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PortakiuSe in sei anni, i lavori sulla San Giuseppe li avessero fatti… e non solo annunciati.
Se n sei anni, i lavori sulla Savini li avessero fatti… e non solo annunciati.
Se in sei anni, i lavori sul Braga li avessero fatti… e non solo annunciati.
Se in sei anni, i lavori sul polo scolastico  Molinari li avessero fatti… e non solo annunciati.
Se in sei anni, i lavori sul vecchio Comune li avessero fatti… e non solo annunciati.
La vicenda del Delfico sequestrato, con la tristissima rincorsa ad ogni possibile spazio libero nel quale ospitare un banco, una cattedra, una sezione, un pezzo del Classico, due classi dell’Europeo, i ragazzi del Coreutico, gli iscritti al Convitto, è anche la più evidente dimostrazione di quanto la politica degli annunci gianguidici, sulla quale l’attuale governo cittadino ha costruito tutto il suo programma politico, convincendo 54 teramani su cento, sia un colossale fallimento.
Sì, lo so che il "Delfico" é della Provincia, e che sta alla Provincia trovare una soluzione, ma per trovare quelle soluzione é necessario che la città sia in grado di offrirne.
Invece, in sei anni di “regno” con le casse piene di soldi, tra ricostruzione e Pnrr, ordinanze speciali e bonus vari, il Comune gianguidico non ha risolto neanche uno dei tantissimi problemi di edilizia scolastica in città. Annunci a palate, sublimati da quella conferenza stampa pre-elettorale, nella quale l’ex assessore Cavallari annunciava la soluzione della “scuola jolly”, la De Albentiis, che all’improvviso passava dall’essere “pericolante e senza fondamenta” a “una delle più sicure in città”. Eppure, é lì… ancora chiusa, senza alcun cantiere e senza alcun lavoro in corso, perché in fondo lo scopo di quella conferenza non era trovare un posto per gli studenti, ma uno scranno regionale per Jhonny… e i teramani, felici di poter mandare in Regione l’assessore ai Lavori Pubblici che non aveva fatto lavori pubblici, l’hanno votato.
Mi piacerebbe sapere se, tra i 2787 nostri concittadini che, con convinta gioia, hanno votato Cavallari, ci siano i familiari di qualche ragazzo iscritto ad una delle scuole di piazza Dante…
La chusura del Delfico, che temo non sarà breve,  é un altro colpo durissimo per un centro storico che, sempre di più, diventa espulsivo e deserto. Dopo l’ andirivieni degli uffici pubblici (oggi chiusi), il passeggio commerciale (oggi quasi scomparso), lo struscio serale (ormai riservato a torme di frichinetti), il cuore antico della città perde anche la sua scuola più importante, ed é ormai la fotografia sbiadita di un ricordo perduto.
Però… “ci siamo ripresi lo Stadio”.
Applausi.
ADAMO