Vi dico la verità: poche certezze m’erano rimaste. Negli anni, ho imparato che quasi nulla è definito, ma tutto cambia, tutto è mobile, fluido, incerto. Credevo, però, che almeno i tempi del sacro, quelli della liturgia, quelli dei riti antichi, fossero certezze granitiche, immobili, definite, certe.
Credevo.
Fino a ieri.
Perché ieri, anche questa mia residua certezza, si è sgretolata, sminuzzata come un pugno di coriandoli.
Fino a ieri, infatti, credevo che i tempi di una delle feste che più odio, il Carnevale, fossero immutabili, perché scanditi da un altro tempo, sacro però, quello della Quaresima che precede la Pasqua.
Ero convinto, fino a ieri, che Carnevale andasse dal giovedì grasso al martedì grasso, e che poi il mercoledì delle ceneri segnasse l’inizio della penitenza.
Fino a ieri.
Perché ieri, con l’annuncio dell’assessore Filipponi, ho scoperto che anche questa mia carnascialesca convinzione s’era dissolta.
Perché a Teramo il carnevale non andrà da giovedì grasso a martedì grasso, ma avrà anche un mercoledì grasso, un giovedì grasso bis, un venerdì grasso bis e, soprattutto, un sabato grasso bis.
Sì, perché mentre tutto il mondo cristiano sarà già in Quaresima, a Teramo staremo ancora soffiando sulle stelle filanti o nelle lingue di menelik, tirandoci coriandoli e schiuma da barba, mangiando frappe, castagnole e ravioli dolci.
Il grande carnevale teramano, infatti, si celebrerà nel primo sabato di Quaresima, che poi sarà anche l’8 marzo… in un confondersi di feste e riti, di sacro e profano, di maschere e mimose, di preghiere e di scherzi.
Il tripudiante - famosissimo - carnevale gianguidesco, riempirà di gioia le nostre giornate, mentre a Viareggio e Putignano avranno già smontato i carri..
A Teramo sarà ancora festa in maschera, mentre a Venezia avranno già salutato il 300esimo carnevale della storia della Serenissima.
A Teramo ci rincorreremo gioiosi in piazza Martiri, tirandoci coriandoli, mentre a Ivrea avranno già ripulito dalle arance lanciate nella loro battaglia.
A Teramo continueremo a farci esilaranti scherzi, mentre ad Ascoli Re Carnevale avrà già perso la sua corona, e se starà in borghese a sorseggiare un’anisetta in un’ormai deserta Piazza del Popolo.
In realtà, esiste un altro carnevale “lungo”, che si spinge fino al sabato successivo alla Ceneri. È il carnevale milanese,
Perché a Milano festeggiano di più?
Ce lo spiega Wikipedia:
“Questo accade perché a Milano e dintorni si osserva il cosiddetto “rito ambrosiano” che, come suggerisce il nome, è riconducibile a Sant’Ambrogio, il più famoso vescovo meneghino vissuto nel IV secolo d.C. Sembra che il vescovo Ambrogio fosse assente dalla città, per un pellegrinaggio, nei giorni in cui tradizionalmente si concludeva il Carnevale e iniziava la Quaresima e avesse chiesto di aspettare il suo rientro per festeggiare. Infatti, a differenza della Chiesa romana, che considera periodo di Quaresima i 40 giorni che precedono il Sabato Santo, la Chiesa ambrosiana considera come primo giorno di Quaresima la prima domenica dopo il mercoledì delle Ceneri”.
Che io sappia, non esiste un “rito berardiano” e non ho mai saputo che il vescovo Berardo da Pagliara avesse chiesto al teramani di aspettare il suo rientro per iniziare la Quaresima.
E allora perché celebriamo il Carnevale alla milanese?
La spiegazione, ahimè, è di una tristezza infinita.
Il carnevale teramano pensato dall’assessore Filipponi, si farà l’8 marzo perché pur di avere qualche carro, dovremo aspettare la fine di tutti gli altri carnevali.
Il nostro, dunque, sarà un Carnevale di risulta, fatto coi resti di una festa finita altrove.
Un po’ come se facessimo il cenone di Capodanno il 4 gennaio, con gli avanzi degli altri cenoni.
Come se organizzassimo la processione del Cristo Morro a Pasquetta, per aspettare le statue prestate da qualche altra città.
Mi rendo conto che l’assessore Filipponi, ormai in palese tracollo creativo, abbia voluto cercare una soluzione, ma questa idea del carnevale fatto con gli avanzi degli altri offende Teramo, e ne certifica il “vuoto”. Un capoluogo di provincia, che rivendichi il suo ruolo, non si spinge fino allo stravolgimento del calendario, pur di poter organizzare un evento… quando quell’evento non ha più ragione d’essere, solo per farselo prestare da qualcun altro.
Questa, un tempo, era la città che con una felice intuizione dell’associazione Big Match, seppe inventare “aspettando il Primo Maggio”, anticipando il concertone romano; oggi siamo la città che organizza un carnevale a festa finita, con gli avanzi delle feste degli altri.
Perché ora Teramo può…
ADAMO