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PontevaraPonte, Ponente, Ponte Pi... tappettà Varani
Dice che la politica, quella vera, deve costruire ponti. Nel senso metaforico del creare connessioni, dell’unire le persone, del favorire gli scambi, del costruire l’ integrazione, dell’includere. 
Non c’era metafora, invece, nel surreale scambio dialettico, al quale ho avuto l’onore di assistere di persona, ieri, in Consiglio Conunale.
Un onore vero, credetemi, perché di rado capita di trovarsi al punto giusto nel momento giusto, cioè di avere la certezza che, in quell’attimo irripetibile, si sia vista la storia che costruisce sé stessa.
Tutto è successo quando, dai banchi della Maggioranza gianguidesca, si è levata la voce del consigliere Massimo Varani, fiero portabandiera della lista Bella Teramo di Johnny Cavallari, indimenticabile assessore ai Lavori Pubblici mai fatti, oggi consigliere regionale, salito recentemente agli onori delle cronache, per aver proposta un emendamento “pro Delfico” senza copertura finanziaria. 
Ecco, proprio davanti agli occhi dello stesso Johnny, che ieri si aggirava in Consiglio, Varani decide di consegnarsi alla Storia.
In risposta a Niki Bartolini, che aveva accusato la maggioranza di lentezza nell’ avvio delle opere, dicendo “A Genova, in un anno, hanno ricostruito il ponte, voi  in sei anni…”, Varani decide infatti di calare l’asso politico - dialettico, elevando il dibattito a livelli contenutistici raramente toccati prima.
Ve ne offro un video.

“Il Ponte di Genova si è fatto, perché c’era Conte come presidente del Consiglio, e tutti i partiti al governo tranne la Meloni…”.
Un incipit di livello altissimo, una profondità d’analisi, una vivacità di intuizione, che solo nel consigliere Raiola avevamo riscontrato in Consiglio, tanto più che nell’attimo in cui viene nominato Conte, m’è sembrato di scorgere un movimento sul volto dell’assessora pentastellata Ciammariconi, ma mi sbagliavo: era solo un riflesso dei neon.
Dopo l’incipit, il livello si alza. 
Non pago, infatti, di aver “rinfacciato” la Meloni al civico Bartolini, che con Fratelli d’Italia non ha nulla a che vedere, l’infervorato Varani sfodera il colpo di classe “…io invece vi chiederei: il ponte di Messina, che sono trent’anni che lo promettete…”.
Il Ponte di Messina?
Nel Consiglio di Teramo?
Scilla e Cariddi, tra l'asfalto alla Cona e il Pums?
Ponte, Ponente, Ponte Pi... tappettà Varani
Seguo il Consiglio Comunale da trentotto anni e giuro che mai, ma proprio mai, ho sentito promettere il Ponte di Messina.
Ho sentito, invece, il dante causa politico di Varani, ovvero Johnny Cavallari, promettere cantieri di ogni sorta, annunciando di tutto e di più.
Varani lo sa. E per salvare il suo “patron” politico, la butta in caciara, scaricando su Bartolini le colpe della mancata realizzazione del Ponte sullo Stretto.
La logica varanesca è imbarazzante: “a Genova hanno fatto il Ponte in un anno, perché c’era l’aiuto dello Stato”… qualcuno, per favore, spieghi a Varani da dove vengono i soldi di tutti i cantieri che Cavallari ha promesso e non ha avviato. 
Da ultimo, con una pennellata finale, lo stesso Varani sfodera un “…e il Sindaco lasciamo perdere…”, come a sottolineare l’inadeguatezza del primo cittadino genovese… talmente inadeguato, che oggi in Regione lo chiamano presidente. 
Ponte, Ponente, Ponte Pi... tappettà Varà
ADAMO