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Quedre
Niente da fare, io coi numeri proprio non mi raccapezzo.
Succede sempre così: ogni volta che mi sembra di aver capito bene una cosa, ecco che quella cosa mi si complica e, all’improvviso, i numeri si confondono, si mischiano, si contorcono e tutto diventa terribilmente complicato.

Vi faccio un esempio.

Se devo comprare dieci libri mi aspetto di spendere di più di una persona che ne comprerà solo cinque, identici ai miei.

Tra due macchine del tutto identiche e a parità di condizioni, mi aspetto che consumi più benzina quella che fa cento chilometri, rispetto a quella che ne fa dieci.

Semplice, no?

Più che ovvio, giusto?

E invece no, perché poi mi capita di trovarmi tra le mani il progetto della pista ciclabile teramana, e i numeri si confondono, si mischiano, si contorcono e tutto diventa terribilmente complicato.

Provate a capirci qualcosa voi.

Il Lotto A della “ciclovia urbana”, quello che si sta realizzando a Teramo, quello dei cordoli bruttissimi su via Po e via De Gasperi, costa 526.476 euro.

Il Lotto B della “ciclovia urbana”, quello che arriverà fino a San Nicolò, e non mancheranno i cordoli, costa 1.674.272 euro.

Fin qui, è tutto chiaro?

Vado avanti, e vi faccio una domanda: secondo voi, costerà di più la progettazione preliminare, ovvero il Piano di Fattibilità Tecnica ed Economica, del lotto A o del Lotto B?

E qui, la cosa si complica, perché per il Lotto A, il già noto architetto Alessandro Tursi, prenderà 63.837 euro (anche se nella nostra intervista, forse per un curioso scherzo della memoria, ha detto che ne avrebbe presi una quindicina), mentre per la progettazione del Lotto B, l’architetto Valentino Castelli ne prenderà 13.849.

Non torna.
Non quadra.

Perché il progettista della pista che costa poco più di mezzo milione prende 4 volte quello che prende il progettista di una pista, identica, che costa un milione e seicentomila euro?

Non torna.

Non quadra.
E la cosa si complica ulteriormente, quando si passa alla progettazione definitiva, perché i numeri si riconfondono, si rimischiano e si ricontorcono un’altra volta.

All’architetto Tursi, per il Lotto A vanno 16mila euro, mentre all’architetto Castelli, per il Lotto B, ne andranno 41.888. 

Non torna.

Non quadra.
Davvero, non lo capisco. 

Mi sfugge la logica, ammesso che una logica ci sia.

E se tiro le somme finali, l’incongruenza si palesa in tutta le sua evidenza. 

L’architetto Tursi prenderà 80mila euro per progettare un’opera da 526mila euro.

L’architetto Castelli prenderà 56 mila euro per progettare un’opera da un milione e 674mila euro.

Non so voi, ma a me non torna…
e non quadra.
Più s'allunga e meno costa...
Ve l’avevo detto, due giorni fa, che vi avrei raccontato dei tre misteri della ciclabile, no?

Questo era il secondo.

ADAMO