Le vie del Signore sono infinite, ma nella Teramo gianguidica anche le birre non scherzano.
No, non mi riferisco agli sbevazzamenti birrosi in Centro Storico, che il Comune con tanta fantasia e pochi controlli continua a considerare movida… e ogni volta che l’assessore Filipponi la nomima, a Ibiza muore un deejay.
Mi riferisco, invece, alla birra parrocchiale, pagata da noi e offerta alle feste dedicate alla gioia di santi che, almeno stando al culto vaticano, non raggiungevano estasi mistiche a furia di pinte e boccali.
C’è anche la birra, infatti (e tanta) nell’elenco delle spese delle feste parrocchiali, che il Comune ha generosamente finanziato, compartecipando.
Lo leggo sul preventivo della “Festa del Santo Patrono San Francesco”, organizzata dal Comitato di Frazione di Villa Vomano e Sardinara, che ha presentato una nota spese da 21mila euro, chiedendone 10mila al Comune e 2500 al Bim.
La nota, o meglio: il piano finanziario, è la base sulla quale il Comune valuta la proposta che, perché la gianguideria, come recita la delibera, vuole «… valorizzare il patrimonio culturale della Città in tutte le sue forme, favorire iniziative fondate sulla tradizione storica locale e promuovere, nel rispetto delle reciproche autonomie, la più ampia collaborazione con le istituzioni culturali…».
Alleluja, che belle parole… e quanti buoni propositi.
E quindi: 10mila euro al Comitato della festa di San Francesco, coi quali sono stati pagati: tre concerti, tra cui il figlio di Gianni Morandi, un mago, la banda di Forcella, un deejay, le panche, i manifesti, la Siae e… la birra.
Sì, la birra.
Per la precisione: 1950 euro di birra.
A questo punto, s’impone una riflessione: se quella birra è sulla nota spese di un contributo pubblico… e non è stata venduta perché sul piano finanziario c’è scritto che "non ci sono entrate da attività a pagamento", vuol dire che l’hanno regalata.
Quindi, il Comune, ha donato 10mila euro anche per regalare birra pagata coi soldi pubblici, una bevutona «…per valorizzare il patrimonio culturale della Città in tutte le sue forme, favorire iniziative fondate sulla tradizione storica locale e promuovere, nel rispetto delle reciproche autonomie, la più ampia collaborazione con le istituzioni culturali…»?
Ma che bella trovata…
Chissà che ne penserebbe San Francesco, lui che frequentava il lupo e non il luppolo.
Col quale (il santo, non il luppolo) il Comune gianguidizzato ha un rapporto di vera devozione, visto che anche la festa patronale della parrocchia di San Francesco d’Assisi a San Nicolò, merita un bonifico comunale da 10mila euro.
Qui però, il parroco non chiede soldi per la birra, si “limita” a presentare un piano finanziario da 22.500 euro, nel quale 14mila se ne andranno in serate musicali e banda, 4500 in luci, luminarie e palco, il resto in manifesti, Siae e bagni chimici.
Già, i bagni chimici… nell’altra festa non c’erano tra le spese… come avranno fatto, con tutta quella birra?
Vabbè, c'è tanta campagna intorno a San Nicolò.
Più contenuto il contributo chiesto dal Comitato di Villa Mosca, per la festa della Madonna della Salute, visto che il Comune dona solo 3500 dei 16500 euro della manifestazione, utilizzati poi per spettacoli (10mila), service audio - video (3500), sicurezza e wc (2000), il resto è Siae e manifesti.
Stesso importo anche per la parrocchia di Santa Rita a Piano della Lenta, 3500 su un totale di 7500 andato in eventi musicali e service,
Ben più economica, mi verrebbe da dire più "francescana"… ma temo che poi la somma aumentarebbe, la festa di San Martino a Villa Ripa, per la quale il parroco ha chiesto al Comune solo 2mila euro su un totale di 4mila, annunciando di volerne spendere 1900 in fuochi d’artificio, 600 di banda, 500 di fiori e mille di catering… ma si sa, San Martino pretende la tavolata con olio nuovo, castagne e vino novello.
Duemila euro li chiede anche l’associazione culturale di Sparazzano, per celebrare la SS, Rosa Mystica, su un budget di 8mila, quasi tutto investito in esibizioni musicali.
Sulla stessa cifra, si muove la parrocchia di San Silvestro a Miano, che riceve dal Comune 2200 euro, su un totale spese di 4400, che investe per la banda (1500), i fuochi d’artificio (2000), i fiori (500), la Siae (110) e … citronelle.
Centocinquanta euro di “materiale vario e citronelle”… non sapevo che Miano fosse tanto infestata dalle zanzare, tanto più che la festa si celebra ad ottobre.
Non esistono più le mezze stagioni.
E neanche i santi di una volta, visto che la parrocchia di San Martino a Forcella festeggia non il suo santo, ma... la Madonna della Misericordia, con un contributo comunale di 5mila euro, che la gianguideria concede… senza sapere come saranno spesi, visto che tra agli atti pubblicati non figura alcun piano finanziario.
Perché tanto, si sa che si può «… valorizzare il patrimonio culturale della Città in tutte le sue forme e favorire iniziative fondate sulla tradizione storica locale…» anche senza sapere che fine faranno i contributi pubblici, no?
Adesso basta, m’è venuta sete a forza di elencare numeri e santi.
Qualcuno mi offre una birra?
ADAMO