Posso fare una domanda? Mi dispiace turbare l’idillio euforico che sembra animare questa città, nella quale c’è davvero - anche tra i miei colleghi (o presunti tali) - chi pensa che il “pallone” sia un problema al quale dedicare le maggiori energie, tutto il tempo e tanto denaro.
No, non parlo dei tifosi, perché quelli ci mettono la passione e ognuno ha il diritto di appassionarsi di quello che vuole, specie se lo fa con i suoi soldi.
E non parlo neanche della società, perché ognuno ha il diritto di dedicarsi a quello che vuole, specie se la fa con i suoi soldi.
Ecco, parlo dei soldi.
I nostri.
Quelli di tutti noi, anche di quelli che non si appassionano al tifo e che non hanno alcun interesse di “fare calcio”.
Perché, a differenza dei soldi propri, coi quali - ripeto - ognuno fa quello che gli pare, quelli di tutti vanno spesi con attenzione, seguendo una scala di priorità, una gerarchia degli investimenti che metta al primo posto le esigenze reali della popolazione.
Come la casa.
Sgombro subito il campo da un’obiezione facile: no, non è vero che tutto è importante e che tutto merita attenzione; lo sarebbe se i soldi fossero infiniti, ma siccome non lo sono, vanno fatte scelte e calcoli.
Faccio un esempio: era più importante risanare le case di via Longo per assegnarle alle famiglie in difficoltà o riprendersi il Bonolis?
La risposta… è che “ci siamo ripresi il Bonolis”, tra gli applausi in sala consiliare e i commenti trionfanti dei nostri politici.
Del resto, era un’operazione a “costo zero”, no?
Perché non farla?
Solo che poi, la gara per la gestione sportiva è partita tardi e senza più un canone, quella commerciale è partita solo adesso… e allora… forse è il caso di fare due conti, così, tanto per non perdere di vista il senso di quello che si sta facendo.
E i conti li faccio partendo da una domanda: chi sta usando il Bonolis in questi giorni e quanto sta pagando?
Lo chiedo perché il progetto “riprendiamoci il Bonolis” si reggeva anche sul fatto che il Comune, dal 15 giugno al 31 agosto di ogni anno per 10 anni, avrebbe incassato mille euro al giorno, perché il Bonolis sarebbe stato utilizzato per eventi non sportivi.
È scritto nella gara della gestione sportiva e anche in quella della gestione commerciale… quindi: chi sta pagando e quanto in questi giorni?
Detto questo, facciamo i conti.
Dall’approvazione della convenzione in Consiglio Comunale, il Comune ha pagato, ad oggi:
- 2 milioni di anticipo
- 833 euro al giorno di canone per la risoluzione della convenzione, quindi ad oggi 170mila euro
- 140 mila euro alla Soleia per la gestione dei primi sei mesi
- 50 mila euro alla TeAm per la gestione fino ad oggi
In totale, 2.360.000.
E quanto ha incassato?
Se il Teramo ha pagato, come sembra, circa 25mila euro al mese per giocare e allenarsi (nei mesi di campionato) il Comune ha incassato circa 150mila euro, ai quali vanno aggiunti gli 84mila ad oggi di affitti pagati dai negozi affittati (Decathlon etc).
In totale, 234mila euro.
Vuol dire uno squilibrio di 2,1 milioni.
E questo, facendo il conto ad oggi.
Se lo sviluppiamo sul decennio dell’accordo con la Soleia, il Comune, in questo momento, ha solo due certezze: pagherà 5 milioni complessivi (6 iva compresa) in dieci anni e incasserà 1,5 milioni (sempre che nessuno dei negozi decida di andarsene).
Perdita 3,5 milioni.
Soldi nostri.
Se il Comune, oltre ad esaltarsi per la “riconquista” del Bonolis, avesse fatto tutte le gare nei tempi previsti, adesso non solo non ci sarebbe questo squilibrio, perché a fronte di una spesa di 2.360.000 avrebbe avuto un incasso di 420mila euro, ovvero 84mila dagli affitti commerciali, 150mila dal Teramo, 39 mila dall’uso estivo e 147mila dalla gestione commerciale Soleia, ma soprattutto è nella gestione decennale che cambia tutto.
Con le due gare fatte come nelle previsioni iniziali, infatti, il Comune avrebbe incassato:
- 2.630.000 dalla gestione commerciale Soleia
- 770.000 dalla gestione “eventi estivi” della Soleia
- 1.500.000 dagli affitti in corso dei negoz
i
- 3.000.000 dalla gestione sportiva (perché all’inizio non si pensava ad un affidamento senza canone, ma ad un costo di circa 300 mila euro annui).
Concludendo, da una spesa decennale di 5 milioni (6 iva compresa), e un incasso potenziale di 7,9 milioni, siamo passati oggi ad una spesa sicura di 5 milioni e un incasso di 1,5.
Intanto, per un mancato rinnovo dell’accordo con il gestore della telefonia, sono state tolte le antenne 5G del Bonolis… e il Comune ha appena perso altri 15mila euro di affitti.
ADAMO