É fatta: Prati di Tivo rinasce.
Quello che non é successo in anni e anni di polemiche, di scontri, di denunce, di azioni giudiziarie… é successo in un attimo.
Prati di Tivo rinasce.
É fatta.
E pensare… che bastava una lettera per risolvere tutto.
Una sola lettera, e tutto miracolosamente si é risolto.
Quella lettera, l’ha scritta il Prefetto di Teramo, Fabrizio Stelo, ed è un capolavoro di burocratese fine e sé stesso, una sorta di esercizio dell’arte del paradosso, una mera manifestazione di presenza… del tutto scollegata dalla realtà.
Perché la realtà dei Prati, é che un giudice dovrà esprimersi sullo scontro tra il gestore degli impianti e il proprietario, cioè tra Marco Finori e la Gran Sasso Teramano.
E si esprimerà il 28 ottobre, nell’udienza nella quale potrà concedere alla Gst di rimettere in vendita gli impianti, sempre se Finori non pagherà prima il quasi milione e mezzo proposto quale transazione, per rilevare “ramo d’azienda, debiti, crediti. beni mobili e immobili e concessioni, con obbligo dello smontaggio degli impianti giunti a fine vita tecnica e accollo liberatorio di tutti i debiti della Gran Sasso Teramano, dietro il pagamento integrale di tutti i creditori sociali entro 30 mesi, dei professionisti entro la fine del 2024, confermando per il resto tutto quanto previsto nella bozza contrattuale dell’aprile 2022“.
Questo è lo Stato dell’arte della vicenda.
Non c’è altra strada.
Il giudice, in questa fase, è il dominus della storia.
E lo sanno tutti, anzi: quasi tutti visto che il Prefetto scrive una lettera, che merita di essere commentata.
A cominciare dalla quantità e qualità dei destinatari: Presidente della Regione Abruzzo, Presidente della Provincia Di Teramo, Sindaco di Pietracamela, Direttore Dell'agenzia Regionale di Protezione Civile, Presidente Dell'a.s.b.u.c. Di Pietracamela, Direttore dell'ente Parco del Gran Sasso e dei Monti Della Laga, alla Gran Sasso Teramano, a Marco Finori e al Presidente del Tribunale di Teramo.
Di tutto, di più.
Anzi: di troppo, perché in questa fase nessuno può fare nulla, tranne Finori… se decidesse di accettare la transazione.
Per il resto, si aspetta il giudice.
Però, il Prefetto scrive a tutti.
E a tutti, scrive - udite udite - «Come noto, la fruizione degli impianti di sciistici dei Prati di Tivo è impedita da diversi anni, con evidenti ricadute negative sul tessuto socio-economico della nostra Provincia. Difatti, i persistenti problemi di apertura che interessano gli impianti, rendono inespressa l'enorme potenzialità di volano per l'economia e per lo sviluppo sociale non solo di tutta la zona, ma dell'intero territorio provinciale il quale offre, nel raggio di 40 km, un variegato insieme, più unico che raro, di bellezze storico-paesaggistiche».
Fin qui, una rimpastata di cose risapute.
Andiamo avanti.
«Oltre a ciò, le ricadute negative riguardando anche la gestione delle emergenze di protezione civile, vista la necessità che potrebbero offrire, in tal senso, gli impianti di risalita».
Anche qui, nulla di nuovo, e il caso Lanciotti ne é solo l’ultima, dolorosa conferma.
Andiamo avanti, perché adesso la lettera si fa magia..
«Nonostante ciò, anche in queste ultime stagioni invernali condizionate dalla chiusura degli impianti, la località - a dimostrazione della sua importanza per la comunità teramana - ha accolto un discreto numero di turisti giornalieri, provenienti dal nostro territorio e non solo».
Alzi la mano chi ha visto il discreto numero di turisti, aggirarsi per i Prati.
Forse nei fine settimana, ma “giornalieri”
... e poi qual è la misura del "discreto" numero in una località con gli alberghi chiusi?
Andiamo avanti, perché adesso viene il bello:
«Malauguratamente, malgrado gli sforzi profusi dai soggetti competenti per favorire i necessari adempimenti per la riapertura del Comprensorio, in condizioni di sicurezza, non vi sono ancora sviluppi positivi nella vicenda in questione. Tale situazione (e il diffuso malcontento che ne deriva), deve spingere ogni player a compiere tutto quanto sia nelle sue facoltà per restituire il comprensorio sciistico alla comunità».
I player?
Cioè i giocatori?
A parte l’inglesismo fastidioso, ma quali giocatori?
I giocatori …giocano, e ai Prati i giochi sono finiti da tempo… tanto che le carte da bollo sono diventate la lingua corrente.
E non si gioca con la carta da bollo.
Perché su quella carta da bollo il giudice dovrà scrivere una sentenza.
A conclusione, il Prefetto verga la ragione vera della sua lettera: «Ciò posto, si chiede di voler intraprendere, con ogni consentita urgenza, ogni iniziativa volta alla riapertura degli impianti, nelle doverose condizioni di sicurezza per la pubblica e privata incolumità, al fine di consentire la fruizione del Comprensorio sciistico di Prati di Tivo alla collettività».
Ecco fatto, problema risolto.
Come dire: “io ve l’ho detto… adesso è colpa vostra”.
Un po’ semplicistico… e anche fuori tempo, almeno per altre due settimane.
E, soprattutto… se nutre tutta questa improvvisa attenzione per la sorte dei Prati, perché dimentica Prato Selva?
Perché non cita, nella lettera, anche l’altra ferita aperta?
Tra i tanti destinatari, non c’è neanche il Sindaco di Fano Adriano.
Eppure, sarebbe stato facile.
Bastava scrivere: «…si chiede di voler intraprendere, con ogni consentita urgenza, ogni iniziativa volta alla riapertura degli impianti di Prato Selva».
E tutto era risolto anche lì.
Facile no?
Basta poco, che ce vo’?
ADAMO