E’ da ieri che, come un mantra laico, mi risuona in mente una canzone che fa “balla balla ballerino”.
Che strana la musica, evoca in un attimo luoghi, sensazioni, ricordi, passioni.
Questa, per esempio, mi ricorda un concerto di Lucio Dalla e Francesco De Gregori, a Cesena, nel 1979, il primo concerto della mia vita.
E poi, come per magia, in una sorta di capriola spazio - temporale, mi ricorda Atri, un annetto fa, quando all’improvviso, tra il Duomo e il Teatro, si mise a ballare una scheda elettorale.
E ballò così forte, che le elezioni vennero annullate e la splendida città ducale si ritrovò, in un attimo, agli onori delle cronache.
Anzi: ai disonori delle cronache.
Con l’arte di chi vive castrando i canguri, ovvero quella di cogliere la palla al balzo, la fremente opposizione atriana inalberò le vele della legalità e prese il mare verso la terra dei giusti, inneggiando alla giusta punizione per chi - onta e disonore - aveva fatto ballare quella scheda.
Non ve ne ricordate?
Vi rinfresco la memoria.
Anche perché ho parlato di una canzone, e che canzone sarebbe senza un video?
Eccolo:
Sentito?
Il capopopolo che dettaglia gli orrori della scheda danzante, il fiero crociato della legalità democratica, è Gianluigi Antonelli, del quale non conosco la professione (sperando per lui che ne abbia una, in ossequio al dogma marxista del lavoro umano), ma ne conosco l’appartenenza politica, essendo egli (si noti la mia leggiadria nell’agile riferimento pronominale) coordinatore atriano di Sinistra Italiana, carica che, prendendo a riferimento la presenza parlamentare del partito, immagino lo costringa allo snervante lavoro giornaliero del coordinare i vestiti da indossare, e nulla più, a meno che non sia costretto ad organizzare un “comitato centrale” del partito, prenotando un tavolo da due al bar in piazza; quello stesso bar davanti al quale, per festeggiare il ballo della scheda, l’Opposizione organzzò quel comizio vestito da conferenza stampa, del quale scrissi all’epoca e dal quale ho tratto il video che avete appena visto.
Dell’altro signore, l’”esperto” dirò poi.
Perché adesso voglio parlarvi di come è andata a finire.
Già, perché quello che avete visto, era il “prima” dell’inchiesta, adesso c’è un “dopo”.
Ed è un dopo che fa di questa la storia di una danza sì, ma delle ombre.
Un balletto della dietrologia, un passo a due dell’opportunismo, un lago dei cigni del populismo, uno schiaccianoci della politica (e credo si intuisca la metafora delle noci).
Il trionfo del nulla, amplificato da una fame di “esistenza” politica che il lungo digiuno esaspera.
Perché l’inchiesta della magistratura, dopo mesi di testimonianze, intercettazioni telefoniche e ambientali (cioè con le “cimici” nelle auto dei componenti del seggio) ha accertato che quella scheda del seggio 7 non ballava,
Non sapeva ballare.
Neanche un po’.
Anzi: pare che non avesse mai ballato, tanto che da giovane alle feste del liceo se ne stava triste in un angolo.
E così anche la sorella gemella, l’altra protagonista di questa vicenda più atroce che atriana.
Le hanno ritrovate tutte e due, le “sorelline”, e tutte due annullate dalla stessa elettrice, alla quale vennero erroneamente consegnate e che, tanto per non sbagliare, le votò tutte e due e, sempre per non sbagliare, la X la fece su tutti i simboli.
Scheda nulla, quindi, ma sedentaria… non ballava.
Non sapeva ballare.
E in un attimo, crolla la Atri di Gomorra, il porto ducale delle nebbie, la corrotta cittadella degli Acquaviva… le ombre danzanti si diradano e la luce uccide i fantasmi che evocano mafioserie di provincia.
Resta, però, esposta al sole di questa Primavera già calda, la figuraccia politica immensa di una parte politica che, pur di evirar marsupiali, infierì senza pietà sulle malefatte del governo atriano. Attaccando sulla base di una presunzione amministrativa, quella del Consiglio di Stato, che aveva sì annullato le elezioni, ma rimettendo nelle mani della magistratura ordinaria la valutazione sui possibili reati.
Quelli che la stessa Opposizione evocava, citando addirittura la violazione della Carta Costituzionale o la fine stessa del mondo democratico.
Ecco, adesso riguardatevi il video, l’ultima parte, quella dell’esperto, ovvero Marco Fars di Rifondazione Comunista, che parlò di «…città frustrata, insultata, violentata e offesa da chi ha compiuto una mistificazione, una brutalizzazione della democrazia».
Pensate che sfiga: ti spertichi in una tale celebrazione del misfatto, che poi quando si scopre che il misfatto non c’è, non trovi nemmeno la forza di commentare.
Perché quella scheda, non ballava.
Lo dice la magistratura: «…nonostante la "saturazione intercettiva", le attività non hanno permesso di acquisire utili elementi a chiarire l'esistenza o meno di un accordo pre-elettorale che contemplasse il ricorso allo stratagemma della "scheda ballerina" o ad altre tipologie di alterazione volontaria del normale svolgimento del processo elettorale».
Adesso, immagino, non mancherà il saputo tuttologo che sottolineerà che il dire che non è stato possibile «…chiarire l'esistenza o meno» non significa che non è successo.
E invece sì, perché quel “non è stato possibile chiarire” svela la verità, e cioè: «…un quadro particolarmente sconcertante circa lo svolgimento delle votazioni. In particolare, si è
compreso come il personale del seggio 7 è, stando alle stesse dichiarazioni testimoniali, apparso assolutamente impreparato allo svolgimento del compito e, soprattutto impreparato a gestire qualsiasi evento fuori dall’ordinario».
Eccola, la verità: nessun reato, sciatteria forse, impreparazione certo, magari anche una dose massiccia di confusione e pressapochismo… ma nessun reato.
Infatti, il giudice ha chiesto l’archiviazione.
Nel frattempo, però, la stessa opposizione che tanto aveva tuonato all’epoca, torna a farsi sentire, e così commenta: «La richiesta di archiviazione della Procura della Repubblica, si spiega decisamente nel senso che, evidentemente, non sono state trovate in fase di indagini preliminari prove sufficienti a sostenere la responsabilità penale di chicchessia, cosa del tutto prevedibile in questi casi, infatti in tutta Italia molti procedimenti simili sono stati archiviati), ma ciò non toglie a quanto ricostruito in sede amministrativa».
Invece toglie, eccome se toglie.
Il giudizio del Consiglio di Stato si reggeva tantissimo sulle dichiarazioni della segretaria del seggio, che nell’inchiesta penale s’è rimangiata tutto.
Per la precisione: la testimonianza della stessa segretaria nel ricorso al Consiglio di Stato recitava «…durante le operazioni di voto, notavo che una elettrice, dopo essere uscita dalla cabina elettorale, mentre inseriva nell'urna una scheda, teneva nell'altra mano una seconda scheda ripiegata su se stessa»…. mentre ai Carabinieri riferisce: «…essendo intenta a compilare alcuni verbali, non vedevo effettivamente la scena, non so dirvi… non vedevo ciò che facevano gli altri nella stanza».
*
“Notavo” prima, “non vedevo poi”.
Altro che “non toglie”, eccome se toglie.
Toglie e ha tolto, per esempio, decine di migliaia di euro ai cittadini atriani per rifare le elezioni.
Scheda ballerina? Se fossi un elettore di Atri mi ballerebbe ben altro che una scheda…
Prima di chiudere, una richiesta: quando torna Gianluigi Antonelli dalla crociata, spiegategli che la scheda ballerina… era un miraggio,
ADAMO