Marco Pannella se ne è andato il 19 maggio del 2016. Domani saranno 5 anni. Questo è il ricordo del suo ultimo giorno teramano.
Giunto a Teramo il 26 novembre del 2015 in compagnia dell’amico Isio Maureddu per ricevere il premio Annino Di Giacinto, Marco non voleva più ripartire, nella consapevolezza che non avrebbe più rivisto la sua amata città.
In ogni caso, sarebbe stata una scortesia rifiutare l’invito a cena da parte di Marcello Schillaci che quella sera volle offrirci le migliori specialità teramane.
Dopo la lunga e gustosa cena, gli suggerii di rimandare la partenza al mattino del giorno seguente.
Decise così di pernottare a Teramo, nonostante da Roma avessero già sollecitato il suo rientro.
Il 27 novembre, tuttavia, volle prolungare ancora la sua permanenza nella città natale e, dopo l’ormai tradizionale caffè sotto i portici di “Fumo”, decidemmo di tornare alla cantina di Porta Romana!
Nel corso della piacevole conversazione conviviale, interrotta dalle sempre più insistenti telefonate provenienti da Roma, il discorso cadde sull’impegno che quella sera avevo come ospite di un convegno organizzato da Rifondazione Comunista dal titolo “CHI DEVASTA E SACCHEGGIA E’ IL CAPITALE!”.
“Marco ma non vorrai mica rimanere per partecipare al convegno?”, gli proposi sperando accettasse, non solo per prolungarne la permanenza a Teramo da cui traeva evidente piacere, ma anche per ricevere manforte in un contesto in cui mi sarei trovato (a dir poco) in netta minoranza.
I compagni comunisti, meravigliati e persino preoccupati per la presenza dell’imprevisto e illustre spettatore, ci trattarono con rispetto, tanto che il mio intervento, salvo qualche inevitabile brontolio di sottofondo, non subì interruzioni o contestazioni.
Terminato il convegno, non vi erano più ragioni per ritardare ancora la partenza e fu allora che Marco espresse il desiderio di mangiare un piatto di parmigiana.
Per non scontentarlo fummo costretti a fare il giro di tutti i ristoranti della città nella ricerca di tale pietanza.
Si fece nuovamente tardi, come in fondo lo stesso Marco sperava e la partenza fu nuovamente rinviata al giorno successivo.
La mattina però non c’erano più scuse, mentre da Roma continuavano a chiamare, sempre più preoccupati.
Ma avevano sottovalutato l’astuzia di Marco Pannella:
“prima di partire devo assolutamente radermi!”.
Partenza ancora una volta rinviata nella ricerca di un barbiere.
Lo accompagnai così presso la bottega di Romolo, probabilmente il più anziano barbiere di Teramo.
L’operazione di rasatura durò almeno due ore, nel corso delle quali Marco e Romolo si scambiarono i ricordi di una vita.
Lasciata a malincuore la bottega di Romolo, Marco volle fare due passi nella vicina piazza Dante, per rivedere così la sua vecchia scuola.
Al momento della partenza gli dissi:
“il primo maggio devi assolutamente tornare per mangiare le virtù e poi, il giorno dopo, festeggiare insieme il tuo compleanno”.
Marco mi sorrise rivolgendomi il suo profondo sguardo, consapevole che non sarebbe più tornato nella sua amata città.
Vincenzo di Nanna