In virtù di un bislacco intreccio del destino, che in realtà è stato una clamorosa botta di culo, l’unico parlamentare che può vantare la provincia di Teramo, è di Azione.
Condizione questa che, a caduta, crea negli “azionisti”… o negli “azionatori”… o negli “azionati”… insomma, negli iscritti al partito, un malinteso senso di esistenza politica, spingendoli a considerarsi realmente una “forza”.
I numeri, in realtà, gli assegnano un posto molto diverso, nella storia politica del nostro Paese: ieri sera, nel sondaggio presentato da Enrico Mentana durante lo spoglio della Liguria, abbiamo scoperto che, se si votasse oggi, Azione prendere il 2,8 per cento.
Dato che, personalmente, considero sbagliato per eccesso.
Eppure, a Teramo Azione “sente” di esistere e di avere, soprattutto, un reale peso politico, al punto di palesare anche gli atteggiamenti tipici del potere.
Vi racconto due casi.
IL PRIMO. Un paio di giorni fa, nel commentare un nostro servizio su Atri, l’azionista (o azionatore, o azionato) Alessandro Graziosi, ha affidato ai social un commento di altissimo livello, nel quale di fatto ci accusava di aver realizzato quel servizio “su commissione”. Insomma, secondo l’aspirante consigliere comunale, trombato a giugno, noi avremmo realizzato il nostro approfondimento, su richiesta e ovviamente compenso del governo atriano. Ho “spiegato” al Graziosi, con la tradizionale delicatezza verbale che riservo al confronto con chi insulta il mio lavoro, quanto grande fosse la cantonata che aveva preso, concedendogli 15 minuti per cancellare il commento. E il post del cuor di leone (da tastiera) atriano è “magicamente” scomparso due minuti dopo.
IL SECONDO. Ieri, in Provincia, c’era un incontro tra le istituzioni e tutte le aziende di trasporto, un “tavolo” riservato alla riorganizzazione anche del trasporto scolastico, in seguito alla chiusura del Delfico, e al quale il consigliere provinciale Flavio Bartolini ci aveva invitato con un whatsapp, ma del quale non abbiamo potuto raccontarvi nulla, perché l’azionista (o azionatrice, o azionata) Libera D’Amelio, aspirante sindaca di Tortoreto, barcocchiata politicamente 70 a 20 dal rieletto Piccioni, ha deciso che quella non fosse una riunione aperta alla stampa. Mortificando il ruolo democratico del giornalismo, e accampando scuse paradossali, la migliore delle quali resterà “…se c’è solo certastampa… gli altri giornalisti poi si offendono…”, come se fosse un problema del politico l’assenza dei giornalisti… l’azionista (o azionatrice, o azionata) Libera D’Amelio ci ha impedito di fare il nostro lavoro, costringendoci a lasciare la sala. Peccato che poi, di quell’incontro, del quale non c’é stato alcun comunicato stampa finale, abbia scritto stamattina, con tanto di foto e virgolettati, il Centro, ovvero il quotidiano - ma è solo una coincidenza - del quale il neodirettore Telese è stato l’intervistatore di Calenda, nell’inutile “festa -passerella” di Azione domenica scorsa a Villa Bianca.
Festa alla quale il segretario nazionale del partito, ovvero l’uomo che ha portato Azione al 2,8%, in una nazione che ha il doppio dell’analfabetismo funzionale degli altri Paesi avanzati, e nel quale vota meno della metà degli elettori, e quindi ad un dato reale che supera di poco l’uno per cento, “… è arrivato direttamente da Pescara ed è andato via subito in direzione Roma dove aveva un altro appuntamento…”, come mi riferisce l’ufficio stampa del partito.
Intuisco, quindi, che non abbia avuto tempo per ripassare in via Adamoli e raccontare agli inquilini, tra i quali aveva fatto passerella in campagna elettorale, che fine abbia fatto l’interrogazione parlamentare, che aveva annunciato e - soprattutto - quella “…verifica a spese nostre, della vivibilità, per capire se ci sono gli estremi per sporgere una denuncia perché non si può pensare che dei condomini rientrino in appartamenti con il loro mobilio distrutto e le crepe nei muri.…”.
Questo è il partito che esprime il nostro unico parlamentare.
Mi consola il fatto che nessuna botta di culo è eterna...
ADAMO