Assessore con delega a: LAVORI PUBBLICI, EDILIZIA PUBBLICA,
Deve interessarsi di: Lavori Pubblici; Edilizia scolastica, cimiteriale e sportiva; Eliminazione barriere architettoniche; Protezione civile.
Voto 2024 non c’era
Lo dico subito: il voto è un investimento. Un premio alle premesse. E’entrato in Giunta col rimpasto, ereditando l’assessorato dell’uomo che saltava le premesse, ma spacciava promesse, quel Giovanni Cavallari che sarà ricordato come l’assessore ai lavori pubblici che, dopo aver chiesto voti per “portare a termine tutti i lavori”, alla prima occasione utile, cioè le elezioni regionali, se ne è andato all’Aquila. Colpa dei teramani, certo, che l’hanno votato, ma questa è una città dal tafazzismo contagioso, lo sappiamo. Marco Di Marcantonio, che è imprenditore capace, non parla coi verbi al futuro (in realtà, un paio di volte l’ha fatto, sull’Ipogeo… ma credo gli sia bastato) ma sta cercando di passare dagli annunci ai cantieri, cioè di “mettere a terra” (modo di dire bruttissimo, ma che va tanto di moda) le decine e decine di milioni, che la gianguideria, in una sorta di monopoly senza vincitori, sembrava volersi tenere in cassa. Certo, non è facile, perché tutto il sistema cavallariano, costruito sulla finalità unica dell’annuncio, si regge su un castello di carte e progetti che sono spesso, troppo spesso, lontanissimi dal divenire “cantierabili”. Ma Di Marcantonio lo sa, e sa che il suo sarà un lavoro difficile e complicato, ma determinante per fare in modo che Teramo rinasca davvero e che non resti un cimitero di incompiute. Il voto, dunque, è la media tra la fiducia per l’impegno, i risultati (che mancano, ma si spera che verranno) e la giusta visibilità di chi cerca soluzioni e non selfie.
ADAMO