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Più di sei mesi sono trascorsi dallo scorso "lockdown" e già si parla d'intraprendere pressoché le medesime misure: o queste si sono rivelate fallimentari, e in tal caso non avrebbe alcun senso riproporle, oppure hanno avuto successo, ma se così fosse perché ne staremmo riparlando? La verità è che i "lockdown" generalizzati, mini o maxi che siano, non giovano proprio ad alcuno. Il modello di chiusura di un'area colpita da epidemia ha una sua efficacia laddove sia effettivamente possibile garantire l'isolamento dei cittadini, per un breve periodo, in modo quasi totale, com'è avvenuto su piccola scala (vedi ad esempio, Cologno e le cosiddette "zone rosse"). In quel caso il virus non ha più modo di diffondersi.
Ben altra cosa è colpire le piccole e medie imprese, chiudendole d'arbitrio, lasciando però aperte le porte dei grandi centri commerciali dove la gente va inevitabilmente a fare la fila mentre migliaia di camion s'inseguono lungo le autostrade per fare i rifornimenti, oltre al personale medico-sanitario, le forze dell'ordine, gli operatori giudiziari e tutte quelle figure che giocoforza circolano nonostante le restrizioni. In un simile scenario, come purtroppo si è visto, i benefici sono tutti da valutare, almeno quanto sono certi i danni: l'implosione del mercato interno, l'effetto psicofisico sui cittadini ma, ancor più, il prevedibile collasso della stessa sanità.
I dati che ci ha recentemente fornito Guido Bertolaso certificano ormai il paradosso definitivo: siamo arrivati al punto in cui gli ospedali ricoverano i sani e mandano a casa i malati. I cosiddetti "asintomatici", persone cioè che non hanno alcun problema di salute in quanto non hanno sintomi e generalmente non sono contagiose, occupano posti letto che vengono sotratti ai malati gravi, mentre si posticipano gli interventi chirurgici, le chemioterapie, le visite mediche e tutti quegli indispensabili servizi sacrificati al Moloch non tanto della pandemia, quanto dei 2.000 euro che vengono elargiti dallo Stato per ogni ricovero dovuto al chinavirus.
Al tempo stesso non si spiega, visto che gli ospedali sono pieni, come mai non sia consentito alle persone con sintomi lievi di curarsi a casa, essendo i farmaci ormai disponibili da più di un mese. Ma c'è da stupirsi, visto che le misure prese dal governo vanno dal coprifuoco alla proibizione della vendita degli alcolici? Davanti a simili provvedimenti, è difficile ormai cogliere perfino quale sia il nesso tra le misure intraprese e la necessità di contrastare la diffusione del covid19. Vincenzo di Nanna Camillo Maffia

Vincenzo di Nanna

Camillo Maffia