L’amico Cesare, lettore attento e un tempo compagno d’armi (fu mio caporale), richiama la mia attenzione su un fatto che, nell’orizzonte politico attuale, potrebbe apparire come normale, scontato quasi, ma che normale non è e non dovrà mai essere.
Spiego subito: all’inaugurazione di un centro estetico a Pianura Vomano, c’erano due sindaci con fascia tricolore.
Due, non uno.
In veste istituzionale.
Toni Di Gianvittorio, primo cittadino di Notaresco, e Aniceto Rocci, sindaco di Castellalto, che hanno deciso di indossare il simbolo più alto delle istituzioni locali per salutaree l’apertura di una nuova attività privata.
Non ho nulla da eccepire, sia chiaro, sul merito: ben venga l’apertura di un centro estetico, segnale di vitalità imprenditoriale e di fiducia nel territorio, anzi: per essere ancora più chiaro, ai titolari e ai dipendenti va il mio personale augurio di buon lavoro e di grande successo.
Il punto non è questo.
Il punto, è che la fascia tricolore non è un accessorio, né un biglietto da visita da esibire a ogni taglio di nastro.
È il simbolo dell’unità nazionale e della rappresentanza dello Stato sul territorio.
Andrebbe riservata a cerimonie istituzionali e a inaugurazioni di opere pubbliche, non a eventi commerciali o privati. E prima che il solito commentatore idiota sollevi il “caso” dell’inaugurazione di Sottosopra (da sempre affezionato sponsor di questo sito) che ha visto la presenza del Sindaco di Teramo “sfasciato”, dirò che sì, per quanto fosse un evento di caratura diversa, visto l’impatto economico che il nuovo village avrà sul territorio (basti pensare ai 50 posti di lavoro) anche in quel caso la fascia sarebbe stata di troppo.
Bene ha fatto D'Alberto (stavolta) ad evitarla.
Non discuto la presenza dei Sindaci, il primo cittadino deve stare tra i cittadini e accompagnarne anche le sane aspirazioni imprenditoriali, il problema è la fascia.
Che è un simbolo e che, come tale, pretende rispetto.
Quella che ormai rischia di diventare una consuetudine – sindaci che si presentano in fascia a parrucchieri, negozi di abbigliamento, centri estetici – non solo sminuisce il valore del simbolo, ma crea una pericolosa confusione tra ruolo istituzionale e relazioni di prossimità.
Secondo l’interpretazione ministeriale: «…l’alto ruolo istituzionale svolto dal sindaco impone, pertanto, un uso corretto e conveniente della fascia tricolore nell’avvertita consapevolezza della dignità e del decoro della carica, e tale da non scalfire la realtà dello Stato come elemento di unità giuridica, nel cui ambito ogni cittadino è tenuto a partecipare al mantenimento dei valori che lo caratterizzano e lo fondano».
Come ricomprendere in tutto questo l’inaugurazione di un centro estetico?
L’uso della fascia, spiegano i commentatori del diritto: «… è intimamente legato alla doppia natura delle funzioni sindacali, quelle in qualità di capo dell’Amministrazione e quelle in qualità di ufficiale di Governo, legittimando il Sindaco all’utilizzo in presenza di iniziative dove la carica viene esercitata, lasciando alla discrezionalità del rappresentante delle istituzioni quando e dove indossare la fascia, espressione di una presenza congiunta di Stato e Comune…».
Presenza congiunta di Stato e Comune, evidentemente, giudicata fondamentale dai Sindaci di Notaresco e Castellalto… nell’avvio di un centro che offre trattamenti viso, massaggi, cerette e depilazioni.
La vicenda di oggi è l’ennesimo campanello d’allarme.
Non è una polemica contro chi investe sul territorio, ma un richiamo alla sobrietà delle istituzioni.
Perché la fascia tricolore rappresenta tutti, e tutti meritano che non venga banalizzata.
Il nastro lo si può tagliare anche senza fascia e si è sindaci anche senza fascia, se l’evento non è tale da pretendere l’ufficialità.
Sindaci... sfasciatevi.
ADAMO