorazione extramurica. 
Proprio lei,
Lei che, alla fine, riuscì a spendere solo 37mila euro, per fare più di quello che avrebbe voluto fare con 80mila, senza mai spiegare perché allora ne avesse preventivati 80mila, metà dei quali nostri. Extramisteros.
Proprio lei.
Lei che, solo un anno fa, di quella gianguidità culturale era fiera portabandiera, oggi... sputa in quel piatto. 
E si lamenta delle feste e dei concerti della gianguideria.
E della mancata manutenzione della quercia. 
Eppure, non mi pare di ricordare, tra gli “eventi” di Extramuros, convegni sulla manutenzione del patrimonio arboreo, o tavole rotonde sul verde aprutino, né dibattiti sulla flora comunale.
Anzi.
Anche perché, le platee degli eventi di Extramuros, avevano sempre un’età media tale da rendere interessanti, in quanto a presenze arboree, solo i cipressi di Cartecchio.
Eppure lei, Roberta Melasecca, organizzatrice di quella che, a mio avviso, resta la meno riuscita tra tutte le manifestazioni inutili mai organizzate a Teramo, oggi critica il Comune.
Critica le feste e i concerti. 
Core de mamma.
Core ingrato. 
ADAMO